Croazia, finalmente si parla di mestruazioni
Una recente ricerca sulla povertà mestruale in Croazia, condotta dall’associazione PaRiter, ha permesso che il tema delle mestruazioni venisse affrontato dalle istituzioni scolastiche. Varie le iniziative per rendere i prodotti mestruali gratuiti
(Originariamente pubblicato da H-Alter , il 9 settembre 2022)
“Inizialmente l’idea ha suscitato un certo stupore, ma poi le studentesse l’hanno accolta positivamente. In un primo momento abbiamo deciso di affidare la distribuzione di prodotti mestruali ad alcuni dipendenti della scuola, poi però abbiamo capito che questi prodotti dovevano essere disponibili negli spazi destinati ai servizi igienico-sanitari”, spiega Snježana Klarić, direttrice della Scuola superiore di Ingegneria e Trasporti di Varaždin, il primo istituto scolastico in Croazia ad aver messo a disposizione delle studentesse prodotti mestruali gratuiti.
A spingere Snježana Klarić a organizzare questa iniziativa, avviata nel marzo 2021, è stata una ricerca realizzata dall’Associazione per i diritti umani e la partecipazione civica PaRiter di Fiume. Dalla ricerca in questione, condotta su un campione di oltre seimila donne e pubblicata nel febbraio 2021, sono emersi dati preoccupanti che permettono di comprendere la reale portata del fenomeno della povertà mestruale in Croazia.
Così abbiamo scoperto che in Croazia un terzo delle donne è costretto a risparmiare sugli assorbenti, diventati troppo costosi, tra l’altro acquistando prodotti di qualità inferiore. Oltre il 10% delle donne croate non può permettersi di acquistare una quantità di assorbenti sufficiente per poterli cambiare regolarmente, mentre la stessa percentuale delle donne non può affatto permettersi gli assorbenti.
Dalla ricerca condotta dall’associazione PaRiter è inoltre emerso che la povertà mestruale incide anche sull’accesso delle ragazze e delle donne all’istruzione e al lavoro. Il 60% delle ragazze intervistate ha affermato di aver più volte saltato la scuola a causa delle mestruazioni, di queste l’8,7% ha citato la mancanza di accesso a prodotti mestruali come motivo principale alla base dell’impossibilità di frequentare regolarmente la scuola durante il ciclo mestruale. Situazione simile anche per quanto riguarda le studentesse universitarie: il 68,1% delle studentesse almeno una volta ha saltato le lezioni a causa del ciclo, di queste il 5,7% denuncia le difficoltà nell’accedere a prodotti mestruali. Quanto alle donne che lavorano, il 28,6% delle lavoratrici intervistate almeno una volta è stato impossibilitato a recarsi al lavoro durante il ciclo mestruale, a volte proprio per mancanza di accesso a prodotti per l’igiene mestruale (3,4%).
“Abbiamo affrontato la povertà mestruale come un fenomeno che, pur essendo onnipresente, spesso passa inosservato per tutta una serie di motivi, compresa la vergogna, ma anche lo stigma, imposto da una società patriarcale, che rende impossibile parlare di questo tema. Siamo rimaste sorprese da quanto accaduto a seguito della pubblicazione dei risultati [della summenzionata ricerca], ma non perché non ci augurassimo una reazione simile, bensì perché ci siamo ormai abituate a lavorare all’interno di una comunità che raramente si è dimostrata capace di riconoscere ‘bisogni speciali’, anche quando si tratta di bisogni molto diffusi e per nulla speciali”, spiega Marinella Matejčić dell’associazione PaRiter.
La pubblicazione della ricerca sulla povertà mestruale ha suscitato una valanga di iniziative. Dopo la Scuola superiore di Ingegneria e Trasporti di Varaždin, molti altri istituti scolastici e università di tutta la Croazia hanno deciso di mettere a disposizione prodotti mestruali gratuiti, tra cui la scuola superiore “Vladimir Gortan” di Buie , il ginnasio di Pola, l’Istituto tecnico “Ruđer Bošković” (Vinkovci), la scuola elementare “Braća Radić” (Pakrac), la scuola superiore “Slava Raškaj” (Ozalj), il ginnasio di Sisak, l’Istituto per la ricerca sociale di Zagabria, l’Università di Zagabria, l’Università di Fiume, la Facoltà di Economia dell’Università di Osijek, Aspira University College di Spalato. Anche molte amministrazioni locali hanno deciso di attivarsi per combattere la povertà mestruale, compresi diversi comuni (Fiume, Karlovac, Lepoglava, Varaždin, Čavle, Zaprešić, Jastrebarsko, Sebenicco) e contee (tra cui la contea di Krapina-Zagorje e quella di Spalato e della Dalmazia).
“Siamo contente non solo del fatto che molti istituti scolastici e amministrazioni locali abbiano deciso di attivarsi, ma anche perché si è verificato un cambio di paradigma per quanto riguarda gli argomenti considerati adatti per essere affrontati all’interno del dibattito pubblico. La lotta alla povertà mestruale è un tema di interesse pubblico che supera le divisioni ideologiche. Siamo contente che molte realtà, con idee politiche differenti, si siano unite all’iniziativa, rivelatasi uno dei pochi esempi di buone prassi finalizzate a risolvere problemi concreti, prescindendo dalle divisioni politiche”, afferma Marinella Matejčić.
Che simili interventi nelle scuole siano necessari lo dimostrano anche i dati diffusi dall’Istituto di statistica croato, secondo cui in Croazia il tasso di rischio di povertà tra le ragazze di età compresa tra i 12 e i 17 anni è pari al 23,7%. La povertà rende le ragazze particolarmente vulnerabili, ostacolandole anche nell’esercizio del diritto all’istruzione.
Nel gennaio di quest’anno tutte le scuole elementari pubbliche nella città di Fiume hanno messo a disposizione prodotti mestruali gratuiti. Nei bagni delle scuole sono stati installati diversi distributori di assorbenti di cui le alunne possono usufruire gratuitamente. L’idea è partita dalla vicesindaca di Fiume Sandra Krpan che, dopo la pubblicazione della ricerca di cui sopra, si è impegnata affinché venisse indetta una gara d’appalto per la fornitura di prodotti mestruali da destinare alle scuole elementari della città. A tal fine, per il 2021 il comune di Fiume ha stanziato 165.805 kune (circa 22mila euro), dicendosi pronto a portare avanti l’iniziativa anche nei prossimi anni.
“Non abbiamo incontrato alcun ostacolo”, spiegano dal comune di Fiume, precisando che “la volontà politica e la capacità di comprendere un contesto più ampio, nonché di assumere una prospettiva di genere durante il lavoro e il processo decisionale rivestono grande importanza nella lotta per l’uguaglianza di genere e nel contrasto delle discriminazioni all’interno di una società. La distribuzione gratuita di assorbenti igienici è solo una delle misure adottate nell’ambito di un’iniziativa finalizzata all’introduzione [nelle scuole elementari a Fiume] dell’educazione sanitaria come materia extracurriculare”.
Anche i dipendenti della Scuola superiore di Ingegneria e Trasporti di Varaždin percepiscono la campagna di distribuzione di prodotti mestruali gratuiti come un’esperienza positiva, spiegando che, diversamente da quanto si temeva, i prodotti messi a disposizione non vengono sprecati. La scuola di Varaždin provvede autonomamente al finanziamento dell’iniziativa, destinando a tale scopo circa 200-300 kune al mese (25-40 euro).
“La nostra scuola conta 600 studenti, dei quali 110 sono ragazze. È chiaro che le scuole che registrano una maggiore presenza di ragazze dovrebbero destinare somme più cospicue alla distribuzione di prodotti mestruali. Ma a prescindere dalle risorse a disposizione, tutte le scuole dovrebbero avviare simili iniziative. Nella nostra scuola si è iniziato a parlare più apertamente di mestruazioni, se ne discute anche durante le assemblee di classe, ed è un altro aspetto positivo dell’intera iniziativa”, spiega la direttrice della scuola di Varaždin Snježana Klarić.
Oltre che a livello locale, di povertà mestruale si è parlato anche al Parlamento croato che ha recentemente approvato la proposta di ridurre dal 23 al 15% l’Iva sui prodotti per l’igiene mestruale. L’associazione PaRiter ritiene però che tale aliquota debba essere definitivamente abolita.
“L’esistenza stessa di questa aliquota è un chiaro messaggio rivolto alle donne: siete sottoposte a questa imposta perché avete il ciclo mestruale, ossia perché non siete di sesso maschile. Certo, ci sono donne che non hanno le mestruazioni, per vari motivi, ma ora non parliamo di loro. Parliamo di moltissime donne in età lavorativa che si trovano costrette a pagare un’imposta su una funzione fisiologica. È vero che [l’Iva sui prodotti mestruali] è stata ridotta al 13%, ma a noi interessa osservare questa misura in relazione agli attuali prezzi. Bisogna capire se chi vende questi prodotti ha adeguato i prezzi all’attuale situazione. L’Iva sui prodotti mestruali ha un duplice significato, quindi occorre analizzare i prezzi per capire gli effetti concreti di questa misura”, spiega Marinella Matejčić, aggiungendo che durante il dibattito parlamentare sulla riduzione dell’Iva sui prodotti per l’igiene mestruale alcuni deputati e deputate si sono lasciati andare a commenti assai rozzi riguardanti le mestruazioni.
“In parlamento si è parlato di mestruazioni, quindi è avvenuto un cambiamento positivo, che però è rimasto limitato ad un solo livello. Affinché l’idea di mestruazioni come qualcosa di sporco venga definitivamente decostruita e affinché il ciclo mestruale venga destigmatizzato, è necessario introdurre l’educazione sessuale nelle scuole ed educare i cittadini: l’imbarazzo e la vergogna si combattono con la conoscenza”, afferma Matejčić.
Dal momento che la scuola di Varaždin – ormai nota come il primo istituto scolastico in Croazia ad aver avviato una campagna di distribuzione gratuita di prodotti mestruali – offre vari corsi di formazione in ambito manifatturiero, sono stati gli studenti stessi a costruire i cassetti, poi installati nei bagni della scuola, per depositare i prodotti igienici. La scuola però non intende fermarsi qui. Si sta riflettendo anche sulla dimensione ambientale della questione, su come ridurre i rifiuti utilizzando prodotti più duraturi, come coppette mestruali e assorbenti lavabili.
“L’altra metà della storia riguarda la gestione dei rifiuti, ma la distribuzione di prodotti ecosostenibili richiede un approccio più serio. Ad ogni modo, abbiamo intenzione di avviare una campagna di educazione a questi temi”, spiega Snježana Klarić.
Anche i membri dell’associazione PaRiter ritengono che, oltre all’abolizione dell’Iva sui prodotti per l’igiene mestruale e all’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole, sia necessario avviare una campagna di promozione dei prodotti mestruali sostenibili. Secondo PaRiter, è indispensabile anche contrastare varie pratiche discriminatorie – compresa la tendenza di molti datori di lavoro a impedire alle lavoratrici di andare in bagno per cambiare l’assorbente – e mettere a disposizione prodotti mestruali gratuiti in tutti gli istituti scolastici e luoghi di lavoro. In Croazia nel 2021 il tasso di rischio di povertà tra le donne si è attestato al 37%, contro il 25,9% tra gli uomini, dati che dimostrano chiaramente che le donne croate vivono una condizione di maggiore svantaggio rispetto ai loro connazionali di sesso maschile.
“C’è ancora molto da fare ed è un impegno che coinvolge molti attori. Forse a qualcuno può sembrare strano che si parli così tanto di un argomento apparentemente insignificante, ma il ciclo mestruale e il diritto all’igiene personale sono tutt’altro che insignificanti. Si tratta di questioni che incidono sulla vita di tantissime donne e famiglie”, conclude Marinella Matejčić.
Questo materiale è pubblicato nell’ambito del progetto “INGRID. Intersecting Grounds of Discrimination in Italy", cofinanziato dalla Commissione Europea nel quadro del programma REC (Rights, Equality, Citizenship) 2014-2020. Il contenuto di questo articolo rappresenta esclusivamente il punto di vista degli autori ed è di loro esclusiva responsabilità. La CE non si assume alcuna responsabilità per l’uso che potrebbe essere fatto delle informazioni in esso contenuto. Vai alla pagina del progetto INGRID
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