Croazia: c’era una volta Novi List
Una volta era un bastione della stampa di sinistra. Nell’ultimo anno però il quotidiano Novi List ha imposto una brusca virata alla sua linea editoriale, tra licenziamenti e declassamenti dei suoi più noti opinionisti
Il quotidiano Novi List è, tra tutti i media mainstream del paese, un simbolo per la sinistra croata e l’unico che vanti tale schieramento nel panorama dei quotidiani nazionali, soprattutto da quando lo Jutarnji List, ormai permeato da interessi delle multinazionali, ha virato a destra. A breve potrebbe però non essere più così.
Novi List, così come Glas Istre (Voce dell’Istria), è stato acquisito a fine marzo da un fondo investimenti della J&T, con capitali provenienti da Repubblica Ceca e Slovacchia. Ed uno dei segnali di svolta del possibile cambio di linea editoriale è arrivato già ai primi di maggio, quando la famosa scrittrice e giornalista Tatjana Gromača ha dichiarato in una conferenza stampa che Novi List aveva deciso, dopo nove anni di collaborazione, di interrompere il loro rapporto di lavoro.
Ricollocamenti e licenziamenti
La Gromača non solo ha ottime doti di scrittura ma è anche un simbolo del giornalismo indipendente. Si è affermata nel corso degli anni novanta, scrivendo per il Feral Tribune. Per Novi List è stata giornalista e opinionista, occupandosi di questioni culturali in modo originale e competente.
L’annuncio dell’interruzione della collaborazione le è stato comunicato dalla segreteria del quotidiano, mentre qualche giorno più tardi il direttore del giornale, Nenad Hlača, ha spiegato in una conferenza stampa che non ha più bisogno di una giornalista domiciliata a Pola, perché ha ora a disposizione i giornalisti di Glas Istre.
"La motivazione del mio licenziamento, che non serve più un inviato dall’Istria, è ridicola. In 16 anni di carriera da giornalista, non ho lavorato nemmeno un giorno come inviata. Non sono mai stata ad alcuna conferenza stampa o cose simili… non sono un’inviata, ma piuttosto una reporter, un’analista e un’opinionista. Nella descrizione della mia posizione al Novi List, si legge: reporter, opinionista. E adesso vengo licenziata come inviata, cosa che non sono mai stata. Anche quando mi occupo di un tema a livello locale, gli do una rilevanza universale", ha spiegato la Gromača.
"Il vero motivo è che la mia posizione critica nei confronti delle vulgate nazionaliste e delle altre bassezze della società croata ha cominciato a diventare scomoda. L’impegno del mio lavoro risiede nel mettere in guardia le persone dai tentativi con cui si cerca di limitarne la coscienza, così come dallo sfruttamento dell’odio, dalla negazione dell’altro e da altre cose simili. Questo è evidente in molti miei scritti, di qualunque carattere essi siano. Ho intensificato la mia verve polemica in particolar modo nell’ultimo periodo, per la coscienza con cui faccio il mio lavoro. Si sono infatti palesate delle correnti pericolose negli ultimi tempi e, come è noto, queste provengono dalla nuova cultura politica della Croazia, nei confronti della quale, a mio avviso, non bisogna chiudere gli occhi", ha dichiarato Tatjana Gromača.
La Gromača ritiene quanto le è successo una pressione che si vuole fare nei confronti dei giornalisti in generale. "Cose come queste aumentano la paura, che è già presente di per sé nella coscienza collettiva. Una situazione ideale per ricattare e manipolare. Con il mio modo di scrivere, cerco di smascherare ed annientare tale paura, dimostrando come questa sia una sorta di finzione, che però rappresenta quanto di più pericoloso ci sia per l’intero sistema… Ecco perché sono considerata una giornalista pericolosa, anche se a prima vista qualcuno non lo direbbe. Tuttavia, questa è una cosa di cui vado fiera, così come vado fiera di questo licenziamento", ha concluso la Gromača.
Da opinionisti a redattori web
Negli stessi giorni, inoltre, sui media è comparsa la notizia secondo la quale un’altra giornalista di Novi List, Maja Hrgović, potrebbe venir licenziata qualora non si adeguasse ai nuovi incarichi che le sono stati assegnati all’interno del quotidiano. Novi List, ha offerto infatti alla Hrgović, giornalista di rilievo in materia di cultura, il posto di redattrice del portale online del giornale. Di fatto un declassamento professionale, in quanto lei si occuperebbe di gestire i testi altrui, piuttosto che di scriverne di propri.
Allo stesso modo, alcuni mesi fa, il redattore Ladislav Tomičić era stato obbligato – sempre sotto la minaccia di venir licenziato – ad accettare l’incarico di redattore del portale online, al posto della sua attività di opinionista.
"Il nostro direttore, che è noto al pubblico e la cui stima e competenza non vanno messe in discussione, considera che alcuni di noi, che non ci siamo distinti per stile, originalità e distacco critico verso i movimenti sociali, dovremmo essere collocati ad altre mansioni lavorative. Con tali mansioni, ha affermato, contribuiremo nel migliore dei modi al sempre maggior successo e alla crescente tiratura di Novi List. Detto ciò, ringrazio il direttore per tale opportunità, e invito le colleghe affinché, come ho fatto io, accettino i nuovi contratti offerti, che non dovrebbero essere affatto considerati come ricatti esistenziali, ma piuttosto come un grande gesto professionale di uno dei più grandi direttori della lunga e fertile storia del Novi List", ha affermato ironicamente Tomičić in merito alle pressioni esercitate nei confronti suoi e della collega Hrgović.
Un anno
Già da un anno in realtà la direzione del Novi List ha evidenziato la volontà di adattarsi alla nuova situazione politica e sociale della Croazia.
A gennaio ad esempio un editoriale dell’opinionista Sanja Modrić, dal titolo "Banana premier", nel quale criticava il primo ministro Tihomir Orešković e il lavoro del governo, non è mai uscito su Novi List.
Lo scorso giugno, inoltre, un altro articolo di un giornalista era stato rimosso dal portale on-line a poche ore dalla sua pubblicazione. L’articolo in questione, scritto dal giornalista Boris Pavelić, trattava la questione dell’intervista al settimanale Nacional, rilasciata da Josip Manolić, un ex ufficiale dei servizi segreti jugoslavi prima e croati poi, che accusava Tomislav Karamarko, il leader dell’HDZ, di essere stato una spia dei servizi segreti jugoslavi. Oltre all’eliminazione del suo articolo, Pavelić ha dovuto affrontare la minaccia di licenziamento. La minaccia è stata poi ritirata, ma è rimasto l’avvertimento, a causa del quale tuttora perdura una vertenza legale con il giornale.
Il valzer di pressioni nella redazione del Novi List era iniziato nel maggio dell’anno scorso, quando era stato comunicato al giornalista Dražen Ciglenečki che non avrebbe più seguito le questioni relative al HDZ. La ragione più verosimile per cui Ciglenečki non segue più l’HDZ è che aveva infastidito e fatto arrabbiare Karamarko ad una conferenza stampa.
Dopo un anno di "pulizia" tra i propri ranghi, declassamenti e provvedimenti disciplinari nei confronti dei propri giornalisti, ci si chiede cosa sia rimasto del rinomato Novi List, quanti lettori riuscirà a mantenere, ma soprattutto quale sarà il danno permanente per la libertà di stampa e la libertà in generale in Croazia.
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