Corruzione in Bulgaria, trema il governo
In Bulgaria una serie di scandali a catena, legati dal filo conduttore della corruzione, scuote alle fondamenta l’esecutivo guidato dal socialista Stanishev. E a Sofia, stretta tra critiche dall’Ue e mega progetti energetici russi, si respira una sottile voglia di protettorato
Lo scorso 5 maggio il premier bulgaro Sergey Stanishev è stato costretto ad un rimpasto di governo, dopo aver esautorato i vice ministri Kornelia Ninova e Delian Peevski e aver ordinato al ministro dell’Energia, Rumen Ovcharov, di prendere un periodo di ferie, dopo lo scoppio di un grave scandalo che ha preso il via dallo stesso Ovcharov, figura di spicco del partito socialista bulgaro (BSP) e da Angel Aleksandrov, direttore del National Investigation Service.
L’intera vicenda, legata al caso della "Toplofikatzia Sofia", (la compagnia che fornisce il riscaldamento nella capitale), dove milioni di euro sono stati sottratti agli utenti, è venuta alla luce a pochi giorni dalle prime elezioni europee, che saranno tenute il 20 maggio, provocando un vero terremoto nelle fila del BPS. Il polverone sollevato ha rivelato nuovi rami dello scandalo, legati alla spoliazione della "Bulgartabac", la società pubblica che gestisce la produzione di tabacco e al nuovo progetto di trasporto del gas russo verso l’Europa centro-meridionale attraverso la Bulgaria.
Anche se già coinvolto nello scandalo, il ministro Ovcharov ha comunque accompagnato il premier nella visita ufficiale a Mosca, tenuta nei giorni 7 ed 8 maggio.
Corruzione a 360 gradi
La serie di scandali, tra loro collegati, ha avuto il via con la richiesta fatta da Angel Aleksandrov di rimuovere dal suo incarico Tatiana Sharlandjieva, il magistrato che sta seguendo le indagini preliminari sul caso "Toplofikatzia Sofia". Secondo le accuse di ALeksandrov, la Sharlandjieva avrebbe passato informazioni riservate ad uno degli inquisiti, il noto businessman Krasimir Georgiev, intimo di Ovcharov e proprietario della società "Frontier", coinvolto in alcuni affari con la madre di Valentin Dimitrov, ex direttore della "Toplofikatzia Sofia", agli arresti da alcuni mesi con l’accusa di corruzione.
La Sharlandjieva, però, ha contrattaccato, sostenendo che in realtà Aleksandrov le avrebbe fatto pressioni per convincere la propria amica Kornelia Ninova, vice ministro dell’Economia, a sostenere le posizioni di alcuni gruppi economici interessati, tra l’altro, alla "Bulgartabac".
Secondo il quotidiano Dnevnik, si tratta di una battaglia per il controllo di 117 milioni di leva (circa 60 milioni di euro) che ogni anni spariscono, non registrati, dalle casse dell’industria del tabacco, per arrivare a quelle dei partiti al governo.
Critiche dall’Europa
La lotta alla corruzione negli alti piani del potere e al crimine organizzato e gli standard nel sistema giudiziario sono il tallone d’Achille della Bulgaria a quattro mesi dall’ingresso del paese nell’Ue. Quattro paesi membri, Gran Bretagna, Francia, Svezia e Olanda, hanno protestato contro il ritardo della Bulgaria a Bruxelles, domandando alla Commissione Europea di adottare un regime più severo verso il paese (e verso la Romania) a causa del "preoccupante livello di corruzione".
Bruxelles potrebbe imporre le temute clausole di salvaguardia nei settori Giustizia e Affari Interni, decisione che significherebbe, di fatto, che le sentenze emesse dai tribunali bulgari e rumeni non sarebbero considerate valide negli altri paesi membri. Dai quattro paesi sono arrivate critiche anche all’eurocommissario Franco Frattini, di essere stato troppo generoso nel giudizio dei progressi fatti dagli ultimi due paesi accolti nell’Ue.
Frattini avrebbe anche accettato "regalie", e nella fattispecie l’invito ad una settimana bianca gratuita nella località sciistica di Borovetz, dove avrebbe soggiornato, nel mese di febbraio, insieme al ministro Ovcharov. Il codice di condotta degli eurocommissari vieta espressamente comportamenti simili.
"Questo caso è particolarmente spiacevole per la Bulgaria", ha scritto il quotidiano Standart, "perché adesso viene a galla che abbiamo provato a comperare il suo giudizio". Durante la visita, Frattini si era complimentato con le autorità per i progressi fatti nella lotta a corruzione e crimine organizzato.
Molti analisti prevedono l’imposizione delle clausole di salvaguardia per la Bulgaria, visto che è difficile prevedere che Sofia riuscirà a raggiungere risultati soddisfacenti e entro metà maggio, dopo aver fallito fin dall’inizio del processo negoziale per l’adesione. D’altra parte, i parlamentari sembrano adesso più impegnati nella campagna elettorale, che non nel provare ad evitare le clausole. Lo scandalo sulla corruzione, nel frattempo, ha fatto scendere ai minimi storici gli indici di gradimento del BSP.
A vincere le elezioni sarà, con tutta probabilità, Boyko Borisov, attuale sindaco di Sofia e leader informale del movimento politico GERB.
I socialisti bulgari e il Cremlino
"Gasprom" avanza in Europa attraverso la Bulgaria". Così il quotidiano Dnevnik ha commentato la notizia, apparsa durante la visita del premier Stanishev a Mosca e il suo incontro con Vladimir Putin, di un nuovo progetto volto a far transitare gas russo verso l’Europa sud-occidentale attraverso la Bulgaria. A parlare nei dettagli dell’operazione, sarebbero stati il ministro Ovcharov e Alexey Miller, direttore della "Gasprom". Alcuni media bulgari hanno criticato il misterioso progetto scrivendo che il paese si pone nella condizione di totale dipendenza energetica dalla Russia. La Bulgaria, inoltre, va in contro tendenza rispetto al tentativo dell’Unione Europea di evitare proprio il rischio di consegnarsi mani e piedi a Mosca per le forniture di combustibile fossile.
Bruxelles ha reso nota da tempo l’alternativa che ritiene preferibile, cioè il progetto Nabucco, un gasdotto che, dal 2012, dovrebbe entrare in funzione trasportando nell’Ue il gas della regione del Mar Caspio e dell’Iran.
Alcuni parlamentari spiegano lo scenario dello scandalo che ha coinvolto Ovcharov come un tentativo di privarlo dell’enorme potere che ha accumulato nelle sua mani. Secondo il quotidiano "24 Chassa" la crisi di governo sarebbe invece un capitolo della guerra in atto per il controllo dei 24 miliardi di leva (12 miliardi di euro) che vale il campo energetico bulgaro nei prossimi cinque anni.
Secondo molti analisti, due grandi clan all’interno del BSP starebbero combattendo per assicurarsi un ruolo privilegiato nella gestione delle relazioni economiche con la Russia. Petar Stoyanov, leader del partito di opposizione di destra SDS (Unione delle Forze Democratiche) ha denunciato come pericoloso l’atteggiamento dei socialisti di guardare alla Russia come maggiore partner economico, paragonando poi la visita di Stanishev a Mosca con i viaggi che Todor Zhivkov faceva nella capitale sovietica per raccogliere istruzioni. Lo SDS chiederà una mozione di sfiducia al governo, ma l’alto movimento di destra, i Democratici per una Forte Bulgaria, ha già fatto sapere che non supporterà l’iniziativa.
Voglia di protettorato
L’aspetto più stravagante di tutta la vicenda è che Sofia ha inviato una lettera alla Commissione Europea, richiedendo il monitoraggio di esperti legali europei sulle indagini per lo scandalo corruzione. Bruxelles, però, non sembra intenzionata a lasciarsi coinvolgere nel ruolo di giudice esterno. "E’ una vera umiliazione della nostra autostima nazionale", ha commentato la proposta Kostadin Paskalev, parlamentare del BSP. In tutta questa confusione, ci si potrebbe aspettare che Sofia chieda a Bruxelles di nominare anche i parlamentari europei e lo stesso governo in Bulgaria, visto che a Sofia, in questi giorni, si respira quasi la voglia di essere trattati come un protettorato.
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