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Conclusa la terza edizione della Carovana di Pace nei Balcani

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo contributo scritto da Vanessa e Barbara, partecipanti al viaggio di solidarietà organizzato nei Balcani da Assopace, da Mostar a Belgrado. Incontri, riflessioni, progetti.

10/08/2004, Redazione -

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Di Vanessa e Barbara (Assopace)

Il gruppo, composto da 18 persone, in gran parte partecipanti della Carovana dello scorso anno, è partito da Ancona, alla volta di Spalato, il 21luglio. A Spalato è arrivato a prenderci un autobus con Rada Zarkovic e Skender Hot, nostri amici e guide nei Balcani ormai da tanti anni. Rada e Skender
hanno lavorato negli ultimi anni come ufficio bosniaco di ICS ed oggi si occupano principalmente della Cooperativa Insieme di Bratunac (vedi più giù).

La sera del 23 siamo a Mostar; e la mattina dopo, mentre aspettiamo incuriositi ed eccitati la cerimonia di inaugurazione de "nuovo vecchio ponte", la città ci si blinda intorno. La cerimonia ufficiale si svolge alla presenza di numerose personalità internazionali: l’odio di chi l’ha distrutto forse non è tutto cancellato, ma la presenza alla cerimonia di Stipe Mesic e Svetozar Marovic, presidenti di Croazia e Unione di Serbia e Montenegro, ha una valenza simbolica forte almeno quanto quella di queste pietre bianche finalmente tornate al loro posto.

Il 24, al Teatro dei Burattini di Mostar siamo invitati a partecipare al seminario internazionale "Acqua, fonte di vita". In sala ci sono rappresentati di enti locali e gruppi della società civile bosniaca e italiana. Il sindaco di Mostar, Hamdija Jahic, parla del rapporto strettissimo che
lega la sua città al suo ponte e quindi al suo fiume, la Neretva; Pedrag Matvejevic sottolinea l’importanza del parlare dell’acqua perchè non venga più considerata una merce; e anche gli interventi successivi – quello di Pietro Folena, parlamentare, portavoce della Associazione italiana degli eletti per il Contratto Mondiale sull’Acqua, di Emilio Molinari, vice presidente del Comitato italiano per un contratto mondiale sull’acqua, di Selim Beslagic, sindaco di Tuzla e di Roberto Musacchio, parlamentare europeo – ribadiscono che l’ acqua è un diritto universale ed evidenziano lo stretto rapporto tra acqua e pace – guerra. Nel pomeriggio, gruppi ed enti, tra cui l’ Associazione per la pace, hanno continuato la discussione sugli argomenti presentati al mattino.

Il 25 incontriamo Denis, appartenente alla rete bosniaca degli obiettori di coscienza. Oltre a parlarci, a grandi linee, di tale esperienza, si sofferma sull’attività del centro culturale Abrasevic. I ragazzi del
centro promuovono attività culturali di vario genere, tra cui un cineforum presso la loro sede che diventerà presto un cineforum itinerante nei villaggi vicini sprovvisti di sale di proiezione (a causa della guerra). Grazie alla collaborazione con Denis, l’Assopace prevede di realizzare entro l’anno una serie di iniziative nelle scuole volte a promuovere l’educazione alla pace e la conoscenza dei Balcani post-conflitto. Si prevede inoltre la realizzazione di gite scolastiche in Bosnia Herzegovina rivolte alle ultime classi delle scuole superiori italiane.

Ci dirigiamo a Sarajevo, dove incontriamo tre dei ragazzi appartenenti alla rete bosniaca degli obiettori di coscienza (Prigovor Savjesti). Fin dal ’94 i ragazzi si sono battutti per rendere effettiva la legge che riconosce il diritto all’obiezione di coscienza in Bosnia Herzegovina. Grazie al loro impegno grandi passi avanti sono stati fatti riguardo il diritto ascegliere il servizio civile. Durante l’ultimo anno, i primi obiettori hanno iniziato la loro attività in alcune città bosniache. Dal 2003 i ragazzi si impegnano in una campagna di conoscenza delle regole internazionali per definire
standard comuni dei vari stati balcanici che siano simili a quelli europei.

Il 26, a Bratunac, al confine tra la Repubblica Sprska (Bosnia Erzegovina) e la Serbia, il "Forum Zena", ovvero il forum delle donne di Bratunac, ci presenta la cooperativa "Insieme". Formata da produttori e produttrici serbi e musulmani, si propone di promuovere la ripresa economica del comune e delle zone limitrofe, attraverso la produzione di lamponi, coltura tipica del luogo, per favorire il dialogo tra le diverse comunità. La storia dei comuni intorno a Srebrenica, tra cui Bratunac, è tra le più tragiche della guerra. Srebrenica, città protetta dai caschi blu dell’ ONU, cadde in mano alle milizie serbe nel 1995. Tutti gli uomini sopra i 14 anni furono massacrati, le donne e i bambini deportati in campi profughi in Bosnia. Ora, a dieci anni di distanza, il miglioramento della situazione politica si è accompagnato alle richieste di molti profughi di far ritorno alle loro case. La cooperativa si propone appunto di fornire una possibilità di ripresa anche economica per queste famiglie composte spesso solo di anziani, donne e bambini. Diverse Ong e associazioni italiane – tra cui l’Assopace – stanno cercando di rendere possibile l’acquisto di un impianto di surgelazione, necessario ai produttori per rendersi indipendenti dai commercianti che
lucrano sulla necessità di vendere subito il prodotto fresco.

Il 27 arriviamo a Kragujevac; durante un incontro con gli assessori alla cultura e all’educazione, l’Associazione per la Pace ha accolto il loro invito ad accompagnare in città una delegazione di professori italiani il 21 ottobre, in occasione della manifestazione "La grande lezione di scuola".
Essa si inserisce in tre giorni di manifestazioni commemorative, che ricordano l’uccisione di oltre 6000 persone da parte dei nazisti tedeschi nel 194. In particolare, il 21 ottobre si ricordano i professori che, pur di non abbandonare i propri studenti, rinunciarono alla possibilità di aver salva
la vita. Al memoriale – museo di Sumarice, visitato durante la mattina, sono raccolti oggetti, testimonianze, documenti delle migliaia di serbi che persero la vita in quell’occasione. Nel pomeriggio incontriamo Ljljana Palibrk, dell’Helsinky Commettee for Human rights in Serbia. Il lavoro di questa Ong consiste prevalentemente nel monitoraggio dei diritti umani, relativo soprattutto alle minoranze etniche presenti sul territorio serbo. Una parte importante del suo impegno si concentra inoltre sulla sensibilizzazione dei giovani rispetto al concetto di cittadinanza dopo la guerra, con
particolare attenzione al dialogo tra le diverse etnie. Cercano inoltre una diversa proposta di storia: nelle scuole e nelle famiglie c’è spesso una nozione errata di ciò che è successo durante la guerra, viziata dai racconti di parte. L’Helsinky Committee in Serbia ha pubblicato dei libri sul conflitto balcanico, cercando canali di diffusione alternativi a quelli scolastici, nei quali ancora non possono entrare. In questo contesto si inserisce la proposta di uno scambio culturale che prevede la possibilità per l’Assopace di portare dei ragazzi italiani di età compresa tra i 17 e i 24 anni a Kragujevac, per confrontarsi con alcuni loro coetanei (per la maggior parte serbi) sui temi della cittadinanza dopo il conflitto.

Il 28 ci dirigiamo a Pancevo, dove incontriamo Mirko Mandrino, animatore dell’Associazione "Grupa za mirovne akcije" (Peace action group), Djura Bugarski, segretario della Croce Rossa di Pancevo, e due rappresentanti di un gruppo di donne pacifiste, che sta perseguendo in questi anni una politica di contatto con la comunità e di rivalutazione del ruolo delle donne nella storia della società civile di Pancevo. Visitiamo poi, accompagnati dal direttore, il giornale locale, il Pancevac, la cui linea editoriale si propone di promuovere il dialogo tra comunità. Ci vengono consegnate le copie del quotidiano in cui sono presenti gli articoli che riguardano gli avvenimenti di marzo a Mitrovica, e decidiamo di pubblicarli sul sito Assopace non appena sarà possibile tradurli dal serbo – croato.

Il 29 siamo a Belgrado: nel quartiere di Zemun incontriamo l’associazione "Le madri sole", che accoglie le donne profughe, espatriate, o che, avendo perso il marito durante la guerra, devono mantenere le loro famiglie con le loro piccole entrate. A loro si sono aggiunti anche 21 uomini soli.
L’associazione offre sostegno e aiuto a donne, anziani, giovani, e gestisce inoltre un asilo che accoglie ad oggi 13 bambini, educati secondo il metodo Montessori. Per gestire tutte le attività necessarie sul territorio – sportello psicologico e legale, laboratori e corsi, aiuto telefonico, e l’asilo stesso – l’ Associazione avrebbe bisogno di circa 1600 euro mensili. Una eventualità presa in considerazione dall’ Assopace durante la discussione è stata quella di promuovere l’adozione a distanza dei bambini dell’asilo per coprire le spese che queste donne non sono in grado di sostenere.

L’ufficio nazionale dell’Associazione per la Pace si occuperà della gestione dei seguenti progetti:

1) Invio di una delegazione di professori italiani in occasione della commemorazionedella strage di Sumarice a Kragujevac.

2) Iniziative nelle scuole sul territorio italiano e gestione delle gite scolastiche in Bosnia Herzegovina.

3) Scambio culturale tra giovani a Kragujevac.

4) Invio di volontari a Bratunac per la raccolta dei lamponi.

Chiediamo ai gruppi territoriali di dare massima diffusione e appoggio ai progetti che stiamo portando avanti. Non avendo le forze sufficienti per poter gestire tutte le iniziative proposte, proponiamo ai gruppi di interessarsi in maniera più attiva a quelle ancora in via di definizione (raccolta fondi per l’acquisto dell’impianto di surgelazione per la cooperativa "Insieme" di Bratunac, eventuale campagna di adozione dei bambini o qualsiasi iniziativa volta a raccogliere fondi per l’associazione Madri Sole di Zemun, traduzione degli articoli dal serbo-croato del Pancevac).

Vedi anche:

ASSOPACE

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