Collaboratore di Tudjman presto interrogato dagli inquirenti del Tribunale dell’Aja
L’interrogatorio di Sarinic potrebbe rivelare verità nascoste sugli accordi Milosevic-Tudjman oltre a chiarire alcuni aspetti della guerra in Croazia
Con questo articolo avvia la sua collaborazione con Osservatorio sui Balcani Dragutin (Drago) Hedl. Attualmente redattore del settimanale croato Feral Tribune , nel corso della sua lunga carriera giornalistica Drago ha lavorato per alcuni tra i più importanti media nazionali e internazionali, tra gli altri AIM (Alternativa Informativna Mreza), IWPR (International War and Peace Reporting), Radio Free Europe, The Guardian e Time Magazine.
Redattore capo dal 1986 al 1991 del quotidiano "Glas Slavonije", fu brutalmente rimosso da questo incarico nell’estate del 1991 dalla azione congiunta di militari e politici locali per essersi rifiutato di veicolare attraverso le pagine del suo giornale contenuti nazionalisti e bellicisti.
Proclamato "nemico del popolo" dalle organizzazioni ultranazionaliste croate, dal 1991 al 1994 ha lavorato per il quotidiano "Slobodna Dalmacija" e per "Novi List" prima di arrivare al Feral.
Insieme alla moglie Ivana (anch’essa giornalista) nel 2001 ha ricevuto il riconoscimento annuale da parte della Associazione dei Giornalisti Croati per la migliore intervista del 2000.
La redazione di Osservatorio dà a Drago Hedl un caloroso benvenuto a bordo!
Hrvoje Sarinic, ex stretto collaboratore del primo presidente croato Franjo Tudjman, è stato invitato a rispondere alle domande dei giudici del Tribunale dell’Aja. Il suo interrogatorio è atteso per la fine di febbraio, inizi di marzo. Confermando questa notizia, Sarinic ha dichiarato di ritenere che gli inquirenti dell’Aja siano interessati agli eventi del 1991, e in particolare alle intense discussioni avvenute in quel periodo tra Franjo Tudjman e Slobodan Milosevic.
"Dovrebbe trattarsi di un colloquio informativo interamente dedicato al processo Milosevic – ha dichiarato Sarinic a Vecernji List, il maggiore quotidiano della Croazia."
Sarinic ha poi ribadito le stesse dichiarazioni alla Tv Croata, nel tentativo di arrestare le voci relative ad un diretto interesse del Tribunale dell’Aja nei confronti di Tudjman.
"Loro gli inquirenti dell’Aja, ndc vorrebbero confermare alcune loro teorie – ha dichiarato Sarinic alla televisione. Spero di non dover testimoniare contro Milosevic all’Aja, ma se me lo chiedono lo farò."
Sarinic è l’autore del libro "Tutte le mie negoziazioni segrete con Milosevic", pubblicato all’inizio del 1999, quando Franjo Tudjman era ancora vivo. Il libro racconta di 13 incontri segreti di Sarinic con Milosevic avvenuti tra il 1993 e il 1995.
Dobroslav Paraga, il presidente della formazione di destra Partito Croato dei Diritti 1861, ha un’opinione diversa rispetto all’interesse dell’Aja nei confronti di Sarinic. Paraga ritiene che il Tribunale sia interessato al ruolo di Sarinic in alcune operazioni militari, come quella della sacca di Medack. Questo episodio è quello che ha portato alla messa in stato d’accusa da parte dell’Aja nei confronti dei due generali croati Rahim Ademi e Janko Bobetko.
Durante questa operazione, avvenuta nel 1993, Sarinic era il presidente del governo croato. Fino al 1998, allorquando ruppe con un Tudjman già gravemente malato, Sarinic ricoprì diverse funzioni importanti all’interno del governo. Per diversi anni fu a capo del gabinetto di Tudjman presiedendo anche l’Ufficio per la Sicurezza Nazionale, i servizi segreti croati.
Quando nel 1998 Sarinic ruppe con un Tudjman paranoico e malato, l’ex presidente lo accusò di lavorare per i servizi segreti militari yugoslavi, la Kos, e di cooperare con i servizi segreti francesi. Prima di venire in Croazia, Sarinic lavorava in Francia come esperto nella progettazione di centrali nucleari.
L’interesse dell’Aja nei confronti di Sarinic ha ridato forza alle voci secondo cui il Tribunale Internazionale sarebbe interessato ad interrogare i più stretti collaboratori di Tudjman, coinvolti nelle operazioni militari durante la guerra di Croazia del 1991-1995. questo potrebbe significare che nuove incriminazioni potrebbero essere inviate alla Croazia, aggiungendosi a quelle già ufficializzate nei confronti di Rahim Ademi, Ante Gotovina e Janko Bobetko.
Ad oggi Ademi è l’unico generale croato a rispondere alle accuse di fronte al tribunale dell’Aja. Dopo un breve periodo di detenzione, gli fu concesso di difendersi in libertà. Il generale Ante Gotovina si è invece reso irreperibile dopo la messa in stato d’accusa da parte del Tribunale Internazionale, mentre l’arrivo all’Aja di Janko Bobetko (82 anni) è temporaneamente posposto a causa delle sue condizioni di salute.
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