Tipologia: Reportage

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Area: Armenia

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Cina-Armenia: do you speak English?

Opportunità di lavoro e salari mensili dieci volte più alti che in Armenia. La nuova frontiera per gli insegnanti di inglese armeni sembra essere la Cina

23/01/2019, Armine Avetisyan -

Cina-Armenia-do-you-speak-English

La disoccupazione è un problema in Armenia: i dati ufficiali relativi al 2016 la mettono al 18.3%, percentuale che si innalza in modo preoccupante tra i più giovani, raggiungendo il 38,6%.

Mentre le generazioni più anziane hanno sempre guardato alla Russia come mercato per trovare lavoro stagionale, i giovani guardano ora alla Cina, per insegnare inglese.

Alina Antonyan, 31 anni, è una di queste.

Alina da lezioni private sia di inglese che di russo - foto Armine Avetisyan

Alina dà lezioni private sia di inglese che di russo – foto Armine Avetisyan

“Intermediari cinesi sono andati ‘a caccia’ di insegnanti di inglese in Armenia. Ho amici che sono già partiti e confermano che la domanda di insegnanti è alta in Cina. Tra l’altro non serve una padronanza perfetta della lingua, ma basta anche una conoscenza intermedia”, racconta Alina che si è laureata in inglese presso la Facoltà di lingue straniere dell’Università statale di Gyumri.

Alina ha atteso invano di iniziare a lavorare come insegnante nella sua città natale. Nel frattempo ha lavorato per aziende private.

“È difficile trovare un lavoro a Gyumri. Non vi sono fabbriche ed anche il terziario è debole. La paga giornaliera è di circa due dollari anche se a volte sono riuscita anche a guadagnarne il doppio, portando a casa a fine mese circa 100 dollari. Una somma mediocre, ma non ci sono alternative. Per molti mesi sono rimasta poi senza lavoro. L’ultimo posto dove lavoravo ha chiuso, però poi non ho cercato altro e mi sono invece preparata per trasferirmi in Cina. Lì il salario medio è di 1000 dollari oltre all’alloggio gratis”, racconta Alina.

“In parallelo alla mia ricerca di lavoro ho anche analizzato il mercato del lavoro dal punto di vista finanziario arrivando alla conclusione che insegnare inglese in Cina è una delle opzioni migliori per chi conosce bene la lingua. Si può risparmiare il 30% del proprio salario, anche non conducendo una vita troppo parsimoniosa. Così avrò l’opportunità di lavorare vari anni, risparmiare e poi aprire qualcosa di mio rientrando in Armenia”.

Astghik mentre scherza con le bacchette cinesi - foto di Armine Avetisyan

Astghik mentre scherza con le bacchette cinesi – foto di Armine Avetisyan

Vi sono due modi per trovare lavoro in Cina: internet e tramite agenzie in Armenia.

Gli intermediari cinesi possono essere contattati su appositi siti web. Il salario mensile va dagli 800 ai 2000 dollari. Agli insegnanti viene solitamente dato alloggio gratuito e a loro carico sono solo luce e gas. Vengono firmati contratti di un anno.

I rappresentanti delle agenzie armene non vogliono parlare della questione con noi giornalisti. Secondo Alina questo avviene perché loro non fanno nulla di particolare se non riferirsi agli stessi portali web che si possono contattare privatamente facendo l’iscrizione in nome del candidato. Una procedura tra l’altro relativamente semplice. Non tentano nemmeno di mediare o negoziare un salario più alto di quello proposto.

Anche gli intermediari cinesi non concedono interviste. Nonostante la loro disponibilità ad aiutare chi è desideroso di partire per la Cina e a rispondere alle domande dei possibili candidati rifiutano di parlare con giornalisti. Questo forse dipende da alcuni illeciti che avvengono nell’intero processo. Ad esempio gli insegnanti di inglese armeni vengono presentati come madrelingua. La domanda di madrelingua è più alta in Cina perché le scuole dove insegnano vengono ritenute più prestigiose e le famiglie degli studenti sono pronte a pagare rette più alte.

Astghik Mnatsakanyan ha ventotto anni e l’anno scorso ha lavorato in Cina. Racconta di aver deciso di partire dopo aver saputo che vi era l’opportunità di insegnare inglese con dei buoni salari.

“Vi sono state alcune difficoltà. Ho dovuto prepararmi psicologicamente alla partenza e i miei genitori hanno dovuto abituarsi alla mia assenza. Ho avviato le pratiche tramite un’agenzia, che mi ha fatto un colloquio, che ho passato. Poi hanno iniziato a chiedermi di scegliere tra varie opzioni sull’alloggio o sulla città che preferivo… ma poi parlando con altri sono venuta a sapere che vi era anche la possibilità di guadagnare più di quanto mi veniva offerto. Alla fine ho scelto un’opzione, mi è stato fatto un colloquio via Skype ed ho ottenuto il visto ed i biglietti per il viaggio. Ma non sono rimasta a lungo, non mi sono mai abituata a stare lì ed ho avuto problemi con il visto” racconta Astghik, che insegnava presso un asilo.

Astghik durante una lezione presso un asilo in Cina

Astghik durante una lezione presso un asilo in Cina

Astghik racconta che si insegna sia presso scuole che presso asili e che l’età degli scolari va dai 4 agli 11 anni. Il primo contatto con i bambini è in inglese. Vengono insegnate le lettere dell’alfabeto e parole molto semplici.

Agli armeni che hanno un aspetto “più europeo” viene offerto anche lavoro extra, come tutori privati dei bambini a casa. Di questo vi è molta richiesta. Chi non ha problemi con il visto tende ad estenderlo, sicuri che non sarebbero in  grado di trovare un lavoro simile in Armenia.

L’ambasciata cinese in Armenia ha fatto sapere di non avere nulla a che fare con questo programma. Se una persona desidera lavorare in Cina deve arrangiarsi a trovare il lavoro desiderato e poi richiedere il visto all’ambasciata. Che solo a quel punto viene coinvolta.

 

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