Tipologia: Notizia

Area: Balcani

Categoria:

Cercavamo la pace

Decine di migliaia di cittadini italiani ed europei hanno preso parte ad azioni di solidarietà rivolte alle popolazioni civili durante le guerre nei Balcani. Alcuni di loro persero la vita. Tra questi Moreno Locatelli, ricordato domani a Sarajevo. Osservatorio Balcani e Caucaso lancia ora un progetto per esplorare e non far dimenticare quello straordinario impegno per la pace

02/10/2013, -

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Il 3 ottobre del 1993 Moreno Locatelli, volontario dei Beati Costruttori di Pace, venne ucciso da un cecchino sul ponte Vrbanja, nella Sarajevo sotto assedio. Domani, vent’anni dopo, la città e una nutrita delegazione italiana lo ricorderanno con una cerimonia pubblica su quello stesso ponte e lungo la via di Sarajevo che dal 2003 porta il suo nome.

Moreno è sepolto a Canzo, suo paese natale e sulla sua tomba, in una teca di vetro, è esposta la bandiera della pace. Nel 2011 è stato riconosciuto tra i “Giusti del Mondo” come "uomo che ha dato la vita per la pace in Bosnia".

Moreno, era un semplice cittadino, un pacifista e un attivista di quel vasto movimento italiano che negli anni ’90 portò solidarietà e aiuti alle popolazioni colpite dalla guerra nei territori della ex Jugoslavia. Persone che si impegnarono nel portare aiuti umanitari, ospitare nelle proprie case profughi, esprimere solidarietà alle vittime, denunciare le politiche di potenza dei propri governi, sostenere la necessità dell’integrazione europea dei paesi del sud-est Europa per facilitare la risoluzione dei conflitti.

Una mobilitazione che rappresenta un capitolo importante della storia europea ancora poco conosciuta e studiata. Ecco perché Osservatorio Balcani e Caucaso – centro di giornalismo e approfondimento con sede a Rovereto, in Trentino – sta realizzando "Cercavamo la Pace", un progetto di ricerca che vuole ricostruire quell’esperienza: attraverso interviste ai protagonisti di allora, analisi delle pubblicazioni e dei documenti esistenti, percorsi di divulgazione attraverso seminari, laboratori per le scuole e trasmissioni televisive.

Ma non solo. Si intende infatti dare vita a un grande sforzo collettivo di raccolta di ricordi e documenti di quel periodo. Un vero e proprio crowdsourcing di fotografie, video, diari, volantini, manifesti e altra documentazione relativi al periodo 1990-2000 che le migliaia di attivisti, cittadini e volontari di allora hanno custodito in privato.

Il tutto su una piattaforma web di condivisione liberamente accessibile – www.cercavamolapace.org – per donare all’opinione pubblica queste pagine importanti della storia dell’Europa solidale.

Cercavamo la pace” è un progetto sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e realizzato in collaborazione con l’Università di Genova, la Fondazione Museo Storico del Trentino (FMST), il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, il Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale (CFSI), l’Istituto Pace Sviluppo Innovazione delle ACLI (IPSIA ACLI), l’Associazione Ambasciata della Democrazia Locale a Zavidovići di Brescia (ADL Zavidovići), il Comitato Padova con i Balcani.

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