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Ceku a Podgorica, Belgrado protesta

Il premier kosovaro Agim Ceku va in visita ufficiale nella capitale montenegrina, ma il governo serbo critica fortemente la scelta diplomatica di Podgorica. Si inaspriscono i rapporti tra Serbia e Montenegro

10/11/2006, Jadranka Gilić - Podgorica

Ceku-a-Podgorica-Belgrado-protesta

Mentre sono in corso i negoziati per decidere lo status futuro del Kosovo, il premier kosovaro Agim Ceku è giunto in visita ufficiale in Montenegro il 3 novembre scorso e si è incontrato con i più alti esponenti statali montenegrini. Il governo serbo ha criticato aspramente le autorità di Podgorica per la visita del premier kosovaro, valutandola come un fatto sorprendente e preoccupante.

Dopo l’incontro del premier kosovaro con le autorità montenegrine si è tenuta una conferenza stampa a Podgorica, durante la quale Agim Ceku ha dichiarato che attende una soluzione per lo status del Kosovo entro la fine dell’anno (B92, 3 novembre).

"Secondo il nostro punto di vista il Kosovo sarà un paese proiettato verso l’integrazione europea, un paese democratico, moderno, multietnico e stabile, che vivrà in pace con i vicini e che contribuirà alla stabilità della regione", ha dichiarato il premier kosovaro, sottolineando che questa è l’unica soluzione sostenibile per la regione. Ceku ha anche detto che i serbi governeranno i territori che abitano, aggiungendo che "Il Kosovo è la loro casa, il loro paese ed io sono il loro premier e mi sento responsabile per tutti."

Il premier montenegrino, Milo Djukanovic, ha spiegato la posizione del Montenegro dichiarando che ogni soluzione sulla quale concorderanno Belgrado, Pristina e la comunità internazionale è accettabile per il Montenegro, dichiarando inoltre che prima si risolve lo status del Kosovo meglio è visto che dalla qualità della soluzione dipendono le future relazioni e la stabilità della regione.

Dall’altra parte il presidente serbo Boris Tadic ha trovato "inaccettabile e non necessaria" la mossa di Djukanovic di ricevere il premier kosovaro Ceku nel momento in cui si svolgono le trattative sullo status futuro. Tadic ha dichiarato: "Agim Ceku non è stato autorizzato a rappresentare il Kosovo all’estero e a condurre colloqui bilaterali. Inoltre, penso che non sia necessario fare pressione per portare a termine i negoziati sullo status del Kosovo entro la fine dell’anno." Il presidente serbo ha poi aggiunto: "Spero che il futuro governo del Montenegro abbia più comprensione per una questione così complessa e che si comporti in modo tale da mantenere la stabilità della regione."

Invece, il premier della Serbia, Vojislav Kostunica, ha ricordato che "non è mai successo nella storia che il Montenegro si sia messo contro la Serbia. E da quando esiste, la Serbia non ha mai fatto niente contro il Montenegro" (B92, 5 novembre). Secondo Kostunica, la posizione della Podgorica ufficiale secondo la quale il Kosovo è un vicino del Montenegro, viola direttamente la sovranità e l’integrità territoriale della Serbia. Il premier serbo ha spiegato che "questa posizione è stata esposta durante il colloquio con Ceku, accusato dalla Serbia di aver commesso crimini di guerra contro la popolazione serba, e non solo in Kosovo".

Inoltre, il governo serbo ha avvisato il governo montenegrino che ha l’obbligo di rispettare rigorosamente la sovranità e l’integrità territoriale della Serbia, in conformità alla Carta dell’ONU e alle norme del diritto internazionale. In caso contrario, il governo montenegrino dovrà ritenersi responsabile delle serie conseguenze nei rapporti fra la Serbia e il Montenegro (B92, 4 novembre).

Anche la presidentessa del Centro di coordinamento per il Kosovo, Sanda Raskovic Ivic, ha criticato aspramente le autorità di Podgorica per la visita del premier kosovaro Ceku in Montenegro. Raskovic Ivic ha valutato la visita di Ceku in Montenegro, come un fatto sorprendente e preoccupante, nel momento in cui – secondo la Raskovic Ivic – la comunità internazionale, ed in primis la Russia e la Cina, sta cambiando la propria posizione sulla soluzione futura per il Kosovo, a favore della Serbia.

Dal canto suo, il ministro montenegrino degli Esteri, Miodrag Vlahovic, ha spiegato che la visita del premier kosovaro Ceku in Montenegro non ha affatto danneggiato gli interessi della Serbia nel momento in cui sono in corso i negoziati sullo status futuro del Kosovo. Secondo Vlahovic la comunicazione del Montenegro con i paesi della regione contribuisce alla stabilità della regione ed è stata appoggiata dalla comunità internazionale. Vlahovic ha anche spiegato che la decisione di ricevere Agim Ceku non è stata una decisione personale del premier montenegrino Milo Djukanovic, ma il risultato della politica estera del Montenegro.

Le reazioni della Serbia ufficiale alla visita di Ceku nella capitale montenegrina hanno provocato le contro-reazioni del governo del Kosovo. La portavoce del governo kosovaro Ulpijana Ljama, ha detto che non c’è bisogno che la Serbia interferisca nella politica estera del Kosovo coi paesi confinanti, così come il Kosovo non interferirà nelle relazioni tra la Serbia e il Montenegro. La portavoce Ljama ha aggiunto: "La Serbia deve cambiare politica ed accettare la nuova realtà dei Balcani, come lo hanno fatto gli altri paesi" (B92, 5 novembre).

Secondo gli analisti internazionali, oggi il Kosovo rappresenta un "buco nero" dell’Europa. Al posto dell’integrazione, la situazione attuale della regione stimola il processo opposto: la segregazione. La Washington ufficiale insiste che la decisione finale sullo status di Kosovo sia presa entro la fine dell’anno, mentre gli esponenti dell’Unione europea annunciano che potrebbe esserci un rinvio della decisione a dopo le elezioni parlamentari in Serbia. Gli analisti valutano che l’approccio più realista di Bruxelles è motivato dal giustificato timore che la decisione sullo status finale del Kosovo, presa prima delle elezioni, destabilizzerebbe seriamente la Serbia e radicalizzerebbe la sua scena politica.

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