Cara UE, i Balcani Occidentali ti scrivono
"Quattordici anni dopo Salonicco abbiamo capito che non ci vuoi ed abbiamo cominciato a comportarci di conseguenza". I Balcani Occidentali scrivono all’UE
(Pubblicato originariamente da Balkan Insight il 13 marzo 2017)
Cara zietta Europa,
scrivo in nome dei tuoi poveri nipoti dei Balcani Occidentali: Serbia, Montenegro, Bosnia Erzegovina, Macedonia, Kosovo e Albania, insomma quelli irrequieti.
E’ passato un po’ di tempo. E dovremmo parlare.
Quattordici anni fa, a Salonicco, ci siamo solennemente promessi che un giorno, non troppo lontano nel tempo, ci sarebbe stato permesso di entrare nella tua grande casa a Bruxelles e di sederci da pari al tuo tavolo.
Tutto ciò che dovevamo fare, hai detto, era di comportarci in modo appropriato: essere gentili con te, tra di noi e di apprendere le buone maniere per non metterti in imbarazzo di fronte agli ospiti.
E noi ci abbiamo provato. Lo abbiamo fatto davvero. Abbiamo smesso di litigare, abbiamo riordinato le nostre camere nel limite del possibile, siamo stati gentili nei confronti dei nostri vicini. Abbiamo persino condiviso i nostri giocattoli e le nostra roba ogni tanto, sebbene non lo volessimo per davvero, ma solo per dimostrarti che siamo in grado di essere buoni.
Ma non c’è mai stata alcuna ricompensa. 10 anni dopo Salonicco, solo la Croazia ha ricevuto l’invito tanto agognato, e una volta che è partita, ha rotto velocemente tutti i legami con noi. Adesso va in giro blaterando di avere ascendenze "europee centromeridionali e mediterranee", e non pronuncia mai la parolina "Balcani".
Dato che abbiamo capito che non vuoi farci entrare, lentamente abbiamo lasciato perdere. Ma non ci è sembrato che tu te ne sia accorta.
Ti prego, non fraintendermi. So che hai avuto, e hai ancora, dei problemi per conto tuo: hai una crisi economica, una crisi dei migranti e una crisi terroristica, e la Gran Bretagna ha mollato gli ormeggi per navigare verso altri lidi. Volevamo venire ad aiutarti, ma ci hai tenuti lontani.
Così noi abbiamo fatto finta di fare le riforme e tu hai fatto finta che il tuo invito fosse ancora valido. Almeno per un po’, siamo andati avanti così.
Poi entrambi ci siamo stufati di fingere. Prima hai detto che non ci sarebbero stati più allargamenti dell’UE fino al 2020; poi hai rimandato al 2025.
Abbiamo ricevuto il messaggio. Tu ci hai abbandonato, così noi abbiamo abbandonato te, e tra di noi siamo tornati alle vecchie abitudini. Insomma, abbiamo avuto una ricaduta.
Guardaci bene adesso: la Serbia è diventata nuovamente un bullo; il Kosovo ha ormai quasi nove anni e si è stancato dei giocattoli e chiede piuttosto di avere armi vere; la Bosnia sta collassando da sola; il Montenegro pensa di essere al top del mondo; la Macedonia ha istinti suicidi; l’Albania sta in un angolo e tiene il broncio tutto il giorno.
Insomma, è un casino.
Abbiamo anche cominciato a giocare con i bambini cattivi, come Vlad, Recep e Abu Bakr, e con Donald, quel nuovo moccioso arancione. Ci hai avvertiti di stare alla larga da loro, ma in tua assenza, avevamo bisogno di amici. E forse non sono così male come ce li descrivi.
Così finalmente abbiamo ottenuto la tua attenzione. Abbiamo saputo che la settimana scorsa a Bruxelles c’è stata una grossa cena di famiglia, e che eravamo tra gli argomenti di conversazione più importanti. Naturalmente non eravamo invitati. Non siamo mai stati invitati.
Ma abbiamo compreso il messaggio – o come le chiami tu, "conclusioni"- dell’evento. Ti sei accorta che siamo irrequieti e instabili. Dici di essere preoccupata. E lo imputi tutto alle "influenze esterne". Ma dai? Come se in pratica non fossimo altro che bravi ragazzi finiti con delle cattive compagnie. Tutto ciò è umiliante.
Allora ti dico una cosa: non siamo buoni, non più e forse non lo siamo mai stati. Ci abbiamo provato per un po’, ma non ha funzionato. Inoltre, siamo perfettamente capaci di creare caos per conto nostro, e ormai dovresti esserne ben consapevole.
Nello stesso messaggio hai affermato anche che rispetterai la vecchia promessa di Salonicco. Scusaci, ma non ce la beviamo più.
Ti vogliamo ancora bene, e desideriamo ardentemente entrare. Ma hai dimostrato costantemente che l’unico modo di ottenere la tua attenzione è di essere il più fastidiosi possibile. E abbiamo appena cominciato.
E non dire che non sei stata avvisata.
Cordiali saluti,
i Balcani Occidentali
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