‘Cane’ Subotic e le bionde
Dopo quasi un anno di latitanza, è stato arrestato a Mosca Stanko "Cane" Subotic, controverso businessman serbo, residente da anni a Ginevra, accusato di essere stato una delle figure chiave del contrabbando di sigarette fiorito tra Serbia e Montenegro durante gli anni ’90.
Stanko Subotic, detto "Cane" (leggi: "Zane", ndr.), è stato arrestato il 28 aprile scorso all’aeroporto di Mosca, secondo la lista di arresti della Interpol inviata dalla polizia serba, con l’accusa di contrabbando di sigarette. Secondo il ministero dell’Interno di Belgrado, Subotic si trova in fermo provvisorio a Mosca in attesa dell’estradizione alle istituzioni giudiziarie serbe.
Lo scorso giugno, in Serbia è cominciata una grande operazione con la quale sono state catturate alcune persone coinvolte nel contrabbando di sigarette. Nel corso delle indagini, Stanko Subotic, uno dei personaggi più ricchi dell’Europa orientale (con un patrimonio stimato intorno ai 650 milioni di euro), è stato individuato come principale boss nel traffico delle sigarette fiorito durante gli anni ’90.
Subotic, assieme ad altre 14 persone, tra cui l’ex direttore della dogana Mihalj Kertes e Marko Milosevic, figlio dell’ex presidente serbo Slobodan Milosevic, è stato quindi accusato proprio del reato di contrabbando di sigarette.
Secondo l’accusa, stilata a fine dicembre 2007, le persone in questione avrebbero guadagnato circa 174 milioni di dinari (pari a 56 milioni di marchi tedeschi) attraverso traffici illeciti, nel periodo 1995-96, come riportato dall’emittente B92 il 28 aprile scorso.
Gli avvocati Vlado Pavicevic e Radoslav Tadic hanno dichiarato che Subotic aveva l’intenzione di presentarsi davanti alla giustizia serba il 19 maggio prossimo. Inoltre, gli avvocati di Subotic hanno dichiarato che in Serbia è stato condotto contro Subotic un processo politico, che non ha nulla a che vedere con crimini finanziari, spiegando che sino ad oggi nessuna denuncia o accusa è stata presentata dalla polizia, e l’unica apparizione del proprio cliente davanti alla polizia è avvenuta per volontà dello stesso Subotic, che ha chiesto un interrogatorio per chiarire la sua posizione.
Il processo sarebbe dovuto cominciare il 19 maggio, ma adesso per dare inizio alla procedura si aspetta l’estradizione di Subotic, il quale, alcuni giorni fa, ha offerto 700.000 euro di cauzione, poi rilanciando a 2 milioni di euro, per potersi difendere in libertà.
L’anno scorso le autorità svizzere avevano rifiutato la rogatoria loro inviata dalla polizia serba per condurre le indagini contro Subotic sul territorio della Confederazione Elvetica e ottenere l’estradizione, motivando tale rifiuto con l’argomentazione che la legge svizzera non ammette l’estradizione per motivi finanziari.
Comunque, Subotic è stato rintracciato in Svizzera mentre chiedeva un visto per entrare nella Federazione russa per un viaggio d’affari. L’8 aprile è riuscito quindi ad arrivare a Mosca, dove ha creato una società per attrezzature sportive e bibite energetiche. Durante questo periodo è stato tenuto sotto controllo dalla polizia russa, ma non è stato arrestato fino a quando non ha richiesto di ritornare in Svizzera.
Dopo il suo arresto, Subotic ha rilasciato un’intervista dove ha raccontato la sua versione dei fatti sul suo presunto ruolo nel traffico di sigarette: "Dopo aver concluso un affare con un’azienda macedone, ho ricevuto in pagamento un quantitativo di sigarette, che ho cominciato a vendere. Compravo le sigarette dai distributori, le importavo e poi continuavo a distribuirle. Per un periodo ho gestito anche un duty-free shop nella dogana di Djeneral Jankovic".
Oltre che per i traffici illeciti in Adriatico negli anni ’90, il nome di Subotic viene fatto anche nel processo che conduce la Divisione distrettuale antimafia di Bari. Secondo l’accusa della procura del capoluogo pugliese, Subotic avrebbe trasportato ingenti somme di denaro, a bordo di tre aerei, tra la Svizzera, il Montenegro e Cipro.
Il primo ministro del Montenegro, Milo Djukanovic, accusato di associazione mafiosa finalizzata al traffico internazionale di sigarette di contrabbando, ha chiesto di essere ascoltato dalla procura di Bari per chiarire definitivamente la sua posizione. Djukanovic in un’intervista rilasciata all’ANSA il 28 aprile scorso, ha affermato che il Montenegro non è mai stato un paese senza regole, da dove mafiosi pugliesi e uomini d’affari svizzeri avrebbero trafficato per anni mille tonnellate al mese di sigarette di contrabbando.
Inoltre, ha detto Djukanovic, le istituzioni montenegrine sono sempre state estranee ai crimini e hanno combattuto i clan mafiosi. "L’ho detto molte volte", ha concluso il presidente montenegrino, "le affermazioni secondo le quali il Montenegro ha tollerato e organizzato in quanto Stato un traffico illegale di sigarette sono nate come una manovra di Belgrado (al tempo dell’ex regime di Slobodan Milosevic) con l’obiettivo di infangare il nostro desiderio d’indipendenza di fronte all’opinione pubblica internazionale".
Sul settimanale montenegrino "Monitor", del 2 maggio scorso, viene riportato il commento del direttore politico del Partito Democratico Socialista (DPS) Predrag Sekulic sull’arresto di Subotic. Secondo Sekulic la vicenda giudiziaria non riguarda il Montenegro, visto che Subotic è cittadino serbo.
Al tempo stesso, però, "Monitor", ricorda che Subotic è stato un partner strategico del Montenegro fino a poco tempo fa.
Prima dell’accusa giunta da Belgrado, Subotic ha festeggiato il prestigioso "Five Stars Diamond Award", ricevuto dall’Accademia Americana delle Scienze Turistiche per l’eccellente qualità del servizio offerto nella sua Villa Montenegro a Sveti Sefan, assieme al primo ministro montenegrino Milo Djukanovic e Svetozar Marovic, uno dei leader del DPS.
Inoltre, Subotic possiede la più grande rete di distribuzione nei Balcani: la sua società, la "Futura plus", registrata in Serbia, vende quotidiani, riviste, snack, bibite e bevande non alcoliche. Insomma, più di 750 articoli fra i beni di consumo e 120 articoli fra prodotti di tabaccheria e stampa d’informazione.
Alla fine del 2006 Subotic aveva creato la società "Futura Monta" a Podgorica, con la quale voleva riunire le reti di distribuzione del Montenegro. Il progetto è stato bloccato a causa delle accuse arrivate da Belgrado che hanno portato Subotic in Svizzera.
Sempre secondo "Monitor", il monopolio sulla rete di distribuzione può essere molto pericoloso per la libertà della stampa e rappresenta un ottimo sistema per il riciclaggio del denaro sporco.
Secondo le indiscrezioni del settimanale, mai smentite, Subotic era interessato anche ad acquistare il quotidiano montenegrino "Pobjeda".
Anche se sulla stampa serba è stato scritto molto sul trasferimento degli investimenti di "Cane" dalla Serbia al Montenegro, tutto è rimasto a livello di speculazioni. Dal registro della corte commerciale del Montenegro risulta che Stanko Subotic è proprietario dell’azienda "Tolmat Travel-Tours", con sede a Sveti Stefan.
Prima dei problemi con la polizia serba, Subotic aveva dichiarato di voler investire grossi capitali in Montenegro, 20 milioni euro soltanto nella costruzione di lussuosi appartamenti sull’istmo di Sveti Stefan.
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