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Campagna tra gentiluomini

In Slovenia ad ottobre le elezioni presidenziali. Tre i candidati che si giocheranno la poltrona. Dopo una stagione di duri scontri istituzionali sembra prevalere una cultura del dialogo alla quale non si era più abituati

14/08/2007, Franco Juri -

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Il ventuno ottobre prossimo la Slovenia eleggerà il suo nuovo presidente della repubblica, il terzo dall’indipendenza nel 1991, dopo Milan Kučan e Janez Drnovšek. Quest’ ultimo, il cui mandato all’insegna di uno stile decisamente poco convenzionale ha suscitato negli ultimi anni più di qualche polemica e constribuito ad inasprire i rapporti istituzionali tra la presidenza ed il governo, non ricandiderà.

A contendersi seriamente la poltrona presidenziale saranno questa volta in tre; il candidato del centrodestra Lojze Peterle e due candidati del centrosinistra, Danilo Türk e Mitja Gaspari. Li segue nei sondaggi, ma senza grandi possibilità di concorrere per un eventuale ballottaggio, Zmago Jelinčič, l’ultranazionalista e goliardico leader del partito nazionale sloveno (SNS).

Lojze Peterle, democristiano della prima ora, attualmente europarlamentare del partito Nova Slovenija, affiliato al partito popolare europeo, è stato il primo premier della Slovenia indipendente e più tardi, nel primo governo Drnovšek, anche ministro degli Esteri. E’ l’esponente politico conservatore sloveno più apprezzato, non solo a destra, in quanto ha sempre saputo mantenere la propria autonomia anche nel suo travagliato rapporto di alleanza con Janez Janša.

Peterle candida come „indipendente" ma con l’appoggio „esterno" di Nova Slovenija (NSI), del Partito democratico sloveno (SDS) e del Partito popolare (SLS). La sua immagine di politico coerente con le proprie posizioni conservatrici e cattoliche gli garantisce l’appoggio della chiesa, la sua reputazione di politico dal giusto savoir faire populista e che sa dialogare con tutti senza mai esasperare i toni, lo avvicina anche a tanti elettori di centro.

La sua campagna, iniziata dopo una candidatura a sorpresa che ha spiazzato la compagine di destra e chiuso le porte a candidati più fedeli a Janša, si svolge all’insegna di un porta a porta per tutta la Slovenia. Cinquantanove anni ben portati Peterle va in giro per il paese con la fisarmonica e spesso in bicicletta. Nonostante le cure per un cancro incipiente diagnosticato alcuni anni fa oggi è in ottima forma fisica e secondo i sondaggi è il grande favorito. Potrebbe passare al primo turno.

Il centrosinistra partecipa alle presidenziali disunito e con due candidati. Fallite le trattative tra la la Democrazia liberale (LDS) e i Socialdemocratici (SD) nonché il gruppo di »Zares«, nato da una recente scissione dei democratici liberali, e dopo che Borut Pahor, presidente SD e favoritissimo nei sondaggi, si era ritirato per guidare piuttosto il partito ad una probabile vittoria alle prossime politiche, l’opposizione ha puntato divisa su due candidati, entrambi apprezzati dall’ opinione pubblica.

Danilo Türk, 56 anni, ex ambasciatore all’Onu ed ex consigliere politico di Kofi Annan, è attualmente professore universitario presso la facoltà di giurisprudenza di Lubiana. Politico dai toni diplomatici e moderati, portamento anglosassone, fu il sostenitore più coerente dell’ iniziativa svedese „per un mondo senza armi nucleari" cui aderì anche la Slovenia nel 1999.

Ma dopo l’ ultimatum americano che ordinò al piccolo paese candidato Nato di uscirne al più presto, la Slovenia abbandonò l’iniziativa spaventata e imbarazzata, mentre Türk cadde nel dimenticatoio politico riparando nelle sfere internazionali. Poco conosciuto in patria sta ora rimontando la china da candidato „indipendente", avvicinandosi agli elettori anche con le tecniche del populismo e con l’appoggio dei socialdemocratici , degli ex democratici liberali di Zares, del partito governativo dei pensionati (Desus) e di una folta schiera di personalità pubbliche. I sondaggi lo danno al secondo posto con serie possibilità di affrontare Peterle ad un secondo turno.

La democrazia liberale appoggia invece un altro candidato »indipendente«; Mitja Gaspari, ex ministro del Tesoro nel governo Drnovšek ed ex governatore della Banca nazionale. Gaspari ha l’indiscutibile merito di ever portato la Slovenia nell’euro ed è premiato agli occhi di tanti elettori sloveni pure dall’ingiustizia subita di recente per mano di Janez Janša che ne ha minato la rielezione a governatore, proposta dal presidente Drnovšek. E’ il meno populista dei tre, forse persino troppo schivo e pacato per le masse. Un politico dallo stile sobrio e forse penalizzato da un’immagine da tecnocrate ed esperto finanziario di difficile presa tra gli elettori. Comunque Gaspari ha l’appoggio di importanti e rispettabili nomi della sfera pubblica, tra cui spiccano quelli di Jože Mencinger, ex rettore dell’Università di Lubiana e ministro dell’Economia nel primo governo democratico e Dušan Mramor, ex ministro delle Finanze con i primi diritti d’ autore sul „miracolo economico" sloveno risconosciuti persino dal governo Janša. Gaspari e Türk si contendono l’accesso ad un possibile ballottaggio con Peterle.

Infine Zmago Jelinčič, l’ultras che sogna ad alta voce di conquistare militarmente l’Istria croata, amante dei riflettori e delle armi, nemico giurato dei Rom, candidato del prorio partito e unico elemento di effervescenza in una campagna elettorale che si presenta sin dalle prime battute estremamente corretta, una campagna tra tre gentiluomini che si riconoscono mutuamente tanti meriti e che hanno deciso di riportare nel paese, dopo qualche anno di politica biliare, una certa cultura del dialogo alla quale non si era più abituati. Un toccasana.

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