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“Bunga bunga” nel bel mezzo della Serbia

Divampa in Serbia lo scandalo di festini a sfondo sessuale con minorenni. Al centro della vicenda Dragan Marković Palma, leader del partito Serbia Unita (JS), deputato del parlamento serbo e padre padrone della città di Jagodina, nella Serbia centrale

29/04/2021, Antonela Riha - Belgrado

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Dragan Marković Palma, leader del partito Serbia Unita (JS), deputato del parlamento serbo e padre padrone della città di Jagodina, nella Serbia centrale, è finito al centro di uno scandalo, accusato di aver organizzato per anni feste a sfondo sessuale, inducendo ragazze minorenni a prostituirsi con i suoi partner d’affari e alleati politici.

Qualche settimana fa Marinika Tepić, vicepresidente di uno dei principali partiti di opposizione, il Partito della libertà e giustizia (SSP), ha dichiarato che ogni donna a Jagodina che aspira ad un posto di lavoro nel settore pubblico riceve “un telefono per la socializzazione” e dal modo in cui “socializza” dipende se otterrà o meno un lavoro.

Alcuni giorni dopo Tepić ha pubblicato la testimonianza di un uomo che ha raccontato di aver lavorato in un albergo in cui Palma organizzava le sue feste a cui partecipavano anche alcuni politici di spicco, come Ivica Dačić, leader del Partito socialista serbo (SPS) e partner di coalizione del JS di Palma nell’attuale governo.

Dragan Marković Palma - CC BY-SA 2.0

Dragan Marković Palma – CC BY-SA 2.0

Sindrome Jagodina

“Si sapeva che dopo quelle feste le ragazzine seguivano Palma, o andavano con i suoi ospiti. Di solito le ragazzine prima venivano fatte ubriacare […] e le feste duravano fino all’alba”, ha raccontato il testimone davanti alla telecamera, spiegando inoltre che alle feste erano presenti anche le hostess, tutte assunte fittiziamente nelle aziende pubbliche a Jagodina, che si occupavano della gestione delle ragazzine, che venivano reclutate anche a Belgrado. Il testimone ha citato il caso di una sua amica che fu costretta a lavorare come hostess, inducendo le ragazzine a prostituirsi. Una volta aveva portato una ragazzina nella stanza di Palma, il quale l’aspettava nudo.

Finora Marinika Tepić ha raccolto sette testimonianze sull’istigazione alla prostituzione di donne e ragazze minorenni a Jagodina. Tepić non ha voluto rivelare l’identità dei testimoni nemmeno alla procura di Kraljevo, che nel frattempo ha aperto un’inchiesta sulla vicenda, chiedendo alle autorità giudiziarie di porre i testimoni sotto protezione per timore di ritorsioni da parte di Dragan Marković.

Subito dopo la pubblicazione della testimonianza di cui sopra, Marković ha rivelato pubblicamente l’identità del testimone, accusandolo di mentire per motivi politici in quanto membro di un partito di opposizione.

Marković ha inoltre annunciato che le donne di Jagodina sporgeranno denuncia contro Marinika Tepić per aver affermato che alcune donne furono costrette a “socializzare” per ottenere un lavoro, e già il giorno successivo all’ufficio della procura di Jagodina sono state presentate ben 393 denunce contro Marinika Tepić. Secondo quanto riportato dai media, a sporgere denuncia sono state alcune donne che lavorano nella pubblica amministrazione a Jagodina che hanno accusato Tepić di averle offese e di aver “causato il panico e il caos”.

In questi giorni si sono potuti sentire molti commenti sul clima di omertà e paura che regna a Jagodina, su come le feste di Palma si svolgano ormai da anni, ma nessuno di Jagodina osi parlarne pubblicamente senza ricorrere all’anonimato. Si parla sempre meno delle donne ricattate e costrette alla prostituzione e la vicenda sta assumendo sempre più i contorni di uno scontro politico, uno scontro tra partiti al governo, ma anche tra maggioranza e opposizione che chiede al governo di dimettersi a causa dello scandalo sessuale a Jagodina.

Nello zoo di Jagodina

Le feste sfrenate organizzate da Palma non sono affatto un segreto. Cinque anni fa l’attuale premier serba Ana Brnabić, all’epoca ministra dell’Amministrazione pubblica, ha raccontato che Marković l’aveva invitata alle sue feste. “A quelle feste bunga bunga ci divertiamo, cantiamo, si possono baciare uomini e donne, anche le donne si possono baciare tra loro, ma gli uomini tra loro no”, ha spiegato Brnabić. Tuttavia, dopo lo scoppio dello scandalo delle feste a Jagodina Brnabić ha dichiarato di essere stata invitata una sola volta ad una festa di Palma, aggiungendo che non bisogna trasformare l’intera vicenda in una questione politica.

L’ex ambasciatrice della Serbia a Roma Sanda Rašković Ivić ha raccontato che 2011 aveva partecipato all’organizzazione di una visita di una delegazione di imprenditori italiani in Serbia. Durante il loro soggiorno in Serbia, gli imprenditori italiani si erano recati anche a Jagodina in compagnia di Ivica Dačić. Sanda Rašković Ivić ha riportato la testimonianza di uno dei membri della delegazione italiana, il professor Roberto Veraldi, all’epoca dei fatti console onorario della Serbia in Italia. Palma aveva mandato “una ragazza nuda” nella camera di Veraldi e quando quest’ultimo aveva rifiutato tale “offerta” Palma lo aveva accusato di essere omosessuale.

Particolarmente interessante è la testimonianza dell’ex esponente di spicco dell’SPS Mića Jovanović, il quale ha descritto una festa tenutasi in una kafana a Jagodina, giurando “sulla propria vita” di aver detto la verità. Secondo Jovanović, ad un certo punto alla festa erano arrivate alcune giovani ragazze e Palma ne aveva scelta una per ognuno dei sui ospiti. “Lui ha alcune camere al primo piano, sopra la kafana che si trova all’interno dello zoo di Jagodina e molte ‘coppie’ andavano in quelle camere”, ha raccontato Jovanović. Tuttavia, pochi giorni dopo, Jovanović è stato ospite, insieme a Palma, di una trasmissione andata in onda sull’emittente filogovernativa Pink, durante la quale ha smentito tutto quanto dichiarato precedentemente, affermando di essere disposto a testimoniare in difesa di Palma.

Jagodina, un feudo di Palma

Dragan Marković Palma è il padrone indiscusso di Jagodina ormai da diciassette anni. Governa la città come un feudatario. Gli abitanti di Jagodina e dei villaggi circostanti sono i suoi servi. È Palma a dare loro un lavoro, a curare i loro figli, a costruire i ponti, ad organizzare i viaggi per i dipendenti pubblici, le gite per gli studenti e le vacanze per i pensionati. Palma si vanta di aver costruito a Jagodina lo zoo, un parco acquatico e un museo delle cere. È un omofobo dichiarato, si batte – come afferma lui stesso – per “i valori della famiglia” e descrive se stesso come un vero padrone di casa serbo.

Dragan Marković è il proprietario dell’azienda “Palma” che opera nel settore del commercio e dei trasporti e detiene un vero e proprio monopolio sul trasporto del carbone. È anche il proprietario dell’emittente televisiva Palma Plus e del kickboxing club “Palmini tigrovi” [Tigri di Palma].

Nel 1993 fece il suo ingresso nella scena politica serba, fondando, insieme al famigerato comandante paramilitare Željko Ražnatović Arkan, il Partito dell’unità serba, che successivamente cambiò nome in Serbia Unita.

Palma ha appoggiato tutti i governi serbi che si sono succeduti dal 2004 ad oggi e, insieme all’SPS di Ivica Dačić, fa parte anche dell’attuale coalizione di governo, guidata dal Partito progressista serbo (SNS) del presidente Vučić. Dalla sua vicinanza al potere Palma trae grandi vantaggi per quanto riguarda i suoi affari ma anche la sua influenza politica, che si estende ben oltre Jagodina, fino a Belgrado. In un rapporto pubblicato nel 2014 dall’Agenzia per la protezione della concorrenza Palma è stato citato come uno degli “extra-profittatori”. Si è arricchito acquistando carbone a prezzi di favore per poi venderlo a prezzi fino a tre volte superiori. Attualmente Palma è deputato del parlamento serbo e presidente del consiglio comunale di Jagodina. Molti direbbero che possiede Jagodina e i suoi cittadini.

Finché le donne non cominciano a parlare

L’epilogo di questo scandalo dipenderà in parte dal presidente Vučić che deve valutare se gli convenga o meno piantare in asso il suo fedele alleato Palma, danneggiando così anche Ivica Dačić.

In un paese, come la Serbia, dove le istituzioni indipendenti, compresa la magistratura, praticamente non esistono, la volontà politica può determinare l’andamento delle indagini nei confronti delle persone potenti.

Le decisioni politiche incidono anche sull’operato dei media filogovernativi che hanno trasformato questo scandalo in un’arena politica in cui i cittadini si divertono a indovinare chi tra i politici e le persone pubbliche partecipava alle feste di Palma.

D’altra parte, l’opinione pubblica serba è sempre più attenta al tema della violenza sulle donne. Dopo il caso di Marija Lukić, che aveva denunciato l’ex sindaco di Brus Milutin Jeličić Jutka per molestie sessuali, è cresciuto il sostegno dell’opinione pubblica nei confronti delle donne che denunciano pubblicamente i propri molestatori. Qualche giorno fa Milutin Jeličić Jutka è stato rilasciato dal carcere dopo aver scontato la condanna di tre mesi.

Se anche Palma e altri molestatori di cui si parla sempre più spesso, seppur in anonimato, verranno processati e condannati, dipenderà dalla decisione delle donne di parlarne pubblicamente o meno. Ma prima di cominciare a parlare, le donne devono essere protette dalla società e dallo stato. E qui il cerchio si chiude.

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