Bulgaria: USAID chiede licenziamenti più facili
Per aumentare occupazione e investimenti bisogna limitare i diritti dei lavoratori. E’ quanto sostiene la Agenzia Americana per lo Sviluppo Internazionale (USAID), che raccomanda al governo bulgaro modifiche al Codice del Lavoro. Le reazioni
Di Neli Cholashka – SEGA
Traduzione di Sonia Domoustchieva, per "Bulgaria-Italia"
A soli 3 anni da quando i dipendenti hanno ottenuto la protezione dai licenziamenti facili, l’autorevole Agenzia Americana per lo Sviluppo Internazionale (USAID) ha raccomandato modifiche in senso contrario. Gli esperti americani, in una loro relazione per il Ministero degli affari sociali, chiedono la reintroduzione dei contratti a tempo determinato reiterati, condizioni facilitate di licenziamento nelle aziende e la possibilità di maggior lavoro straordinario retribuito in misura minore. Le raccomandazioni arrivano a poche settimane dalle ultime correzioni nel Codice del Lavoro, in base alle quali sono stati introdotti obbligatoriamente, relativamente al lavoro straordinario, sia il riposo compensativo che la retribuzione.
L’Agenzia argomenta le sue proposte sostenendo che il Codice del lavoro bulgaro è estremamente restrittivo nei confronti dei datori di lavoro e questo limita gli investimenti e la creazione di nuovi posti di lavoro. Le loro conclusioni sono basate su un’analisi comparativa sulla legislazione in materia di lavoro della Bulgaria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Ungheria. Gli ultimi tre stati sono, in questo senso, i più liberali in Europa ma secondo gli americani proprio loro dovrebbero servireci da esempio. Inoltre, secondo la relazione, per attirare gli investitori la Bulgaria dovrebbe introdurre un regime ancora più favorevole ai datori di lavoro rispetto i paesi più ricchi d’Europa.
Le critiche più serie al nostro Codice del Lavoro sono che i datori di lavoro non hanno la possibilità di licenziare per potersi adattare ai nuovi mercati, alla diminuzione della produzione o all’introduzione di nuove tecnologie. Queste possibilità esistono in Ungheria, nella Repubblica Ceca e in Slovacchia. Inoltre l’Agenzia è contro la difesa di alcune categorie come le donne in stato di gravidanza, i lavoratori con malattie croniche, ecc.
Gli americani si inseriscono anche nella discussione tra datori di lavoro e sindacati, relativa all’indennità delle persone che vanno in pensione. Oggi l’indennità varia da 2 a 6 mensilità ed i datori di lavoro da tempo premono per la sua abolizione. Sulla stessa posizione è anche l’Agenzia, con la motivazione che, oggi, questi dipendenti perdono anticipatamente il lavoro, in modo da evitare il pagamento dell’indennità.
Gli esperti raccomandano un aumento del numero ammissibile di contratti a termine e l’abolizione dei limiti della loro durata minima. Dal 2001 si può stipulare un contratto a termine con lo stesso dipendente soltanto per 2 volte nell’arco di un anno dopo la sua assunzione. I contratti a termine sono concessi invece per i lavori stagionali, in caso di calamità naturali e in momenti di emergenza. In Slovacchia i contratti a termine sono concessi per ogni tipo di impiego nei limiti di 3 anni. In Ungheria il limite è di 5 anni, nella Repubblica Ceca, addirittura non esiste un limite di durata, ad eccezione di alcune categorie.
Quelli dell’Agenzia ritengono che le ore di lavoro straordinario consentite devono essere aumentate per poter rispondere alle crescenti necessità dei datori di lavoro. Da noi il lavoro straordinario è del tutto vietato, eccetto i casi di aumento del volume di produzione. In quei casi, però, esiste un’ulteriore limitazione: lavoro straordinario fino a 10 ore al giorno per 60 giorni all’anno. I datori di lavoro sono obbligati ad assicurare anche un riposo compensativo. In Slovacchia sono ammesse 100 ore di lavoro straordinario all’anno se i lavoratori sono d’accordo, mentre in Ungheria sono 200 ore su valutazione del datore di lavoro e altre 100 se previste dal contratto collettivo.
Da noi esisterebbero i compensi più alti per lavoro straordinario. Secondo il Codice del Lavoro, il lavoro supplementare viene retribuito al 50% della paga base, al 75% per i giorni di riposo e 100% per le festività.
La conclusione della relazione è che "il governo bulgaro deve rivedere la possibilità di modificare in alcuni aspetti il Codice del Lavoro in modo da assicurare la stessa flessibilità nella legislazione in materia, di cui godono altri paesi della regione."
Reazioni
Il vicepremier Lidia Shuleva ha appoggiato l’idea di modifiche radicali, anche se diverse da quelle dell’Agenzia, in base all’assunto che l’attuale Codice del Lavoro frena lo sviluppo economico. Il ministro ha commentato che é già maturo il momento di un nuovo accordo tra datori di lavoro e sindacati su un nuovo equilibrio tra la difesa dei lavoratori e l’interesse del mondo imprenditoriale.
Shuleva ha dichiarato che senza dubbio il Codice del Lavoro, le condizioni di assunzione e la flessibilità della forza di lavoro, sono una delle premesse fondamentali per il miglioramento del economia. Già quando era ministro degli affari sociali sosteneva che andava creato un nuovo Codice del Lavoro piuttosto che modificare il vecchio.
Il Ministero degli affari sociali, invece, ha negato di aver ordinato l’analisi all’Agenzia, anche se così è scritto sulla prima pagina della relazione. Dal ministero hanno dichiarato che non è in atto nessuna modifica del Codice del Lavoro.
Il legislatore
In questo Parlamento è impossibile far passare modifiche così impopolari, ha dichiarato il capo della Commissione parlamentare sociale Hasan Ademov. Lui non era al corrente della relazione dell’Agenzia ma aveva già sentito proposte analoghe dai rappresentanti della Banca Mondiale. Ademov dubita che anche il prossimo Parlamento possa far approvare modifiche che sono esclusivamente nell’interesse dei datori di lavoro. Per poterlo fare, ci vuole un ampio sostegno sociale, ritiene il deputato del DPS.
I datori di lavoro: alcune proposte sono logiche
Alcune proposte sono logiche e si potrebbe cercare una versione di compromesso con i sindacati, ha commentato il vice presidente dell’Associazione degli Industriali di Bulgaria – Dikran Tebeian. Secondo lui, però, non è molto realistico un ritorno dei contratti a termine reiterati. Ha spiegato che esiste una direttiva della Commissione Europea secondo la quale si ricorre a simili contratti solo in casi di lavoro stagionale o di lavoro a termine.
Tebeian ritiene che possono essere introdotte facilitazioni al licenziamento di singoli lavoratori presso imprese fino a 10, o anche 50 dipendenti, che creano più posti di lavoro. Il preavviso potrebbe essere di mezzo mese, l’indennizzo di mezza mensilità. Il vice presidente dell’Associazione degli Industriali in Bulgaria ha aggiunto che non possiamo abolire la protezione delle donne in gravidanza perché questa esiste in tutta l’Europa, ma da nessuna parte esiste la protezione delle madri con figli fino a 3 anni e delle mogli di militari.
Lui, però, è assolutamente d’accordo con gli esperti che è assurdo il divieto del lavoro straordinario, a maggior ragione quando esso è richiesto anche dai lavoratori per poter guadagnare più denaro.
I sindacati: è inaccettabile
Tutto quanto proposto in questo documento è inaccettabile, ha dichiarato il vice presidente del KNSB (Confederazione dei sindacati indipendenti in Bulgaria) Plamen Dimitrov. Evidentemente, qualcuno pensa di fare modifiche al Codice del Lavoro senza che esse siano concordate tra sindacati ed i datori di lavoro. Il sindacalista è categorico sul fatto che l’attuale Codice del Lavoro è sufficientemente flessibile e che non esistono le condizioni perché esso sia modificato. Lui ricorda che la Commissione Europea ha espresso il parere che, dopo le ultime modifiche di quest’anno, il Codice del Lavoro è in piena linea con le direttive della UE.
Secondo i dati del KNSB, l’analisi è stata fatta su pressione della Banca Mondiale. In effetti, la questione non riguarda la Banca Mondiale, come non riguarda neppure il FMI, ha commentato Plamen Dimitrov. Anche noi possiamo tirare fuori delle analisi comparative e chiedere la settimana lavorativa di 35 ore, come in Francia e in Germania, ha aggiunto.
L’ex sindacalista e ex ministro degli affari sociali Ivan Neikov ritiene ugualmente che l’attuale Codice del Lavoro non necessita di modifiche. Ha ricordato che la prassi dei contratti a tempo determinato non regolamentati non ha combattuto la disoccupazione nel periodo 1997-2001. A suo parere, ogni modifica affrettata porterà a scosse nella società e addirittura ad una riapertura nella contrattazione di alcuni capitoli con l’UE.
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