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Bulgaria: uno sguardo al 2002

Una rassegna degli eventi che hanno caratterizzato la politica estera ed interna della Bulgaria nel 2002. I commenti della stampa.

02/01/2003, Redazione -

Per la Bulgaria i più importanti eventi del 2002 sono stati: la parte dell’Unione nel 2007, ed infine lo scandalo dello ‘Gnomo’ in dicembre – giornalisti, politici e magistrati che sono stati intercettati telefonicamente.
I quotidiani bulgari hanno pubblicato alcune analisi sul trascorso 2002. ’24 Chassa’ (28 dicembre) evidenzia tre chiare tendenze: una diminuzione della fiducia in Simeone Saxo-Coburg-Ghota e nel suo gabinetto, aumento dell’appoggio al Partito Socialista bulgaro (BSP, partito di sinistra di opposizione), e il ‘congelamento’ delle posizioni dell’Unione delle forze democratiche (partito di destra dell’opposizione). Il Movimento per i diritti e le libertà (Partito turco, secondo partito della coalizione di governo), mantiene un elettorato stabile compreso tra il 4 e il 6%.
Secondo quanto riporta ‘Sega’ (28 dicembre) il governo durante l’anno passato ha collezionato "una gaffe dietro l’altra, ma tutto con un lieto fine". Il divario tra la Bulgaria e gli altri dieci paesi che entreranno a far parte dell’UE nel 2004 si amplierà dal momento che loro riceveranno quattro volte in più di euro. "Caos, anno, 13simo", titola sempre ‘Sega’, commentando la situazione in ambito economico. Accanto all’economia ufficiale esiste una massiccia economia grigia in Bulgaria. Secondo le stime, essa è compresa tra il 25% del Prodotto interno lordo fino al 400% del PIL. Secondo i dati ufficiali, il tasso di disoccupazione raggiunge il 17%, ma i sindacati lo stimano attorno al 20%. Pertanto, solo un quarto dei bulgari fa qualcosa. Secondo i sociologi, circa un terzo dei bulgari è ‘fuori dal mercato’ e sopravvive solo grazie alla produzione dei loro giardini e orti e allo scambio in natura.
"Passato prossimo. 2002 – divorzio tra interno ed esterno", così commenta il quotidiano ‘Sega’ la contraddizione tra il successo della politica estera e l’insuccesso della politica interna. La visita di Papa Giovanni Paolo II in maggio ha contribuito a giocare un ruolo importante nel cambiamento di immagine della Bulgaria verso il mondo. (Il Papa ha infatti negato, durante l’incontro col presidente Parvanov, che la cosiddetta ‘Bulgarian connection’ sia stata responsabile dell’attentato alla sua vita nel 1981). Le invisibili divisioni del Vaticano hanno reso la Bulgaria più prossima alla NATO e l’invito della NATO ha coronato gli sforzi di lunghi anni del ministro degli esteri Solomon Passy (che è stato presidente del Club Atlantico bulgaro).
L’UE ha dichiarato che affronterà la membership della Bulgaria e della Romania come obiettivo del 2007. Tuttavia sembra che la pace sociale nel paese sia supportata dagli effetti di una piacevole sorpresa – guardate un po’ – lo stato è ancora intero, noi siamo tutti vivi… e alla fine c’è stato anche il tradizionale scandalo delle intercettazioni, di cui è rimasto vittima lo stesso ministro della giustizia. Nel frattempo, i mafiosi avanzano con più calma, si devono associare tra di loro, ma tutto ciò assume un aspetto più culturale nel nuovo tempo (il ‘nuovo tempo’ era lo slogan del partito di governo prima che prendesse il potere). Il comunismo e i servizi segreti ufficialmente non sono più un problema dopo l’abolizione della legge sui dossier, così dalla transizione del socialismo attraverso la transizione della democrazia entriamo nella transizione della UE. Un discorso simile circa le proposte cruciali tra il supporto esterno e l’impopolarità interna, che ha fatto perdere la testa dell’ex primo ministro Ivan Kostov, caratterizza tutti i governi del terzo mondo. L’élite dipende dall’Occidente che introduce in casa le regole del mondo globale. Ciò causa malcontento e impopolarità. Qualcuno cede, qualcuno se ne esce con programmi più radicali, ma è sempre lo stesso gioco. E questa è una storia infinita, conclude ‘Sega’.

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