Bulgaria: Sarafovo, la nuova Aviano?
Una delegazione di alto livello USA visita la Bulgaria per valutare gli umori nel Paese rispetto alla dislocazione di basi militari USA. E pone una condizione: la firma dell’accordo bilaterale sull’immunità dalla Corte Penale Internazionale.
Da Sofia, scrive Tanya Mangalakova
Un tour in alcuni dei Paesi dell’ex Patto di Varsavia. Prima la Polonia, poi Bucarest ed infine la Bulgaria. Lo ha compiuto nei giorni scorsi una delegazione del Dipartimento di Stato USA guidata dal vicesegretario alla Difesa Doulgas Feith. Obiettivo: un giro di consultazioni sull’eventuale dislocamento in questi Paesi di alcune basi militari statunitensi attualmente in Europa occidentale.
I politici bulgari si sono prodigati, in primis il Ministro degli Esteri Solomon Passy ed il Presidente Paravanov, nell’assicurare che vi è piena disponibilità rispetto alla concessione di basi militari agli USA. "Il consenso politico su questa opzione è emerso chiaramente già all’indomani dell’11 settembre quando governo e Parlamento dichiararono che la Bulgaria intende operare come membro di fatto della NATO", ha ricordato Solomon Passy.
Ma Feith non si è limitato a constatare la disponibilità bulgara ma ha anche posto alcune condizioni chiare all’arrivo dei militari USA. La posizione della Bulgaria rispetto alla Corte Penale Internazionale influenzerà le scelte USA sul dispiegamento o meno di basi militari in Bulgaria, ha affermato. La Bulgaria infatti, nonostante le notevoli pressioni subite, ha rifiutato di sottoscrivere l’accordo bilaterale che di fatto escluderebbe dalla giurisdizione della CPI i soldati e cittadini USA che si fossero resi colpevoli di crimini contro l’umnaità su suolo bulgaro. La scelta è stata presa dal governo bulgaro anche in chiave di integrazione europea. In più occasioni infatti l’Unione ha palesato non solo di non gradire ma anche di considerare un ostacolo all’allargamento la firma di accordi bilaterali con gli USA di immunità dalla Corte Penale Internazionale.
Molti quotidiani bulgari sottolineano come il processo di dislocamento della basi USA dall’Europa occidentale a quella orientale sembra oramai avviato. Secondo gli esperti militari bulgari la Bulgaria sarebbe tra i Paesi preferiti dagli USA. Al suo fianco la Polonia e la Romania.
Quella degli scorsi giorni è stata la visita USA di più alto livello sulla questione della dislocazione della basi USA in Europa. Feith ha infatti ricevuto il proprio mandato direttamente dal Presiedente USA Bush. Il Ministro alla difesa Svinarov ha invitato il Parlamento ad adottare una dichiarazione, prima di Natale, che ribadisca la disponibilità ad ospitare le strutture miliatri USA. "Che possono essere di vario tipo" ha reso noto il Ministro "temporanee, permanenti o ad esempio destinate esclusivamente all’addestramento ed alle esercitazioni".
La Bulgaria ha già in passato messo a disposizione proprie basi militari per operazioni dell’esercito USA. La base aerea di Sarafovo, sul Mar Nero, nei pressi di Bourgas, è stata utilizzata sia in occasione degli attacchi all’Afghanistan che all’Iraq. Sono 239 le basi militari USA in Europa e 116.000 i militari dispiegati nel vecchio continente. Di questi Washington intenderebbe dislocarne in Europa orientale circa 42.000.
Ma cosa pensano i cittadini delle località della Bulgaria probabili sedi delle basi militari USA? Secondo un sondaggio condotto dal Ministero della Difesa il 43,2% degli intervistati vede con favore l’arrivo degli americani mentre il 40,7% si sarebbe dichiarato contrario. Proteste anche della rete bulgara anti-globalizzazione che ha organizzato a Sofia una manifestazione contro la creazione di basi NATO ed ha richiesto all’Assemblea Nazionale che ogni decisione rilevante in merito alla questione debba essere presa attraverso un referendum popolare.
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