Bulgaria: salute, quanto mi costi
Dopo una riforma del 1999 ogni cittadino bulgaro ha iniziato a contribuire con il 6% del proprio reddito al sistema sanitario nazionale. Ma 2 milioni di persone non sono ritenute in regola dalle autorità e dal primo ottobre per loro è scattato il blocco di ogni prestazione medica. Anche chi è in regola però è spesso costretto ad allungare una bustarella …
Entro il primo di ottobre molti cittadini bulgari dovevano mettersi in regola rispetto al pagamento dell’assicurazione sanitaria. Due milioni di loro – con un totale di quasi 26 milioni di euro di debiti nei confronti dell’erario – non lo hanno fatto ed il Fondo Nazionale di Assicurazione sulla Salute (NHIF) ha annunciato che rischiano di non avere più diritto a visite mediche, visite specialistiche, trattamenti in ospedale e farmaci a prezzi ridotti. La responsabilità di questi mancati pagamenti è spesso dei datori di lavoro che pur avendo detratto dalle buste paga le ritenzioni non hanno poi versato il dovuto allo Stato.
Le reazioni alla presa di posizione del NHIF sono arrivate subito: anche dalla più alta carica del Paese. Il Presidente bulgaro Georgi Parvanov ha accusato infatti il governo ed il NHIF di adottare misure eccessivamente drastiche e repressive e che rifiutare il trattamento ad un paziente è anticostituzionale.
Anche quotidiani e settimanali non si sono tirati indietro ed hanno commentato la vicenda, schierandosi in modo quasi unanime sulle posizioni di Parvanov. "La minaccia dell’NHIF di sospendere l’assistenza sanitaria gratuita – come se fosse veramente gratuita! – è un passo verso l’omicidio premeditato di un gran numero di cittadini bulgari" commenta il quotidiano Troud che poi rincara la dose: "L’Istituto Nazionale di Sicurezza Sociale difende i ladri della ‘sicurezza sociale’, si rifiuta infatti di fare i nomi dei datori di lavoro che hanno chiesto ai propri lavoratori i contributi e poi non li hanno versati all’erario. In questo modo i datori di lavoro ingannano sia lo stato che i propri dipendenti".
Il racket della salute
Secondo quanto riporta il quotidiano 24 Chassa negli ospedali bulgari vigerebbe un vero e proprio prezziario informale. Dare alla luce un bambino verrebbe a costare attorno ai 160 euro. Ma con alcune eccezioni: negli ospedali della capitale i medici arriverebbero a chiedere per un parto sino a 400 euro. Il giornalista si spinge sino ad affermare che proprio queste sarebbero le ragioni del crollo delle nascite nel Paese.
Se le madri rischiano di dovere andare in ospedale con una busta piena di euro certo non va meglio ai diabetici. A chi di loro non è in regola con il pagamento dei contributi è stata interdetta la cura quotidiana.
"L’assistenza sanitaria in Bulgaria si ferma" titola invece Monitor che riporta la situazione nella città di Dorbich, nord della Bulgaria. Se un cittadino non era in regola si è trovato a pagare per ogni visita medica circa 4 euro. Il primo di ottobre a più di 100 persone è stata rifiutata una visita ed i medici locali hanno protestato con le autorità accusandole di averli lasciati del tutto soli nel gestire i pazienti naturalmente arrabbiati.
Il sistema ufficiale e quello informale
Sino al 1999 tutte le prestazioni sanitarie erano gratuite. Dall’estate di quell’anno è però entrata in vigore una riforma dell’intero sistema che ha obbligato i bulgari a pagare un 6% dei loro redditi a favore del sistema sanitario nazionale. Ogni bulgaro è stato obbligato a scegliere un medico di famiglia ed a pagare una cifra simbolica di 1 leva (50 centesimi di euro) per ogni visita fatta presso quest’ultimo. Le visite in ospedale erano poi attuate solo previo accordo con il medico di famiglia e sottoposte ad un ulteriore ticket di circa 5 euro. Tutte le risorse raccolte in questo modo sono state trasferite all’NHIF. Solo le prestazioni di pronto soccorso sono rimaste gratuite.
Ma, nonostante la riforma, il sistema sanitario nazionale è stato lasciato a se stesso e molte sono state in questi anni le polemiche su come l’NHIF ha speso le risorse a propria disposizione. Per questo i media sono stati categorici rispetto alla recente iniziativa dell’istituto definendola "populista" e volta a coprire proprie colpe.
La realtà rimane quella di una drammatica spaccatura tra prestazioni sanitarie formali e quelle gestite invece informalmente. E queste ultime sembra stiano prendendo il sopravvento: il paziente paga mazzette e bustarelle e riceve cure di qualità.
Poi esiste il problema di ingenti gruppi di persone che sono senza assistenza sanitaria: tra questi i 500 000 bulgari all’estero, i lavoratori autonomi e gli agricoltori. Questi ultimi infatti hanno in questi anni in gran parte ritenuto non avesse senso pagare l’NHIF preferendo eventualmente i servizi di cliniche private. Ma queste ultime non sono certo alla portata di tutti.
Per quanto riguarda invece i lavoratori dipendenti questi ultimi vengono invece registrati preso L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale e dovrebbe essere il loro datore di lavoro ad occuparsi dei contributi. Cosa che però, come abbiamo già detto, non sempre avviene.
In ogni caso che i pazienti siano o meno in regola con le tasse è difficile ricevano prestazioni mediche decenti se non sono pronti ad allungare qualche bustarella. Secondo il quotidiano "Dnevnik" il fatturato del mercato nero della salute si aggirerebbe sui 500 milioni di leva ogni anno (circa 250 milioni di euro).
"Vi è poca trasparenza all’interno del sistema sanitario nazionale ed è facile nascondere spese scriteriate" denuncia Evgeny Ivanov, segretario generale del sindacato "Unione dei lavoratori".
"In questi anni 2 milioni di persone hanno utilizzato il sistema sanitario nazionale senza pagare le dovute tasse – afferma invece Ivan Boukarev, direttore dell’NHIF – e l’istituto che dirigo si è trovato a pagare per loro assistenza medica, ospedali, farmaci. Le perdite dell’NHIF legate a questi abusi sono incalcolabili".
Una via d’uscita?
"Gli ospedali statali garantiranno assistenza medica per tutti i pazienti, a prescindere che abbiano l’assicurazione sanitaria. Gli ospedali verranno compensati dal Ministero della salute", ha affermato per sedare la polemica il Ministro della sanità Slavcho Bogoev. Il Premier Simeone di Sassonia Coburgo Gotha ha poi richiesto un incontro specifico sulla questione. Il governo sembra intenzionato ad attenuare le misure adottate: rimarranno senza copertura sanitaria gratuita solo coloro che, negli scorsi 15 mesi, hanno accumulato 3 evasioni della tassa sulla salute. Questo però non avverrà per chi non ha pagato i contributi dal 2000: questi ultimi potranno per ora continuare ad andare in ospedale senza mettere mano al portafogli. Per i disoccupati e per gli invalidi sarà il Ministero del lavoro e degli affari sociali a rimborsare quello della salute. I 500 000 bulgari che lavorano o studiano all’estero invece potranno, a loro discrezione, entrare ed uscire dal sistema di protezione sanitaria.
Vedi anche:
Romania:sistema sanitario al pronto soccorso
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