Bulgaria: protetti dalla NATO
La Bulgaria è entrata nell’Alleanza Atlantica. Grandi festeggiamenti in tutto il Paese che a molti hanno ricordato la retorica del passato. "Da un Grande fratello ad un altro", ha commentato qualcuno in merito all’avvicendamento tra URSS ed USA.
Da Sofia, Tanya Mangalakova
29 marzo 2004. Alla Casa Bianca, per una cerimonia ufficiale, si ritrovano insieme i rappresentanti di Estonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia. Non si parla di integrazione europea, siamo dall’altra parte dell’Atlantico, ma del sigillo ufficiale all’entrata di questi Paesi nella NATO.
In Bulgaria tutte le prime pagine dei giornali sono state dedicate all’evento. "Da oggi nella NATO" ha titolato il quotidiano Troud, "Membri a pieno titolo della NATO" scrive Monitor, "I bulgari si risvegliano nella NATO", il titolo scelto da 24 Chassa.
Quest’ultimo ricorda come l’ingresso nella Alleanza Atlantica avvenga a 14 anni dal discorso shock che Salomon Passy, carismatico e da sempre filoatlantico Ministro degli esteri bulgaro, aveva tenuto, allora nelle vesti di semplice parlamentare, in Parlamento. Passy aveva auspicato un ingresso nell’Alleanza, idea considerata all’epoca bizzarra ed eretica.
Ingresso che avrà anche dei risvolti finanziari. La Bulgaria verserà nelle casse NATO 2,22 milioni di euro a partire da quest’anno. Il governo inoltre si è impegnato a mantenere anche per i prossimi anni un budget del 2,6% del PIL a favore delle forze armate.
Ottimisti e pessimisti
Non c’è stata sostanzialmente opposizione in Bulgaria all’ingresso nella NATO. In Parlamento si è raggiunto, sulla questione, un vero e proprio consensus. Divergenze d’opinione vi sono state invece in seno all’opinione pubblica. Secondo i dati che emergono da un recentissimo sondaggio dell’agenzia Gallup il 53% dei bulgari è favorevole all’ingresso nella NATO, il 20% contro ed il 27% non ha alcuna opinione in merito.
Molte le interviste in questi giorni a sociologi che hanno messo in rilievo come la gente si aspetti che con la NATO la Bulgaria sia più sicura. Protezione delle frontiere nazionali, della sovranità, degli interessi economici bulgari ma anche protezione dal terrorismo.
Se i dubbi non riguardano l’ingresso nella NATO tout court ve ne sono invece su alcune questioni ad esso strettamente correlate. Il 58% dei bulgari teme infatti che la concessione di basi NATO sul territorio bulgaro possa far aumentare in modo rilevante il rischio di attacchi terroristici anche in Bulgaria. Ma, in merito al dispiegamento di basi NATO sul proprio territorio i cittadini bulgari hanno anche aspettative positive: il 52% ritiene che aumenteranno la sicurezza in termini generali del Paese, il 62% che porteranno vantaggi economici diretti.
Un successo, quello dell’integrazione nella NATO, che a detta dell’analista politico Ivan Krastev non cambia però di molto un pessimismo diffuso dei bulgari sul futuro. "Siamo parte della NATO, il percorso verso l’Unione Europea procede per il meglio ma i bulgari sono pessimisti. E lo sono perché si sentono poveri". Considerando il dato del reddito pro-capite nel 2002 la Bulgaria, con i sui 6600 dollari annuali, è all’ultimo posto tra i nuovi membri NATO. Poco avanti a lei la Romania.
Il settimanale economico "Capital" preferisce invece non soffermarsi su considerazioni legate ai riflessi economici che l’adesione alla NATO può avere per sottolineare invece alcuni aspetti politici. In particolare si mette in rilievo che nel contesto internazionale caratterizzato dalla lotta globale al terrorismo anche la Bulgaria sia divenuta un target a tutti gli effetti di possibili attacchi terroristici. "La ‘Nuova Europa’ è particolarmente sensibile ai dispacci militari che arrivano dall’estero. Le sue opinioni pubbliche spesso ritengono si sia coinvolti in un conflitto, quello iracheno, che nulla ha a che vedere con i problemi che la gente si trova ad affrontare quotidianamente".
Il problema Russia
Simeone di Sassonia Coburgo Gotha è stato ben attento, durante la cerimonia di Washington, a chiarire che l’allargamento dell’Alleanza non deve essere considerato come un accerchiamento della Russia ed a ribadire che le priorità strategiche attuali sono ben diverse da quelle del passato. Le relazioni con l’ex "Grande fratello" sono infatti delicate. L’influenza economica russa sui Balcani è ancora notevole. La Bulgaria dipende ad esempio dalla Russia per molte delle materie prime e Sofia teme che l’ingresso nella NATO non tuteli il Paese da alcune pratiche di ritorsione del passato adottate ai tempi del Ministro degli esteri dell’Unione Sovietica Andrey Gromiko, conosciuto con il nomignolo di "Signor NO".
Le tre teorie
"Perché ci hanno fatto entrare nella NATO?" Si chiede il quotidiano bulgaro Sega. Secondo un opinionista del quotidiano vi sarebbero tre teorie. La prima prevede la disgregazione della Macedonia sotto la spinta di una situazione in Kossovo ancora altamente instabile. In quel caso una Bulgaria membro NATO potrebbe garantire più stabilità nella regione. Altra teoria sottolinea l’interesse USA nello spostare alcune delle sue basi attualmente stanziate in Europa lungo il tragitto di un oleodotto che colleghi i giacimenti del Caucaso al Mediterraneo attraverso la Bulgaria e l’Albania. Infine altra teoria è quella che mette in rilievo la volontà del Dipartimento di Stato USA di avere, in seno alla NATO, una maggioranza di Paesi a proprio favore. E molti Paesi dell’est Europa hanno dimostrato in questi ultimi anni forte fedeltà a Washington.
L’estetica del nuovo, l’estetica del vecchio
Il settimanale economico Capital ha sottolineato come i festeggiamenti per l’ingresso nella NATO siano stati caratterizzati da cerimoniali molto kitsch, "che hanno ricordato il peggio della retorica del passato". Anche il quotidiano Standard ha notato come sembra che nulla del passato sia stato dimenticato e che se in passato il "Grande fratello" era l’Unione Sovietica ora sembra esserlo diventato gli Stati Uniti. A capo dei festeggiamenti l’iper filoatlantico Ministro degli esteri Salomon Passy che ha addirittura proposto al governo di imbottigliare per l’occasione vino e birra con etichette targate NATO. Il governo non ha comunque accolto la proposta del Ministro degli esteri. Lo scorso due di aprile, quando la bandiera bulgara è stata issata presso i quartieri generali NATO a Bruxelles, in tutto il Paese sono stati esposti manifesti che raffiguravano un pupazzo (la Bulgaria) protetto da un enorme Rotwailer, l’Alleanza Atlantica. Un altro poster con il quale è stato tappezzato il Paese raffigurava uno dei portieri di calcio più famosi in Bulgaria, Bobi Mihailov, seduto al fianco della sua porta con la scritta "Ora è protetta dalla NATO". Sono stati inoltre distribuiti migliaia di adesivi con la scritta "Oggetto protetto dalla NATO" e migliaia di T-shirt con la scritta "Soggetto protetto dalla NATO".
Quindici anni dopo la cauta del comunismo la Bulgaria si ritrova membra della NATO. Ora in molti aspettano il 2007 quando il Paese delle rose dovrebbe entrare nell’Unione europea.
Vedi anche:
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