Bulgaria: Media in transizione
Una panoramica sui media in Bulgaria. Quali sono, quale la loro più recente storia. Con una più puntuale analisi di alcuni casi emblematici
Il controllo sulla stampa bulgara subì un drastico mutamento nel febbraio 1990, alla pubblicazione dei primi numeri dei quotidiani d’opposizione Svoboden Narod (Nazione Libera) e Democratia (Democrazia). Il primo venne pubblicato dal partito d’opposizione appena formato, il Partito Socialdemocratico Bulgaro, e il secondo divenne il quotidiano di un altro partito d’opposizione, l’ Unione delle Forze Democratiche (UDF). I due quotidiani non figurano più però nel mercato bulgaro: quello durato di più fu il Democratia, pubblicato come giornale ufficiale dell’UDF, sotto il controllo del partito, cessò di essere stampato durante la scorsa estate a causa di difficoltà economiche dell’editore.
Per quanto riguarda il periodo comunista capostipite dei quotidiani pubblicati era Rabotnichesko Delo (Atti del lavoratore), poi rinominato Duma (Parola), tuttora circolante in un numero limitato di copie.
Ancora sul mercato invece il quotidiano Trud anch’esso originario del periodo comunista ma che è riuscito a sopravvivere, anche senza cambiar nome, al crollo del muro di Berlino. Durante i 12 anni di transizione in Bulgaria, l’informazione stampata ha registrato un forte aumento di produzione, ma un gran numero di giornali e riviste non si trovano più sul mercato.
A partire dagli anni ’90 furono molti i giornalisti che abbandonarono gli organi di stampa ufficiali, passando ai nuovi quotidiani e settimanali che cominciarono a spuntare come funghi.Nell’aprile del 1990 uscì il primo numero del settimanale 168 Chassa (168 Ore), diretto da Petio Blaskov. Oggi quast’ultimo mitizza la pubblicazione del primo numero avvenuta utilizzando un’unica stampante.. Per molti anni 168 Chassa fu sostenuto dall’ Unione per l’Iniziativa Imprenditoriale dei Cittadini, presieduta da Valentin Mollov, uomo d’affari la cui banca andò in fallimento nel 1996. Il Gruppo 168 Chassa pubblicò inoltre il 24 Chassa, tuttora presente sul mercato.
WAZ – Westdeutsche Allgemeine Zeitung
Con l’alto tasso d’inflazione e il fallimento di molti istituti di credito, il 1996 si può definire l’anno fatale per la stampa bulgara. Tutti i giornali erano fortemente indebitati: la situazione rese vantaggiosa l’acquisto prima del quotidiano 24 Chassa, seguito in poco tempo da Trud, da parte del gruppo tedesco WAZ, con sede a Essen. Oggi questi sono i giornali più venduti e godono del monopolio sul mercato pubblicitario: tutti gli spazi pubblicitari presenti sul 24 Chassa vengono pubblicati anche sul quotidiano Trud, e viceversa. Un articolo della rivista tedesca Der Spiegel sostiene che sotto gli auspici del WAZ, i giornali un tempo di contenuto politico siano degenerati in tabloids, con foto di donne nude e un linguaggio volgare.
Lotterie
Ad eccezione del Dnevnik quasi tutti i quotidiani bulgari vengono pubblicati in formato A4 e danno spazio quotidianamente a lotterie ed altri giochi per attrarre i lettori. Giochi che sempre più s’avvicinano al gioco d’azzardo. Le tentazioni vanno dai telefoni cellulari alle vincite in denaro, dalle automobili agli appartamenti e agli articoli d’arredamento. La pubblicità del gioco che promette valanghe di premi occupa metà della prima pagina, riducendo le notizie principali alla parte inferiore. Le foto dei vincitori hanno soppiantato quelle degli articoli di seguito alla prima pagina. Tutto questo accade nonostante molti esperti sostengano che questa tipologia di marketing abbia effetti solo sul breve periodo. Ad esempio i quotidiani Monitor e Standard circolavano in circa 100 000 copie se proponevano una lotteria di qualche tipo mentre tornavano alle originarie 75 000- 50 000 copie vendute non appena le lotterie terminavano.
Proprietà
Standard fu fondato nel 1992, sulla scia del "fratello" austriaco, con l’ambizione di essere un quotidiano indipendente. Ne era proprietario l’uomo d’affari Krasimir Stoychev, che successivamente risultò appartenere all’elenco dei debitori milionari degli istituti di credito bulgari. La proprietà passo allora in mano all’imprenditore di origine russa Michael Corny, proprietario del primo gestore GSM in Bulgaria, ma poi espulso dal Paese nel 2000.
Il quotidiano Monitor fu fondato invece nel 1999 da Petio Blaskov, e in seguito venduto a una compagnia estera, il cui proprietario rimane non identificato.
I sociologi Andrei Raichev e Kancho Stoichev sono i proprietari del quotidiano Sega che, nonostante la sua circolazione non sia molto diffusa , rappresenta un giornale di sinistra di alto livello.
Duma si distingue dai quotidiani di partito e dall’anno scorso il proprietario è l’imprenditore Petar Mandjukov.
Il giornale Dnevnik fu fondato nel 2001, con l’ambizione di essere un quotidiano indipendente: il proprietario è il Gruppo Agenzia per l’Informazione sugli Investimenti (All), che gestisce anche il settimanale Capital. Nel febbraio 2002 la All rese pubblica la sua collaborazione con il gruppo editoriale tedesco Verlagsgruppe Handelsblatt GmbH nell’ambito di affari di alto livello nel campo editoriale.
Riviste e settimanali
Solitamente le riviste con un taglio prettamente politico non godono di un’audience molto estesa. Gli editori del settimanale 168 Chassa, che circola dal 1990, attualmente gestito dalla WAZ e tra i più letti in Bulgaria, sembrano di questa opinione. Basano quindi la propria politica sul sensazionalismo e spesso articoli da loro pubblicati vengono dopo poco smentiti e contestati.
Capital, Cash e Bunker sono settimanali d’informazione economica, mentre Tema costituisce un interessante esempio di pubblicazione di qualità giornalistica costante. Le riviste femminili e dirette alle famiglie, come il Sedmichen Trud (Trud settimanale), lo Za Zhenata (Per le donne), sono pubblicazioni di contenuto leggero che godono di buoni livelli di vendita. Dal 2002 circola l’edizione bulgara di Playboy, che resta distante da quella originale nelle fotografie e nel contenuto degli articoli; i proprietari dichiarano una vendita di 60 000 copie.
Mass media elettronici
I mezzi di comunicazione elettronici sono autorizzati da una commissione speciale, il Consiglio sui Media Elettronici (CEM), successore del Consiglio Nazionale per la Radio e la Televisione, operativo fino al 2001. Il CEM ha rilasciato oltre 300 licenze a canali televisivi e radiofonici. I mass media "di Stato" sono controllati totalmente dal Governo, mentre quelli privati sono controllati da aziende estere. La Nova Televisia (Nuova televisione) e bTV sono le due emittenti bulgare più influenti: la prima è di proprietà del Greek Antenna Group, mentre la seconda è di Rupert Murdoch. Un’altra tematica comune è il finanziamento dei media visto che spesso si rischia che questo sia un campo di investimento per capitali la cui origine è perlomeno incerta: "E’ importante che mass media rispettabili vengano finanziati da imprenditori rispettabili", afferma Boyko Stankushev, direttore di produzione della rete televisiva Den (Giorno).
Il caso Nova Televisia
La Nova Televisia è emblematico per comprendere la recente storia dei mass media in Bulgaria: fu il primo canale televisivo privato a ottenere l’autorizzazione nel 1994. Dal punto di vista finanziario era sostenuta dalla Businessbank che però in pochi anni fallì. Nel frattempo era emerso che il materiale tecnico grazie al quale la rete televisiva trasmetteva era stato acquistato nel mercato nero e questo mise in dubbio la sopravvivenza della televisione stessa. Avvenne poi un cambio di proprietà ed entrò in campo la società greca Antenna, proprietà di Minus Kiriakou, che acquistò anche Radio Express. Nel 2000 Nova Televisia vinse un concorso per le televisioni nazionali private, e condusse le sue trasmissioni per 13 mesi con una licenza nazionale. Il tribunale negò poi l’autorizzazione alle trasmissioni e attualmente Nova Televisia ha presentato ricorso contro questa decisione ed attende di poter riottenere la licenza nazionale.
bTV – La televisione di Murdoch
La Balkan News Corporation è la prima televisione privata nazionale in Bulgaria, e la polemica sulla bTV tocca da vicino la società proprietaria, in quanto registrata nello stato estero del Delaware e sotto la forte influenza che Krasimir Geroy, magnate della pubblicità, esercita sull’emittente. Per la prima volta la Balkan News Corporation, proprietà della News Corporation, viene ufficialmente a far parte del mondo dei mass media, nel 2001. Il nome della società risulta nel rapporto ufficiale sull’impero finanziario di Rupert Murdoch; ad essa fu concessa l’autorizzazione alle trasmissioni per il canale bTV. L’amministratore Boyan Kalchev dichiara che la bTV ha investito 11 milioni di dollari nel progetto in Bulgaria, da aggiungere ai 6 milioni spesi per le apparecchiature; il resto fa parte del capitale d’esercizio. La posizione del guru della pubblicità Krasimir Geroy resta misteriosa.
Il talk show "Shouto na Slavi" è il programma di bTV che gode del più alto indice d’ascolto.
Emittenti via cavo
Il canale televisivo via cavo più interessante è M-SAT, con sede a Varna. Nel febbraio 2002 mandò in onda, alle 23.00, il programma Golata Istina, (La nuda verità), un telegiornale in cui le presentatrici si spogliavano in trasmissione: il CEM fece sospendere il programma.
Un’altra emittente via cavo è Evokom. Canali di qualità sono "Den" ed "Evropa", quest’ultimo proprietà di Emil Stovanov, uno dei fratelli dell’ex Presidente bulgaro Petar Stovarov.
Stazioni radio nazionali e mass media on-line
Le stazioni radiofoniche nazionali che coprono tutto il territorio bulgaro sono 3; Horizont è il primo canale della Radio Nazionale Bulgara, la Darik la prima radio privata e Hristo Botev il secondo canale della Radio Nazionale Bulgara. Oltre a queste esistono centinaia di radio locali.
Nel 2001 il budget dei messaggi pubblicitari trasmessi via radio raggiungeva i 20 milioni di leva (1,94 leva=1 Euro), secondo i dati forniti dall’agenzia Pierro 97, o, stando a quanto sostiene la radio Darik, 25 milioni di leva. Quest’ultima ha goduto di gran popolarità nel 1997, quando il Parlamento veniva attaccato dai cittadini e la radio di Stato non trasmetteva nulla al riguardo, mentre Darik curava i reportage sul posto.
Da non dimenticare la realtà dei mass media on-line, presenti solo da due anni: i principali sono Mediapool, l’agenzia Focus, www.news.bg e www.bg.nes.
I personaggi del giornalismo bulgaro
I mass media bulgari sono gestiti in prevalenza da giornalisti, molti dei quali erano attivi al tempo del comunismo. Fra di loro una figura di rilievo è il giornalista Petio Blaskov, che si fa chiamare "Sua Eccellenza". Si crede sia stato lui a portare in Bulgaria la società tedesca WAZ, per poi vendere loro il gruppo editoriale 168 Chassa. Chi è invece considerato il padre fondatore del reportage in Bulgaria è Valeri Naidenov, un tempo redattore capo del 24 Chassa. Ivan Garelov è invece conosciuto per aver creato una scuola di giornalismo televisivo: conosciuto dai tempi del comunismo, con molti anni di esperienza in campo giornalistico, si trasferì negli ultimi anni a Nova Televisia, per uno stipendio che fa ancora discutere; dopo la revoca della licenza televisiva rimase disoccupato. I vari Governi si alternano in Bulgaria ma chi ma Ivan Garelov, sopravvissuto alla caduta del regime di Todor Zhivkov, è sempre in sella. Questo soprattutto grazie alle sue fortissime relazioni con il mondo della politica. Dopo l’esperienza di Nova Televisia ha lasciato il giornalismo attivo e si occupa ora di pubbliche relazioni.
Altra figura di spicco è Toma Tomov, autore e moderatore del programma Nablyudatel (L’osservatore), che segue la scia del giornalismo e della cronaca in stile occidentale.
La libertà di stampa
I mezzi di comunicazione bulgari sono oggetto di interessi economici e forti pressioni politiche. All’ordine del giorno esempi di "favori" che alcune industrie offrono ai responsabili di testate giornalistiche in modo da guadagnarsi un’immagine "pulita" e positiva presso il pubblico. Un caso su tutti un viaggio intrapreso da 3 esponenti di media bulgari su invito della holding turca Ceylan. I capi redattori di Standart e Trud ed il direttore di un programma in onda su radio Darik alloggiarono in quell’occasione in alberghi di lusso in Turchia – alberghi di proprietà della Ceylan – e visitarono le varie sedi della società in elicottero. In seguito fecero entrare in confidenza l’audience bulgara con i successi della holding turca e pubblicarono interviste a scopo pubblicitario. E questo influì anche su alcune scelte governative. Si scoprì poi che la Ceylan non era un’azienda proprio modello e molti dei suoi dirigenti vennero accusati di appropriazione indebita di fondi.
Le pressioni sui media bulgari sono state denunciate dalla sezione bulgara del Comitato di Helsinki che ha condotto un’inchiesta dalla quale emerge come chi lavora nel mondo dei media è spesso oggetto di indagini giudiziarie prive di fondamento, dato che la maggior parte degli accusati vengono alla fine assolti. Nel periodo che va da marzo 2000 fino a marzo 2001 ci sono state 97 indagini delle quali 60 riguardavano il diritto penale mentre le rimanenti erano intentate per diffamazione. Analizzando la concentrazione geografica delle cause è evidente che la maggior parte riguardano la provincia – le città di Vratsa, Montana e Varna, mentre a Sofia se ne registrano solo 5. Delle 23 portate a termine, solo una si è conclusa con una sentenza sfavorevole al giornalista e che lo obbligava a pagare una penale e a subire un’ammonizione pubblica.
Esistono comunque anche casi clamorosi di violenze subite da giornalisti. Il più famoso quello di Anna Zarkova, giornalista di cronaca nera, che venne spruzzata con dell’acido: l’autore del crimine è tuttora sconosciuto.
Albi professionali
I giornalisti bulgari vengono supportati dai sindacati di due importanti albi professionali – l’Unione dei Giornalisti Bulgari e l’Unione Podkrepa dei Giornalisti. La Coalizione dei Media Bulgari riunisce 14 associazioni non governative di giornalisti, mentre il Centro per lo Sviluppo dei Media si è occupata per anni di aumentare il livello di qualificazione dei giornalisti. Promedia organizza corsi di formazione per giornalisti televisivi.
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