Bulgaria: grandi aspettative per il turismo
Grazie ai suoi prezzi bassi ed ai bellissimi paesaggi, la Bulgaria si sta affollando di turisti ed investitori. C’è un lato negativo? Un’articolo tratto da Tol
Da Sofia, Konstantin Vulkov e Polia Alexandrova
Traduzione a cura di Barbara Sartori – Osservatorio sui Balcani
9 luglio 2004
È conosciuta come la "riviera balcanica" e quest’anno si è rivelata come una tra le destinazioni di villeggiatura preferite nel mondo.
L’Organizzazione Mondiale del Turismo riferisce che circa 900.000 persone hanno visitato la Bulgaria durante i primi quattro mesi del 2004, un aumento del 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I turisti provenienti dall’Unione Europea superano il 48% e le entrate dal turismo hanno raggiunto i 130 milioni di euro, un aumento del 30% rispetto al 2003.
Ci si aspetta che quei numeri crescano significativamente durante l’alta stagione di quest’anno, che è cominciata all’inizio di giugno. Centinaia di voli charter hanno già iniziato ad atterrare nella capitale Sofia e nella città di villeggiatura di Varna, sulla costa del Mar Nero. Infatti il numero dei voli verso la Bulgaria sono aumentati rapidamente, in particolar modo quelli provenienti dall’Inghilterra. I voli charter delle compagnie come la Balkan Holidays volano avanti indietro tra la Bulgaria e il Regno Unito tutta l’estate, e la British Airways ha appena introdotto dei voli diretti verso Varna e dei voli giornalieri verso Sofia.
"Il flusso di turisti è enorme. I nostri colleghi di Varna hanno così tanto lavoro", ha detto Ivan Markov, che lavora all’aeroporto di Sofia. "Oggi giorno le persone stanno venendo in Bulgaria non solo per le bellissime spiagge e le stazione sciistiche economiche. Molti stanno arrivando per intraprendere viaggi culturali, turismo rurale, ecologico e termale, ciclo-turismo, alpinismo, escursioni, ecc…".
Gli inglesi sono tra i maggiori fan della Bulgaria e lo stanno diventando sempre più, incoraggiati dai reportage sui viaggi e dai servizi promozionali nei media inglesi. Le immagini di spiagge sabbiose, stazioni sciistiche e di bellissime campagne, articoli sulle città storiche e sulle invariate tradizioni rurali, e non di meno i prezzi vantaggiosi delle proprietà, hanno accresciuto la nomea della Bulgaria. Secondo il maggiore tour operator britannico, Thomson Holidays, la Bulgaria sta sorpassando anche la Spagna come destinazione preferita per i britannici.
"Abbiamo trascorso le nostre vacanze in Bulgaria dal 1983", hanno detto i britannici Paul e Betty Cohen, dopo essere appena arrivati a Sofia su un volo proveniente dalla Scozia. " Ci mancano i tempi passati. L’innocenza se ne è andata e la Bulgaria oggi assomiglia molto ad ogni altro posto nell’Europa occidentale che abbiamo visitato, ma è ancora la nostra meta preferita".
C’è il bisogno di investimenti dall’estero
Il boom dei turisti non è certamente una novità per questo Paese di 7 milioni e mezzo di abitanti, che divide il confine con la Macedonia, la Grecia e la Romania e che è posizionato sul Mar Nero dalla parte della Georgia. Anche ai tempi del regime sovietico, la Bulgaria era una delle destinazioni turistiche preferite; i comunisti hanno costruito strutture turistiche come il Golden Sands ed il Sunny Beach negli anni ’70 e negli anni ’80 per soddisfare la crescente domanda di strutture vacanziere a basso costo per i visitatori provenienti dall’Unione Sovietica. E anche allora c’erano occidentali. Le stazioni balneari dello Stato hanno attirato l’interesse di milioni di turisti provenienti da Paesi non comunisti, incluso dal Regno Unito e dalla Germania. Oggi circa il 70% della disponibilità di posti letto negli hotel si ha nelle città lungo il mar Nero, prova di quanto il turismo costiero domini l’industria.
Lo scorso anno 500.000 tedeschi e oltre 100.000 russi facevano parte del flusso di visitatori e molti di questi erano stati in quelle stesse strutture turistiche dagli anni ’70. Le strutture riflettono ancora l’attenta pianificazione dei funzionari comunisti, ma molte sono terribilmente vecchie ed antiquate. È fortemente necessario un investimento economico per promuovere e rinnovare le strutture esistenti.
Senza dubbio molto è già confluito nell’industria. I giorni del turismo di proprietà statale sono finiti sei anni fa, nel 1998, con la massiva privatizzazione di molti hotel e strutture turistiche. Un consorzio di compagnie di consulenza organizzato dal KPMG, il gigante occidentale della consulenza, ed approvato dall’Agenzia per la privatizzazione del governo, è diventato l’agente di vendita per la maggior parte dei più grandi "marchi comunisti"del turismo dello Stato. Negli anni seguenti, le maggiori compagnie turistiche straniere come la TUI, la C N Touristic, la RIU, l’Iberotel, la Magic Life e l’Iberostar hanno inoltre investito o sono subentrate nella gestione degli hotel sulla costa bulgara del mar Nero.
L’entrata più recente nel mercato è stata quella del gigante francese della catena di alberghi Accor, che il 12 maggio ha annunciato il suo progetto di costruire parecchi nuovi hotel in Bulgaria. Il primo sarà costruito nel centro di Sofia e varrà 12 milioni di euro.
L’Accor non è la sola catena multinazionale di hotel che sta cercando di guadagnarsi di prendere piede in Bulgaria. "Lo Stato è idealmente situato all’incrocio tra il Medio Oriente e l’Europa", ha detto in aprile a Novinite.com Friedrich Niemann, direttore generale dell’Hilton di Sofia e membro del consiglio del Convention and Visitors Bureau bulgaro istituito recentemente. "I bulgari sono straordinari, molto amichevoli e persone ospitali e la Bulgaria ha un paesaggio sbalorditivo. Il notevole aumento di turisti da una chiara indicazione di quanto sia stato fatto negli ultimi anni per promuovere con successo la Bulgaria come meta di vacanza in estate ed inverno.
Anche gli svizzeri vogliono una fetta della torta: l’Agenzia svizzera per la cooperazione e lo sviluppo ha garantito un aiuto economico del valore di 77.000 euro alla regione montana di Stara Planina per aiutare i tour operator locali, gli albergatori e gli imprenditori a sviluppare le loro attività.
Bisogna farlo bene
Tuttavia vi sono segni evidenti di come la Bulgaria debba ancora trovare il suo posto come meta turistica di classe.
Prevenendo le ondate di turisti che arriveranno quest’anno, i maggiori progetti strutturali sono iniziati in gennaio in parecchie città e villaggi. Si supponeva che i lavori sarebbero terminati per maggio nelle due maggiori stazioni balneari, il Sunny Beach ed il Golden Sands, ma i macchinari rumorosi e le aree fangose erano ancora ben visibili a giugno.
Il ritardo nel termine dei lavori ha avuto come conseguenza lo spostamento in altri luoghi di migliaia di turisti che avevano prenotato al Golden Resort, con alcuni che hanno dovuto interamente annullare i loro programmi di viaggio. Alcuni agenti di viaggio, irritati, hanno avvertito le autorità locali che il prossimo anno consiglieranno ai propri clienti di programmare un viaggio in Bulgaria prima di giugno.
Quel consiglio "potrebbe essere disastroso per la crescente immagine positiva del turismo bulgaro", ha detto in maggio al quotidiano Standart Donka Sokolova, presidente del Comitato direttivo della Associazione bulgara delle agenzie di viaggio. "Ci sono molti turisti che trovano scandaloso vedere ancora i lavori in corso all’inizio della stagione" – ha detto – "Se le cose non vengono messe a posto… la Bulgaria affronterà un significativo calo di turisti nei prossimi cinque anni".
Nelly Sandalska, direttrice della ex Balkantourist Agency, in passato di proprietà statale, vuole sia posto un veto ai lavori di costruzione nelle strutture del Golden Sands e del Sunny Beach. Due giorni prima dell’inizio dell’alta stagione, in un’intervista ad un giornale della città di villeggiatura, ha detto che lo Stato deve adottare un piano nazionale per sviluppare l’industria turistica. "Quello che sta accadendo oggi sulla costa bulgara può essere descritto con una sola parola: vandalismo".
Il turismo contrasta con la vita locale
Comunque, per gli stranieri che vogliono fare di più che semplicemente visitare la Bulgaria, i progetti di costruzione non portati a termine non sono certo un problema. Il vantaggio di acquistare proprietà a buon prezzo in località idilliache è fonte di minori inconvenienti.
Sebbene la legislazione bulgara proibisca agli stranieri di possedere terreni, migliaia di non-bulgari aggirano ciò semplicemente creando una persona giuridica bulgara (una società registrata), che poi diventa il soggetto che acquista. Le compagnie di investimento britanniche come la Bulgarian Dreams, la Homes in Bulgaria e la My Bulgaria pubblicizzano ai britannici l’idea di acquistare delle proprietà sulla riviera balcanica con slogan come "Bulgaria: il più bel segreto (nascosto) dell’Europa" e "Il posto giusto… Il momento giusto".
Ed i britannici stanno "imbrigliando", "addentando" gli appartamenti sulla costa e si stanno allargando alle ville nell’entroterra, molti credendo che comprare una proprietà in Bulgaria – come in Spagna e in Irlanda negli anni scorsi – sia un investimento eccellente e sicuro. Quando la Bulgaria parteciperà all’Unione Europea nel 2007, i prezzi delle proprietà potrebbero decollare e procurare grandi ricompense ai primi compratori.
Non solo i britannici stanno arrivando. "Gli italiani vengono a comprare i villaggi bulgari" è stato il titolo di testa del giornale locale Troud nel piccolo villaggio di Skalitsa, nel sudest della Bulgaria. Secondo quest’articolo due italiani, Aurelio Donatti e Federico Maggiani, stanno accaparrandosi le case a Skalitsa, a cui i locali ora si riferiscono come alla "Piccola Roma". I due hanno l’obiettivo di trasformare la città in una meta rurale e salutista.
Comprensibilmente i bulgari hanno molti esempi di stranieri che guardano il loro Stato come fosse un grande bazar di proprietà. Il prezzo delle case a 40.000 dollari può essere un’occasione per i compratori occidentali, ma in un posto dove l’entrata media è di 120 dollari al mese, comprare un pezzo di proprietà è il risultato di una vita.
Infatti l’immagine dei turisti scherzosi con una rendita disponibile – stiano facendo shopping nelle boutiques alla moda di Sofia o cenando nei caffè della costa – è in profondo contrasto con la posizione economica di molti bulgari. Secondo il programma per lo sviluppo delle Nazioni Unite, circa il 21% della popolazione vive in assoluta povertà, con meno di un dollaro al giorno. Almeno il 17% della popolazione non è in grado di soddisfare le proprie quotidiane necessità minime di cibo.
Tuttavia molti vedono l’arrivo di stranieri e di investimenti stranieri come il fatto precursore alla creazione di lavoro. In giugno il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Khristina Khristova annunciò che la disoccupazione era scesa al 12.6%, la percentuale più bassa negli ultimi 5 anni. Il Ministero ha anche riferito che l’86% dei 23.505 nuovi posti di lavoro in maggio erano nel settore privato ed il turismo era una delle cinque industrie dove c’era più domanda di lavoratori.
Chiaramente i bulgari hanno buoni motivi per sperare che il sole continui a splendere sull’industria turistica del loro Stato.
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