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Bulgaria: droghe, pugno duro

Eliminata la dose minima personale. "Ce lo hanno chiesto le madri dei tossicodipendenti", dichiarano i sostenitori degli emendamenti alla vecchia legge. "Solo populismo, non farà che alimentare la corruzione nella polizia", afferma chi ha votato contro.

19/05/2004, Redazione -

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Da Sofia scrive Tanya Mangalakova
Carcere dai 3 ai 15 anni e multe dai 10.000 ai 100.000 leva (5155 e 51546 euro). Sono le pene che rischia in Bulgaria chiunque venga trovato in possesso anche di un solo grammo si sostanza stupefacente. E’ stato deciso a metà marzo dal parlamento bulgaro che ha emendato, nella legge attualmente in vigore, la disposizione dove si prevedeva la dose minima personale. Gli emendamenti al codice penale sono stato votati da ben 118 parlamentari, solo tre si sono dichiarati contrari.

Tra chi ha proposto la linea dura contro la dose minima personale vi è Miroslav Sevlievski, parlamentare di "Il Nuovo Tempo", che ha affermato di aver parlato con le madri dei tossicodipendenti che hanno spinto per la cancellazione della previsione di legge che depenalizzava l’uso personale di stupefacenti. "Negli ultimi due anni la questione delle droghe è stata limitata al dibattito sull’uso personale. Ma occorre invece chiedersi se le droghe in Bulgaria vadano legalizzate o no. Sino a ieri una parte del Codice penale prevedeva una seppur parziale legalizzazione. Se si veniva presi con una sola dose non si rischiava infatti nulla", ha commentato all’indomani del voto parlamentare Sevilevski.
Quest’ultimo si è poi soffermato su l tema delle droghe leggere affermando che qualcuno nella società civile bulgara è per la loro legalizzazione, come in Olanda. "Ma la Bulgaria è un Paese differente. Le droghe sono un disagio recente e non vi è alcuna ragione per favorirne il propagarsi. Se i tossicodipendenti sono nel Paese tra i 100.000 ed i 200.000 non c’è ragione per farli diventare 500.000".

Solo Mihail Mikov, Borislav Ralchev e Yordan Sokolov hanno votato contro l’emendamento. "Non dobbiamo cercare posto in prigione per 120.000 tossicodipendenti ma dobbiamo cercare di curarli" afferma Ralchev, parlamentare del Movimento Nazionale Simeone II. Ralchev insieme a Yordan Sokolov, parlamentare del partito di destra Unione delle forze democratiche, hanno affermato che il testo emendato non riguarda criminali ma gente malata che non può fare a meno dell’uso di stupefacenti.
Secondo il rapporto titolato "Il mercato di stupefacenti in Bulgaria" redatto dal Centro per lo studio delle democrazia nel 2003 ci sarebbero in Bulgaria tra i 5.000 ed i 25.000 eroinomani per un mercato che si aggirerebbe ogni anno tra i 28 ed i 70 milioni di euro. Tra le 30.000 e le 50.000 persone farebbero un utilizzo regolare di droghe leggere ed altrettanti un uso saltuario.
La campagna "no crime"
Il mensile 1 ha pubblicato la fotografia di 24 bulgari molto conosciuti nel mondo dello spettacolo, delle arti, dell’università e delle ONG incatenati. Hanno prestato la loro immagine per la campagna "No crime" contro la penalizzazione della dose minima personale. "Se i parlamentari fossero onesti dovrebbero spiegare alle madri che il problema non sta nella legge ma nella sua applicazione. La vera ragione della quantità di droga che gira nel Paese è la corruzione esistente tra la polizia e la magistratura. I tossicodipendenti devono essere curati da dottori, non da carcerieri" commenta il mensile 1.
La campagna "No crime" è arrivata anche in parlamento. Tre giornalisti del mensile che la promuoveva hanno scandalizzato i parlamentari mettendo sigarette simili a spinelli in buste che venivano poi distribuite. Il gesto è stato poi commentato da tutti i quotidiani bulgari. "Assurda overdose", Dnevnik; "Spinelli in parlamento", Novinar; "240 spinelli per i parlamentari", Troud.
La campagna mirava comunque a promuovere un dibattito sulla questione perché la situazione languiva e mancava solo un mese all’approvazione o meno dell’emendamento proposto dal partito "Il nuovo tempo", ha commentato il quotidiano Dnevnik.
C’è qualcuno che ha reagito comunque molto negativamente a quest’iniziativa. Tra questi Kamen Vlachov, parlamentare del Movimento Nazionale Simeone II, secondo il quale qualcuno pretende di essere democratico ed europeo ed invece fa solo propaganda a favore dell’uso di droghe. "Questa non è una campagna, è un crimine".
Corruzione nella polizia
Nel 2003 è avvenuta la pubblicazione del rapporto, già citato prima, "Il mercato degli stupefacenti in Bulgaria". In quest’ultimo si nota come dopo il 1998 i crimini legati al traffico di stupefacenti sono cresciuti in modo esponenziale sino ad essere la spina dorsale del crimine organizzato. Sofia costituirebbe la metà del mercato nazionale (e vi sarebbero cinque passaggi nella distribuzione), seguita da città come Vargas, Bourgas e Plovdiv (dove vi sarebbe un grado in meno di distribuzione).
A controllare il traffico di stupefacenti i maggiori boss della malavita bulgara che spesso controllano anche larghe fette dell’economia legale che poi sfuma in quella grigia ed illegale. Le conclusioni del rapporto palesano l’alto livello di corruzione in seno la Ministero degli interni per quanto riguarda la lotta al traffico di stupefacenti. Rivelato anche lo schema di corruzione dei dipartimenti di polizia della polizia della capitale. "Non è un caso che le zone di spaccio corrispondano esattamente alle zone in cui i distretti di polizia si suddividono. Secondo alcuni pentiti è un riflesso diretto del coinvolgimento della polizia nel distribuire gli stupefacenti. Senza buoni contatti nel distretto di polizia di riferimento sarebbe impossibile ‘difendere’ il proprio territorio. La polizia raccoglierebbe in media dai 7 ai 10 euro ogni settimana dagli spacciatori mentre la cifra che a livelli più alti si pagherebbe in un distretto per fare in modo che tutto vada bene va dai 5.000 ai 10.000 euro all’anno. Inoltre vi sono altri "extra" nel caso di incidenti. Dati questi ultimi comunque frammentari e che dipendono dagli accordi specifici tra spacciatori della zona e polizia. La contaminazione della malavita della polizia avviene a più livelli. Se i dirigenti non possono essere raggiunti si tenta con i sottoposti. Ogni dipartimento è diretto da tre o quattro ufficiali. E’ possibile che qualcuno di loro non sia corrotto ma in media metà dei sottoposti gode di ‘rendite di posizione’. La pena per chi viene scoperto e di solito solo un trasferimento ad altri compiti".
Secondo il rapporto vi sarebbero anche avvocati arruolati dalle strutture del traffico di stupefacenti. Sarebbero i cosiddetti "avvocati neri" con un passato spesso al Ministero degli interni, o ex investigatori, o ex giudici o procuratori.
Tra le ragioni sostenute a favore degli emendamenti al codice penale in merito al possesso di stupefacenti quella che spesso la possibilità di avere una modica quantità ad uso personale era utilizzata dagli spacciatori per evitare la punizione della legge e corrompere la polizia. I detrattori della nuova legge sostengono però che permarrebbero ambiguità e spazi che continuano ad alimentare la corruzione.
Nella stampa si riporta che in questi giorni un ragazzo trovato a fumare uno spinello avrebbe dovuto pagare ad un poliziotto una mazzetta di 258 euro. "L’eliminazione della dose minima personale è solo populismo" afferma Mihail Mikov, parlamentare del Partito socialista bulgaro "il provvedimento non farà che aumentare la corruzione in seno al Ministero degli interni".
"Qualsiasi cosa accada io la mia canna continuerò a fumarmela" afferma V., studente ventiseienne di Varna. Studia con successo psicologia e prima dell’emendamento al codice penale vendeva marijuana via internet. Si pagava sul suo conto corrente e poi, il giorno successivo, consegnava la merce. Ora non lo fa più ma è convinto che questo nuovo provvedimento avrà vita breve. "Si può trovare marijuana in centro a Sofia, basta conoscere i posti. Ora occorre essere però più vigili" ricorda un manager di 36 anni di una famosa agenzia di pubbliche relazioni di Sofia "e soprattutto avere in tasca circa 26 euro per corrompere un poliziotto che eventualmente ti beccasse".

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