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Bulgaria: contro la febbre dell’oro

Una miniera a cielo aperto per l’estrazione dell’oro. Con una tecnologia che utilizza il cianuro. E’ quello che si prospetta per Ada Tepe, nei pressi della città di Krumovgrad, Monti Rodopi. Enti locali e ONG non ci stanno

22/11/2005, Tanya Mangalakova - Sofia

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"I Rodopi liberi dal cianuro!" è questo lo slogan che ha riunito organizzazioni non governative ed autorità locali in Bulgaria, in Grecia e Turchia che hanno intrapreso una campagna contro un progetto canadese per la costruzione di un impianto d’estrazione dell’oro a Ada Tepe, nei pressi della città di Krumovgrad (Rodopi orientali).

La preoccupazione è che quello che eventualmente diverrebbe il primo impianto di questo tipo in Bulgaria provochi un forte impatto ambientale su questa regione.

La campagna contro l’apertura della miniera è stata lanciata da una coalizione di numerose associazioni ambientaliste bulgare. Tra queste l’associazione "Per la Terra", il "Centro per l’informazione e l’educazone ambientale" (entrambi membri di "BankWatch"), la federazione delle associazioni ambientali "Balcani verdi", l’"Eco-Club 2000" ed il comitato di iniziative "Vita per Krumovgrad".

Poi è arrivato anche il sostegno di ONG dei Paesi confinanti. Tra questi quello della "Vigilanza ellenica sull’estrazione mineraria" ONG greca che sta combattendo da anni le estrazioni di tutti i generi di metallo in Grecia. Lo stesso è avvenuto con alcune associazioni turche.

L’azienda canadese "Dundee Precious Metals" tramite il suo ramo locale "Balkan Mineral and Mining" (BMM) ha in programma la creazione di una miniera a cielo aperto, che dovrebbe avere 5 o 6 anni di vita. Il tutto con tecnologia che prevede l’utilizzo del cianuro.

Le ONG ambientaliste e gli abitanti dell’area di Kurmovgrad contestano l’attivazione della miniera. Si è in particolare preoccupati del possibile inquinamento da cianuro del fiume Krumovitza, affluente del fiume greco Arda, che a sua volta si versa nel fiume Maritza, al confine greco-turco.

"La tecnologia che prevede l’utilizzo del cianuro è molto pericolosa, sia per le persone sia per la natura" affermano le ONG "un’eventuale inquinamento da cianuro rischierebbe di arrivare tramite i fiumi sino all’Egeo".

Nel marzo del 2005 la BMM è stata certificata dall’Agenzia Bulgara per gli Investimenti come investitore di primo grado (circa 52,155 milioni di euro su tre anni) per la costruzione della miniera d’oro a Ada Tepe.

La BMM si aspetta un reddito netto di 320 milioni e mezzo di dollari, dei quali 30 dovrebbero andare allo stato per le concessioni e per una tassa sul profitto.

"Oltre ai 30 milioni di dollari che la Bulgaria riceverà per la concessione e come tassa sul profitto lo stato e la collettività avrà dei vantaggi attraverso il pagamento dei contributi sociali, di quelli sanitari e per i salari che verranno distribuiti nella regione" ha scritto Laurence Marsland, direttore esecutivo della BMM in una lettera aperta ai mezzi d’informazione bulgari.

Secondo Marsland ci saranno benefici rilevanti anche per le autorità locali: 300 posti di lavoro durante la costruzione della miniera, 230 posti di lavoro durante l’estrazione per almeno 6 anni. Posti addizionali, all’incirca 920, saranno creati nel campo dell’indotto.

L’esecuzione del progetto della BMM comincerà subito dopo la concessione mineraria, e l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie per la costruzione delle infrastrutture necessarie alle miniera.

Questo avverrà non prima che il Ministero dell’ambiente si sia pronunciato in merito allo studio di impatto ambientale.

Le proteste

Il 23 ottobre scorso circa 300 cittadini greci dalle città di Komotini, Sapes, Alexandroupolis e l’Orestiada si sono recati a Krumovgrad per protestare assieme ai cittadini locali contro la miniera d’oro in Ada Tepe.

L’intera città è stata riempita di poster: "No alle miniere d’oro mortali", scritto in greco, bulgaro e turco.

Poco più di un mese prima, il 17 settembre, il municipio di Evros, Grecia, aveva deciso di avviare ufficialmente una campagna contro la miniera d’oro a Krumovgrad, stanziando per quest’ultima 100.000 euro. Lo stesso giorno il consiglio di Krumovgrad votava all’unanimità la decisione di opporsi al progetto sull’estrazione dei metalli preziosi. In una lettera inviata alle più alte cariche della Bulgaria si sottolineava il diritto dei cittadini di Krumovgrad alla salute e ad un ambiente pulito, presupposto tra l’altro per una produzione agricola di qualità e per uno sviluppo sostenibile. L’invito rivolto al Ministero dell’ambiente è stato quello di non approvare il rapporto di valutazione sull’impatto ambientale.

Alle proteste si sono aggiunti anche i fax di 350 famiglie di Rosia Montana, Romania, area fortemente inquinata a causa dell’estrazione di oro con tecnologie simili a quelle che si vorrebbero applicare in Bulgaria.

"I rischi dell’inquinamento da cianuro sono collegati al fatto che l’inquinamento non decresce nel tempo ma perdura a lungo anche dopo la fine della produzione" chiariscono le ONG ambientaliste "tra l’altro Krumovgrad è un’area ad alta attività sismica e quindi è ridicolo affermare che si riesca a sigillare perfettamente i bacini di deposito per i materiali inquinati da cianuro". "Questa parte dei Rodopi è sottoposta a forti precipitazioni in inverno … si rischia ciò che è accaduto a Baia Mare, in Romania. Lo studio di impatto ambientale non fa una valutazione realistica in questo senso" hanno dichiarato ad Osservatorio gli attivisti di "Eco Club 2000".

Gli ambientalisti mettono inoltre in dubbio i vantaggi economici che lo Stato deriverebbe da operazioni di questo tipo: "In realtà si tratta di un meccanismo occulto di corruzione. Da 50 tonnellate di oro ci si aspetta lo stato ottenga circa 60 milioni di dollari mentre l’azienda ne guadagnerebbe 500. E’ chiaro che si tratta di esportare ricchezza nazionale lasciando dietro a sè un disastro ecologico".

Viene inoltre criticato il fatto che la BMM abbia ascritto come propria scoperta (e da questo il diritto a sfruttarla dal punto di vista commerciale) ciò che era stato invece scoperto dal lavoro di generazioni di geologi bulgari e grazie al finanziamento dello Stato, e cioè che in questa specifica zona geografica era presente l’oro.

Un’ulteriore preoccupazione è che il progetto della miniera d’oro possa influire negativamente sulle due attività tradizionali dell’area: l’allevamento e la coltivazione del tabacco.

C’è chi ha comunque fiducia nel successo delle proteste. "A mio avviso siamo in grado di bloccare la Dundee ma dobbiamo essere consapevoli che ritorneranno" afferma Fidanka Bacheva, di "For Earth" "ritorneranno perché hanno già investito molto in questo progetto. Non siamo contro la Dundee ma contro l’estrazione d’oro con il cianuro nei Monti Rodopi. Dobbiamo fare in modo che l’area di Krumovgrad venga dichiarata parco nazionale, all’interno del network europeo Natura 2000. Solo così riusciremo a bloccare la Dundee e qualsiasi altra azienda volesse estrarre oro da questo territorio".

Piani d’azione

"I nostri oppositori rifiutano il dialogo. Agli incontri pubblici gli esperti in rappresentanza delle municipalità ed i rappresentanti delle ONG hanno dato il loro appoggio al progetto" afferma ad Osservatorio Ivailo Georgiev, della Orange, azienda di pubbliche relazioni che lavora per conto della BMM "il problema legato al cianuro è riemerso dopo l’incidente a Baia Mare, nel 2000, in Romania. Ma Krumovgrad non è Baia Mare. Il cianuro viene infatti smaltito e non ne rimane nei detriti della lavorazione che una media di 10 volte inferiore a quanto consentito dall’Unione europea. L’altra modalità per estrarre l’oro è utilizzare il mercurio. Ma è molto pericoloso…"

Ma perché non è stato ancora elaborato un piano d’azione nel caso di inquinamento da cianuro? "Impossibile farlo in questo momento di elaborazione del progetto" afferma Vera Djambazova, direttrice della Orange "la BMM è certamente in grado di farlo solo dopo che le verrà garantita la licenza. Occorre prima naturalmente elaborare un piano per la costruzione della miniera stessa. In base a questo seguirà tutto il resto". La direttrice ritiene che quella canadese sia un’azienda seria e che darà le garanzie per la conversione della miniera di Ada Tepe. "Quest’azienda resterà in ogni caso in Bulgaria, anche dopo la chiusura della miniera di Krumovgrad, perché svilupperà un altro impianto minerario".

Estrarre l’oro con la tecnologia tracia?

Le associazioni ambientaliste temono tra le altre cose che la miniera a cielo aperto rischi di danneggiare reperti archelogici e culturali presenti nella zona. Già nel 2001 una lettera aperta degli ecologisti aveva denunciato la distruzione di due santuari d’epoca tracia, demoliti durante le valutazioni geologiche sull’area.

"In realtà durante le ricerche geologiche questi due monumenti sono stati danneggiati solo parzialmente. Poca cosa rispetto ai danni causati dai tombaroli" afferma Georgi Nehrizov, archeologo dell’Istituto archeologico dell’Accademia bulgara delle scienze "stiamo collaborando bene con l’azienda canadese. E’ tre anni che gli esperti del nostro istituto stanno facendo una ricerca a tutto campo nell’area di Ada Tepe. Ricerca finanziata dall’azienda canadese in rispetto della legge sulla protezione del nostro patrimonio culturale".

C’è chi, proprio rifacendosi al passato, propone un’altra strada per le miniere di Ada Tepe. "Si potrebbe estrarre l’oro secondo la tecnologia utilizzata nell’antica Tracia" afferma Petko Kovachev del Centro per l’informazione e l’educazione ambientale "questa sì che diverrebbe un’attrazione per i turisti ed un contributo allo sviluppo sostenibile per l’area di Krumovgrad. Non certo quanto proposto dalla BMM".

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