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Bulgaria: contraffatto è bello

Il mercato di Ilientzi, nei sobborghi di Sofia, è il paradiso delle merci contraffatte. Versace, Armani, Diesel. Tutto a prezzi stracciati. "Ma non è più come una volta" racconta un ambulante "ora Billa e Metro ci fanno concorrenza e la guerra nella ex Jugoslavia è finita"

13/04/2006, Tanya Mangalakova - Sofia

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I mercati in Bulgaria sono inondati da beni contraffatti, vestiti, occhiali, scarpe, borse e profumi, copie di marchi famosi realizzate in Cina o in Turchia. Il mercato di Ilientzi, nei sobborghi di Sofia è il paradiso dei "mente", parola bulgara che indica i prodotti contraffatti. I consumatori vanno ad Ilientzi soprattutto per i prezzi bassi. Tutte le marche famose che si vedono nei più di duemila negozi del grande mercato, come "Versace", "Armani", "Diesel", "Miss Sixty", "Dolce & Gabbana", "Moschino" e tanti altri, sono riproduzioni. Si possono comprare jeans "Levi’s" o "Energie" per 20 – 25 leva (10 – 13 euro).

Alcune contraffazioni, come un paio di jean "Bulgari", venduti ad appena 28 leva (14 euro), sono dei veri e propri capolavori, e si distinguono a malapena dagli originali. In una delle profumerie la giovane commessa mostra senza ritrosie due confezioni dello stesso profumo, una è originale, l’altra contraffatta. "Qual’è la differenza?" chiediamo. "I profumi originali sono più costosi, intorno a i 30 – 50 euro. Gli "altri" invece costano solo 35 – 40 leva (18 – 20 euro) ma in realtà la differenza non si sente, sono come gli originali". Sugli scaffali di vetro ci sono confezioni "Chanel N°5", "Moschino", "Kenzo", "Cheistian Dior" a prezzi da favola. "Alcuni commercianti vengono a rifornirsi qui da noi, e poi rivendono i profumi in centro città come originali" ci dice ancora la commessa.

Fuori dal mercato c’è un boschetto immerso in un acquitrino melmoso. L’attraversa un sentiero d’asfalto rialzato, dove vari ambulanti mostrano le proprie merci. Sulle bancarelle si vedono soprattutto calzini e biancheria a buon mercato, tutto "made in China". Nel fango rifiuti di ogni genere, bottiglie, sacchetti di plastica, cartacce. "Presto le rane cominceranno a cantare" ci dice una donna che vende calzini "Nike" a 1,50 leva (80 centesimi) al paio. Ci spiega che la municipalità ha vietato agli ambulanti di esercitare intorno a "Ilientzi". Adesso vengono a vendere soltanto il sabato e la domenica, e nessuno pensa a portar via le immondizie. Gli ambulanti non possono permettersi di pagare i 1500 leva (750 euro) al mese che servono ad affittare uno degli spazi vendita all’interno del mercato. "Ilienzi non è più lo stesso", ci racconta Kircho, uno dei venditori, da dietro la sua bancarella. "Gli affitti esorbitanti e la concorrenza dei grandi supermercati come "Metro" e "Billa" ci stanno strangolando. La guerra in Jugoslavia è finita, e serbi e macedoni, che erano i nostri migliori clienti, non si fanno più vivi da queste parti. Per essere competitivi dobbiamo vendere solo prodotti cinesi o turchi, quelli bulgari sono troppo cari per le tasche dei nostri clienti".

Turchia e Cina sono i principali produttori di merci contraffatte, ha dichiarato al quotidiano "Novinar" Kostadin Manev, direttore dell’Ufficio Brevetti. Per evitare di comprare tali prodotti, bisogna conoscere il negoziante e tenere d’occhio i prezzi. I prodotti delle marche più rinomate vengono venduti da negozi come quelle che si trovano sulla "Vitosha", la via commerciale della capitale bulgara, dove alcune case di moda, come "Gianfranco Ferré" hanno aperto le loro boutique. Una borsa originale costa intorno ai 500 euro, ma molti negozi in Bulgaria le propongono a circa 10 euro.

Naturalmente, se si comprano i prodotti "mente", non is possono avere pretese sulla qualità. Questo tipo di merce è scadente, ha dichiarato recentemente Mariana Tzvetkova, direttrice del dipartimento "Attività Legali ed Internazionali" dell’Ufficio Brevetti, e talvolta rappresenta un rischio per la salute. La contaffazione dei marchi è legata alla cosiddetta "economia grigia" ha detto ancora la Tzvetkanova, all’evasione fiscale e alla fragilità sociale dei consumatori.

L’Ufficio Brevetti ha presentato a febbraio agli esperti della Commissione Europea la strategia elaborata per combattere questo fenomeno. Questa prevede una più stretta collaborazione tra lo stesso Ufficio, la polizia, le dogane e i tribunali, per una lotta veramente efficace contro la contraffazione.

Oggi l’Ufficio Brevetti, nel caso venga accertata la vendita di merce falsificata, può emettere multe di varia entità. Per le persone fisiche queste vanno dai 500 ai 1500 leva nel caso di prima infrazione, e dai 1500 ai 300 leva in caso di recidiva. Per le persone giuridiche si va dai 1000 ai 3000 leva per la prima infrazione ai 3000 – 5000 leva per chi persevera nel reato. Tutta la merce contraffatta viene confiscata.

Nel 2005 l’Ufficio Brevetti ha portato a termine circa 500 indagini insieme alla polizia. Nel gennaio 2006, trenta indagini hanno portato al sequestro di 742 prodotti di vario genere. Tra questi jeans e vestiti di marche come "Dolce & Gabbana", "Diesel", "Emporio Armani", "Giò", "Puma" ecc. A marzo a Dobrich è stata sequestrata merce per il valore di 300mila leva (150mila euro), proprietà della ditta "Daytona". L’operazione è stata portata a termine da ufficiali di polizia, Ufficio Brevetti, Dipartimento per la Lotta al Crimine Organizzato e dall’Ufficio Dogane. All’interno di due depositi della ditta sono stati ritrovati orologi, scarpe, magliette e cinture di "Gucci", "Adidas", "Puma" e "Diesel". La merce di contrabbando non aveva alcun documento che ne attestasse la provenienza, ma è stata sicuramente importata dalla Cina.

Recentemente un’operazione contro il traffico di merce contraffatta è stata portata a termine anche al mercato di Ilientzi dall’Ufficio nazionale contro il crimine organizzato. Secondo le forze dell’ordine l’operazione ha sventato un giro di affari di milioni di euro.

Le violazioni più vistose vengono fatte nei bazar e nei mercati, come quello, diventato famoso, di Dimitrovgrad, ha dichiatato Kostadin Manev. Con l’ingresso della Bulgaria nell’Ue, il paese entrerà nel Dipartimento per i marchi registrati sul territorio dell’Unione. Nel frattempo però i "mente" sono dappertutto, anche nei pressi del parlamento. Il più famoso mercato di orologi contraffatti "made in China" è quello degli antiquari che stazionano regolarmente davanti alla cattedrale "Alexander Nevski". I modelli per uomo sono relativamente costosi, "Rolex" e "Patek Philippe" a circa 50 euro. Dopo aver provato uno "Chanel" da donna in metallo, esposto a 20 leva (10 euro) chiedo al venditore che tipo di garanzia ci sia per l’orologio. "L’unico problema che può avere è con le batterie" mi ha assicurato con un sorriso il giovane "antiquario". E quando gli ho detto che l’orologio era "mente", mi ha risposto allargando ancora di più il sorriso "Ma qui in Bulgaria anche i politici sono "mente"" E poi che diamine, è pur sempre uno "Chanel", e per soli 20 leva!".

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