Bulgaria: al bazar degli eurodeputati
La Bulgaria si prepara ad eleggere i propri rappresentanti in seno al parlamento europeo. Le Ong lanciano una campagna anti-corrotti ed emergono polemiche sul diritto al voto dei cittadini bulgari della comunità turca che da anni risiedono fuori dal paese. Ma il vero punto critico è l’affluenza alle urne
Diciotto eurodeputati bulgari siedono attualmente sugli scranni dell’assemblea di Strasburgo, dopo essere stati a lungo semplici osservatori, scelti dal parlamento di Sofia.
Con l’ingresso della Bulgaria nell’Ue, però, sono state indette le prime vere elezioni europee nel paese, che si terranno ad aprile secondo il sistema proporzionale.
In occasione del voto, 13 Ong bulgare hanno lanciato, a partire dallo scorso 22 gennaio, la campagna "Per un Paralmento Europeo pulito – Bulgaria 2007". Obiettivo principale, non portare a Strasburgo candidati corrotti, personaggi che hanno accumulato fortune milionarie attraverso attività poco trasparenti o ex collaboratori dei servizi segreti del regime comunista.
Tutti i candidati saranno esaminati attraverso sei criteri fondamentali: non devono essere ex ufficiali o collaboratori della Darzhavna Sigurnost (i servizi segreti comunisti), non devono avere condanne per corruzione, né situazioni di conflitto di interesse, non devono presentare differenze sostanziali tra il reddito dichiarato e lo stile di vita, non devono avere debiti in pendenza verso lo stato o i propri dipendenti e, infine, non devono aver cambiato formazione politica ad ogni mutare dell’atmosfera politica.
Le Ong promotrici dell’iniziativa sono pronte a distribuire almeno un milione di volantini per informare gli elettori, nel caso in cui dovessero essere proposte candidature che non rispondono ai criteri proposti.
"Ex agenti dei servizi segreti del regime comunista, persone che hanno fatto parte della nomenclatura e nuovi ricchi con molti scheletri nell’armadio sono stati eletti al parlamento di Sofia. E’ inaccettabile che questo si ripeta dopo l’ingresso della Bulgaria nell’Ue", ha dichiarato in conferenza stampa il sociologo Vasil Kadrinov, rappresentate della Coalition for Honest Government Foundation. "Due deputati socialisti nel parlamento europeo sono diretta espressione della lobby della Darzahvna Sigurnost, Evgenii Kirilov e Mladen Chervenyakov, colui che la scorsa estate ha proposto che gli archivi riguardanti i servizi fossero secretati per i prossimi 120 anni. Ancora non è chiaro se il partito socialista li ha mandati a Strasburgo per rappresentare la Bulgaria oppure gli interessi di questa lobby", ha concluso poi Kadrinov.
Turismo elettorale ed altre storie
Nel frattempo, nel parlamento di Sofia i deputati spendono settimane e mesi per partorire la nuova legge elettorale per le elezioni europee. Il pomo della discordia è rappresentato dal cosiddetto "turismo elettorale", fenomeno che riguarda decine di migliaia di cittadini bulgari di etnia turca, che oggi vivono e lavorano stabilmente nella vicina Turchia, e che godono della doppia cittadinanza.
Durante ogni tornata elettorale, questi cittadini votano in massa per il Movimento per le Libertà e i Diritti (DPS), partito espressione della minoranza turca in Bulgaria e uno dei partner dell’attuale coalizione al governo a Sofia. I media hanno spesso raccontato di autobus "vaganti" che, partiti dalla Turchia, dopo aver passato il confine portano i propri passeggeri a votare.
L’opposizione di destra ha proposto in parlamento di escludere dal voto chiunque non abbia vissuto negli ultimi tre o sei mesi in Bulgaria o in un altro paese dell’Ue. "Ci prepariamo ad eleggere il parlamento europeo, e non quello anatolico" ha dichiarato Krasimir Karakachanov, leader del movimento nazionalista VMRO. Secondo Karakachanov le operazioni di voto dovrebbero avvenire solo all’interno dei paesi Ue, e non al di fuori dei suoi confini, con un diretto riferimento alla Turchia. Ha richiesto poi che il voto diventi un dovere obbligatorio "per sradicare il pericolo che gli interessi bulgari vengano definiti da partiti populisti delle minoranze".
Il 24 gennaio, comunque, i deputati della coalizione di governo, socialisti, "monarchici" dell’ex sovrano Simeon Sakskoburggotski e rappresentanti del DPS, hanno respinto le proposte di limitare il "turismo elettorale". "In questo caso", ha dichiarato Remzi Osman, deputato del DPS, "si negherebbe ai cittadini il sacro diritto di eleggere i propri rappresentanti".
Il prof. Michail Kostantinov, matematico, analista elettorale e uno dei promotori della campagna "Per un Parlamento Europeo pulito – Bulgaria 2007", ha commentato per Osservatorio che in caso di "turismo elettorale" e bassa affluenza alle urne sarebbero il partito socialista e il DPS i primi ad avvantaggiarsene. "Questi due partiti avranno a Strasburgo molta più influenza rispetto alla loro reale base elettorale", ha dichiarato Kostantinov, aggiungendo che "il voto massiccio in Turchia e il "turismo elettorale" distorgono gli equilibri di forza e danneggiano la democrazia, demotivando molti cittadini bulgari a recarsi alle urne". La possibilità di votare all’estero fu introdotta nel 1990. Molti stati europei non prevedono al doppia cittadinanza, ma in Bulgaria sono possibili anche cittadinanze multiple.
La questione dei 60-70mila voti dei "turchi bulgari" risiedenti in Turchia viene comunque superata in ordine di importanza dal problema della bassa affluenza alle urne. Molti bulgari percepiscono l’astratta figura di eurodeputato soprattutto come la possibilità di una lunga missione all’estero e un’invidiabile paga in euro. Secondo un sondaggio della società MBMD, solo due milioni di elettori (circa il 49% degli aventi diritto) hanno intenzione di recarsi alle urne per le elezioni europee. Il Partito Socialista Bulgaro dovrebbe ottenere 7 seggi, GERB, la nuova formazione del sindaco di Sofia Boyko Borisov 5, diventando così la seconda forza nel paese, e precedendo i nazionalisti di Ataka, che conquisterebbero 3 seggi. Per finire due seggi andrebbero al DPS e uno al movimento di destra del SDS.
"Ataka" nel parlamento europeo
Il leader di Ataka Volen Siderov, ha dichiarato però che il partito conta di conquistare almeno quattro seggi a Strasburgo. Nel frattempo Dimitar Stoyanov, 23 anni, unico membro di Ataka già membro del parlamento europeo, è stato uno dei venti deputati provenienti da sette diversi paesi che hanno dato vita al gruppo parlamentare di estrema destra battezzato "Identità, Tradizione, Sovranità" e guidato da Bruno Gollnish del Fronte Nazionale francese, attualmente in attesa di giudizio in patria per dichiarazioni di carattere negazionista sull’Olocausto.
In Bulgaria i media hanno ripreso un articolo dell’Independent del 16 gennaio (Gypsy-haters, holocaust-deniers, xenophobes, homophobes, anti-semites: the EU’s new political force), in cui si riportavano alcune dichiarazioni di Dimitar Stoyanov, come quella in cui ha attaccato l’"establishment ebraico" o quella con cui ha accusato i genitori rom di avviare bambine di 12 anni alla prostituzione. Il fatto è che con l’ingresso di Bulgaria e Romania nell’Ue nel parlamento sono arrivati nuove formazioni che hanno reso possibile per la prima volta la creazione di un gruppo parlamentare di estrema destra a Strasburgo, che avrà diritto anche ad un budget di 1,3 milioni di euro l’anno. In Bulgaria molti commentatori hanno criticato le iniziative di Ataka in Europa ritenendole l’ennesimo fattore di pubblicità negativa per il paese, con l’ingresso del partito nel gruppo di estrema destra quale punto più basso di questa parabola.
Adesso che il gruppo è stato formato poi, si chiedono in molti, come farà il giovane nazionalista Stoyanov ad andare d’accordo con i suoi colleghi del partito rumeno "Romania Mare", che sostengono che la località turistica e portuale di Balchik, sul litorale bulgaro del mar Nero, in realtà appartiene alla Romania?
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