Bulgari in bolletta
Scoppia la polemica in Bulgaria su un aumento ritenuto illegale delle tariffe della corrente elettrica. Protestano le associazioni dei consumatori. Per queste ultime la privatizzazione della distribuzione elettrica ha rappresentato esclusivamente il passaggio da un monopolio pubblico ad uno privato.
"L’azienda elettrica ci ha derubati di 45 milioni di lleva ", ha titolato nelle settimane scorse Troud, uno dei quotidiani più diffusi nel Paese. Alcuni giorni prima la Corte suprema amministrativa aveva dichiarato illegale l’aumento del prezzo dell’elettricità avvenuto tra il primo luglio del 2003 ed il 1 luglio del 2004. La Commissione statale sull’energia avrebbe in quell’occasione applicato una tariffa del 5% superiore a quanto consentito.
Elettricità bulgara, più costosa di quella francese
Il prezzo dell’elettricità in Bulgaria è, sempre secondo il quotidiano Troud, più alto di quello in Francia. La tariffa per kilowatt/ora ora è la stessa, 0,089 euro, ma comparando il livello medio dei salari percepito nei due Paesi il costo dell’energia pesa molto più sulle famiglie bulgare. In altri Paesi, tra i quali ad esempio la Spagna, la Finlandia e la Svezia, il costo per kilowatt/ora è addirittura inferiore rispetto alla Bulgaria. Il rapporto tra i prezzi dell’energia elettrica ed il livello medio dei salari è migliore anche in molti Paesi recentemente entrati nell’Unione: se i bulgari con il loro stipendio medio di 153 euro possono comperare 2468 kilowatt/ora i cechi, con i loro 527 euro, ne possono acquistare 8108. Nonostante questo dalla Commissione statale sull’energia – organo a cui spetta la definizione delle tariffe ed il monitoraggio del mercato – arriva una dichiarazione categorica: "La decisione della Corte suprema amministrativa non influenzerà i prezzi dell’elettricità e le compagnie di distribuzione non rimborseranno denaro ai consumatori". Lo ha affermato Paraskeva Kiseva, a capo del settore legale di quest’ultima.
Consumatori contro lo Stato
880.000 persone hanno la possibilità di citare in giudizio lo Stato per l’incremento illegale delle tariffe elettriche, riporta il quotidiano Duma. "Domanderemo un risarcimento promuovendo una causa collettiva" afferma Pavel Karlev, a capo della Federazione dei consumatori della Bulgaria. Quest’ultima sta analizzando le vie attraverso le quali i consumatori possono ottenere un risarcimento. Una delle possibilità potrebbe essere che i nuovi proprietari delle reti di distribuzione – la ceca CEZ company, l’austriaca EVN e la tedesca EON – attingano per i rimborsi da un fondo di 60 milioni di euro versato a garanzia dei tre accordi di privatizzazione. "Le due vie principali passano comunque attraverso cause giudiziarie individuali o collettive", ha aggiunto Karlev.
Da parte sua la Federazione dei consumatori ha annunciato che senza dubbio citerà in giudizio la Commissione statale sull’energia e le acque. Anche il parlamento è stato coinvolto nella vicenda. I parlamentari di opposizione stanno preparando una bozza di interrogazione parlamentare in merito. L’iniziativa è dei Democratici per una Bulgaria Forte (opposizione di destra all’attuale governo) che hanno però raccolto immediatamente le adesioni anche dell’Unione delle forze democratiche, UDF, del Partito socialista bulgaro e persino dei parlamentari del partito Tempi Nuovi, parte della coalizione di governo.
La Commissione, nonostante le molte pressioni, resta però su quanto già affermato: impossibile un rimborso. "Noi andiamo avanti. Se la Commissione non avesse fondi propri a disposizione dovrebbe subentrare lo Stato. La cosa più ragionevole resta comunque la riduzione dell’importo delle prossime bollette", ha ribadito però Karlev.
Un racket sui consumatori
Nel 2004 la rete di distribuzione dell’energia elettrica è stata privatizzata. La tedesca EON ha acquistato le compagnie di Gorna Oriahovitza e Varna, l’austraica EVN quelle di Plovdiv e Stara Zagora e la ceca CEZ quelle della Bulgaria occidentale, compresa la regione della capitale Sofia. Quest’ultima ha sborsato 693 milioni di euro per acquisire il 67% delle azioni della rete distributiva in quell’area. All’inizio del marzo 2005 la compagnia ceca ha reso pubblico un piano sottoposto alla Commissione sull’elettricità che prevedeva l’incremento delle tariffe vigenti. "Gli investitori dovranno innanzitutto pensare a come ridurre i costi di gestione e non insistere immediatamente sull’innalzamento delle tariffe", ha commentato per Troud Konstantin Shushulov, a capo della Commissione governativa.
"Le privatizzazioni nel settore dell’energia non hanno fatto altro che sostituire al monopolio pubblico il monopolio dei privati" aveva affermato l’estate scorsa il presidente della Federazione dei consumatori Pavel Karnev. Attualmente l’unica garanzia arrivata dalla Commissione sull’energia è che le tariffe attuali non subiranno variazioni sino a metà 2006.
Il timore che la liberalizzazione del mercato dell’energia e la privatizzazione delle aziende statali porti ad incrementi incontrollati nei prezzi accomuna sia gli esperti del settore che i semplici cittadini. E in Bulgaria il salario medio è arenato sui 153 euro e quindi incrementi del prezzo dell’elettricità rischiano di influire moltissimo sul potere di acquisto delle famiglie. Questo nonostante i bulgari si siano ormai abituati a limitare all’osso il consumo di elettricità, acqua, riscaldamento e telefono in questi anni di transizione all’economia di mercato. Le bollette bimensili sono diventate per molti impossibili da pagare a causa di stipendi che rimangono miseri. "Anche i prezzi attuali sono del tutto illegali" continua Pavel Karney "permangono dell’8-10% più alti di quanto legalmente consentito".
La questione delle tariffe elettriche si arenerà probabilmente in lunghi processi giudiziari. Le polemiche intanto non hanno impedito che il primo lulgio 2004 si registrasse un ulteriore aumento delle tariffe, sulla base dei calcoli incriminati dell’anno precedente. Il 28 febbraio scorso la Corte suprema amministrativa ha rigettato la richiesta della Federazione dei consumatori in Bulgaria di cancellare gli aumenti di tariffe. Ora però questa decisione potrà essere rivista alla luce di quanto la stessa Corte suprema amministrativa ha deciso in merito alle tariffe elettriche del 2003. Ad ogni modo una cosa è chiara. Sino alle elezioni del 25 giugno nessuno toccherà più i prezzi dell’elettricità. Il giorno dopo il "rackett" sull’energia elettrica andrà probabilmente al rialzo.
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