Branimir Glavaš di nuovo in carcere
Dopo che lo scorso anno era riuscito a farsi rilasciare in seguito allo sciopero della fame, l’ex generale dell’esercito croato si trova di nuovo in carcere con una nuova accusa di crimini di guerra. Il processo dovrebbe inziare il prossimo autunno
Branimir Glavas, generale dell’Esercito croato in pensione e deputato al parlamento, contro il quale è stata sollevata l’accusa per crimini di guerra, si trova di nuovo in carcere. Glavas nel mese di ottobre dell’anno scorso per un breve periodo era stato messo in carcere mentre era in corso contro di lui l’indagine per un altro crimine di guerra, per il quale, come atteso, l’accusa sarà sollevata entro la fine di aprile. Ma, facendo lo sciopero della fame mentre era all’ospedale del carcere di Zagabria, Glavas era riuscito a mettersi in un cattivo stato di salute, sicché il giudice istruttore di Zagabria aveva preso la decisione di interrompere l’indagine, e Glavas era stato rilasciato. Si trattava di un precedente giudiziario mai visto, che i media avevano definito come "crollo dello stato di diritto".
L’accusa che adesso è stata sollevata contro Glavas e contro altri sei suoi ex compagni di armi è talmente seria che ha escluso qualsiasi possibilità che lui rimanesse ancora in libertà. Prima di tutto perché gli altri sei accusati per lo stesso crimine penale si trovano in carcere già da sei mesi. Si tratta dell’omicidio di almeno dieci civili che furono tutti uccisi in modo identico. Venivano portati via dalle loro case, venivano interrogati e torturati in una casa di Osijek, e poi, venivano legati con il nastro adesivo e portati sulla riva del fiume Drava, dove venivano uccisi con una pallottola alla nuca.
L’indagine che è stata fatta, e l’accusa che Glavas e altre sei persone affronteranno in tribunale, ha stabilito che Glavas fu il maggior responsabile di questi omicidi. La sua segretaria, Gordana Getos-Magdic, anche lei tra i sospettati di questo caso, aggrava pesantemente la posizione di Glavas con delle affermazioni, secondo le quali era lui quello che ordinava chi doveva essere arrestato e ucciso. Lei riceveva l’ordine verbalmente o per iscritto su un bigliettino, dopo di che lei comunicava l’ordine ai membri dell’unità speciale che eseguivano questi ordini. Tutto era pensato accuratamente: alcuni membri dell’unità arrestavano i civili, li consegnavano ad altri che li torturavano ed interrogavano, e questi poi li consegnavano a terzi che si occupavano dell’esecuzione. Tutto era molto cospirativo; gli uni erano ignari di cosa facessero gli altri.
In questo modo furono uccise almeno 10 persone: una non è mai stata trovata, e due persone uccise in questo modo non sono state identificate. Nonostante Gordana Getos-Magdic, la segretaria di guerra di Glavas, abbia descritto la tecnologia dei crimini in modo dettagliato, e l’abbia ripetuta di nuovo davanti al giudice istruttore, è stata sottoposta a minacce e a pressioni da parte della famiglia, e in seguito lei stessa aveva dichiarato che la deposizione con la quale aggrava la posizione di Glavas l’aveva rilasciata sotto pressione della polizia. Questo sarà comunque difficile da provare, perché lei ha rilasciato tutte le deposizioni in presenza del suo avvocato, e avrebbe potuto denunciare le eventuali pressioni della polizia durante la sua deposizione davanti al giudice istruttore. Ma non lo ha mai fatto.
Glavas e suoi avvocati continuano a sostenere che l’accusa sul suo conto e l’arresto che gli è stato ordinato, sono soltanto il proseguimento di un processo politico montato che si sta facendo contro di lui. Glavas in più occasioni ha affermato che si tratta della vendetta del premier Ivo Sanader e del presidente del Parlamento, Vladimir Seks, che in questo modo si vogliono vendicare, perché aveva sconfitto il loro partito, l’Unione democratica croata (HDZ), alle scorse elezioni locali in una parte della Slavonia. Glavas prima apparteneva all’HDZ e ne fu uno dei fondatori, ma verso la metà del 2005, a causa dello scontro con la direzione, fu espulso. Allora fondò un partito regionale, composto per lo più dai dissidenti del HDZ. Questo partito al di fuori di alcune parti della regione della Slavonia non ha alcuna influenza.
Nel giorno in cui è stato reso noto che il tribunale di Osijek aveva accolto la richiesta della procura affinché anche Glavas venisse messo in prigione, dove già si trovano gli altri accusati per lo stesso crimine, il generale in pensione ha inscenato un vero e proprio spettacolo. Per ore, dal suo balcone in centro città davanti ai giornalisti che aspettavano il suo arresto, ha parlato della persecuzione politica, accusando il capo della polizia locale Vladimir Faber di aver fabbricato le prove contro di lui, e il premier e il presidente del parlamento di essere gli artefici del processo montato. Allora ha indossato la divisa da generale e ha passeggiato per il centro della città accompagnato da un pugno di accoliti. Ma i cittadini sono rimasti indifferenti davanti a tutto questo, sicché Glavas è ritornato nel suo appartamento e con indosso l’uniforme da generale, piena di decorazioni, ha atteso che la polizia venisse a prenderlo.
Non volendo fare un ulteriore spettacolo, i poliziotti l’hanno lasciato andare a piedi fino alla prigione che si trova a circa 300 metri da casa sua, circondato dal gruppetto di simpatizzanti. Davanti al carcere, sempre con indosso l’uniforme da generale, ha tenuto un altro discorso, affermando che con il suo arresto si infanga tutta la Guerra patriottica e che vengono umiliati tutti quelli che vi hanno partecipato.
Ad ogni modo, Glavas è in attesa di un’altra accusa, quella per l’omicidio di almeno due civili che sono stati uccisi nei garage accanto al suo ufficio di guerra. Anche là venivano portati i civili, venivano interrogati, torturati e poi uccisi. Quanto crudele fossero quegli interrogatori lo testimonia anche il fatto che uno degli arrestati all’epoca, il civile serbo Cedomir Vuckovic, fu costretto a bere l’acido solforico delle batterie, che gli causò la morte. In questo caso c’è anche un insider, il testimone Krunoslav Fehir, luna persona che faceva parte del cerchio più ristretto di Glavas e che accusa Glavas di essere stato colui che ordinava tutto.
La procura, si crede, unirà le due accuse in una, e il processo sarà poi trasferito a Zagabria, perché l’indagine ha avuto inizio in quella città. Ci si aspetta che il processo possa iniziare in autunno, e Glavas potrebbe essere condannato ad una pena fino a 20 anni di reclusione. Se si dovesse dimostrare che è colpevole, la pena minore che gli può essere inflitta è di 12 anni di carcere.
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