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Bosnia Erzegovina e Macedonia del Nord: corruzione, lubrificante del sistema politico

Vendersi al sistema, vivere nella disillusione, emigrare o andare fuori di testa. Sono queste le opzioni che – secondo un gruppo di ricercatori – si trovano ad affrontare molti cittadini dei Balcani. Un’intervista al politologo Ljupcho Petkovski

03/09/2021, Giulia Ferrari -

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"Democratization Policy Council" ed "EUROTHINK – Centre for European Strategies" hanno da poco pubblicato il report “Sell out, Tune out, Get out, or Freak out?”. Nel rapporto si analizza come il legame tra corruzione, “cattura dello stato” e radicalizzazione può spiegare il funzionamento del sistema politico di Bosnia Erzegovina e Macedonia del Nord e quali comportamenti assumono i cittadini delusi dal sistema politico. Abbiamo intervistato Ljupcho Petkovski, analista politico nonché uno degli autori del report.

Per quale ragione avete deciso di concentrarvi unicamente su Bosnia Erzegovina e Macedonia del Nord?

Per due ragioni principali: in primo luogo, le due squadre di ricercatori che hanno lavorato al report sono profondamente immerse in questi contesti; in secondo luogo, Macedonia del Nord e Bosnia Erzegovina condividono molte caratteristiche, tra cui le eredità post-Jugoslavia, il multiculturalismo e il fatto che entrambi i sistemi politici siano basati su accordi di pace negoziati a livello internazionale, Dayton e Ohrid.

Il problema della corruzione sistemica è più radicato in Bosnia Erzegovina e Macedonia del Nord rispetto ad altri paesi dei Balcani occidentali?

Ritengo che il livello di corruzione sistemica sia più o meno lo stesso in tutti i paesi dell’area: in questi stati la corruzione può essere paragonata al lubrificante dei sistemi politici.

Nell’opera “Thieves of State: Why Corruption Threatens Global Security”, Sarah Chayes sostiene che la corruzione sistemica e l’autoregolamentazione dei governi alimentino il risentimento popolare, il quale può sfociare nella radicalizzazione, anche sotto forma di estremismo violento. Perché avete preso come punti di riferimento proprio la sua teoria ed i suoi modelli?

Perché le sue tesi non trattano la violenza come una patologia. Quest’ultima viene piuttosto interpretata e spiegata in un contesto che tiene conto di fattori strutturali più ampi, tra i quali la corruzione occupa un ruolo importante. Solitamente, la radicalizzazione è vista come una conseguenza della religione o di preferenze individuali dei radicali stessi, ma Chayes dimostra che non è così: la principale causa della radicalizzazione, infatti, è da ricercare nell’economia politica tipica della cattura dello stato.

Potrebbe specificare che cosa si intende per “partitocrazia cleptocratica” e come si concretizza il nesso tra affari economici, criminalità e media?

La partitocrazia cleptocratica consiste nella competizione per il potere tra partiti politici, che però non mettono in discussione le regole del sistema. Il nesso tra affari economici, criminalità e media, invece, rappresenta il conglomerato in cui si concentra davvero il potere: si tratta di una rete che beneficia dell’ecosistema della cattura dello stato e che dimostra maggiore resilienza rispetto alla partitocrazia cleptocratica, in quanto coopera con tutte le élites in campo.

Nel report vengono individuate quattro risposte tra cui i cittadini delusi dal sistema politico generalmente optano: vendersi ad esso (ovvero entrare a farne parte), distaccarsene con atteggiamento resiliente oppure rassegnato, trasferirsi altrove oppure reagire in modo forte attraverso la radicalizzazione. Qual è la strategia maggiormente adottata?

La strategia maggiormente utilizzata è quella del distacco, mentre la seconda più frequente è l’emigrazione verso altri paesi.

Secondo lei, come mai alcuni individui scelgono la radicalizzazione positiva, cioè lo sviluppo di nuove alternative politiche, mentre altri abbracciano la radicalizzazione negativa, ovvero l’estremismo religioso e politico?

Questa è una domanda da un milione di dollari. Perché la classe lavoratrice vota Marine Le Pen? Perché i settori più impoveriti della società supportano i partiti che operano contro i loro interessi? Non credo sia possibile dare una risposta certa e univoca.

Quali sono i principali attori esterni a questi due paesi che sostengono questo sistema politico cleptocratico? Sono sia liberali che illiberali?

Innanzitutto è da sottolineare come gli attori esterni sostengano le élite al potere e responsabili della cosiddetta "cattura dello stato" sulla base di motivazioni differenti. Per i liberali è il conseguimento della stabilità a costituire la priorità assoluta in politica estera. Credono, erroneamente, che gli attori interni che mettono in atto la cattura di stato ne siano in realtà i garanti.

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