Bosnia Erzegovina e Croazia insieme, per salvare i castagni
Qualche anno fa una malattia infestante degli alberi di castagno ha iniziato a propagarsi lungo la regione di confine tra Bosnia Erzegovina e Croazia. La risposta data tramite il progetto "Chestnut" ha dato prova di quanto sia necessario un approccio transfrontaliero alla risoluzione di problemi comuni
Il castagno europeo è un albero caduco della famiglia delle Fagacee, come i faggi e le querce, ampiamente diffuso in diverse zone dell’Europa meridionale, tra cui la Croazia e la Bosnia Erzegovina.
Proprio qui, nel 2015, ha fatto la sua comparsa il cinipide galligeno del castagno, diffondendosi rapidamente tra i castagneti della regione di confine compresa tra il cantone bosniaco di Una-Sana e la regione croata di Karlovac. Si tratta di un insetto infestante che causa un rapido deperimento delle piante attaccate, un calo drastico della fruttificazione e, nei casi più gravi, la morte dell’albero.
Per contrastarlo nel 2017 è stato varato il progetto "Chestnut" , cofinanziato dall’UE nell’ambito del programma INTERREG, con poco meno di 590.000 euro.
Il duplice obiettivo del progetto, che ha visto la municipalità bosniaca di Velika Kladuša quale ente capofila, è stato di proteggere la pianta dall’imenottero, che risulta immune agli insetticidi comuni, e il rimboschimento di diverse aree afflitte dalla piaga. Per questo motivo, contemporaneamente alle azioni di prevenzione e riduzione della diffusione, sono state avviate importanti ricerche sperimentali che riguardano il ricorso ad antagonisti naturali alla vespa del castagno, come l’insetto parassitoide Torymus sinensis Kamijo.
La creazione di un database comune si è rivelata fondamentale per studiare l’andamento dell’infestazione, elaborare una risposta adeguata e monitorarne l’evoluzione. Di vitale importanza è stata anche la condivisione di conoscenze tra Croazia e Bosnia Erzegovina, che è stata resa possibile, nello specifico, dal coinvolgimento nel progetto del Centro per le prugne e le castagne con sede a Petrinja, città della Croazia, e del suo corrispettivo bosniaco, l’Istituto Agrario del cantone di Una-Sana (cantone che comprende il 90% di tutti i boschi di castagno della Bosnia Erzegovina).
Tra gli altri enti coinvolti spiccano le municipalità di Bužim, Vojnić e la città di Karlovac. Quest’ultima, in particolare, vanta la presenza di castagneti secolari, che sono stati seriamente messi in pericolo dall’arrivo dell’insetto. In risposta a questa emergenza, l’ente partner ha provveduto a piantumare nuovi alberi di castagno, prevenendo così la loro scomparsa dal centro cittadino.
Accanto alle attività di rimboschimento delle aree tradizionalmente ospitanti i castagneti, si è provveduto ad ampliare il terreno agricolo con le caratteristiche ottimali per la crescita di questa pianta. Mediante il ricorso a moderne misure agrotecniche e la predisposizione di un apposito sistema di irrigazione, è stato possibile aumentare la superficie adibita a questo tipo di coltivazione.
Gli interventi sono stati seguiti da una quarantina di agricoltori dalla Bosnia e dalla Croazia, che sono così venuti a conoscenza di nuove tecniche per preservare ed aumentare il rendimento dei terreni destinati al castagno.
Il progetto ha anche previsto un ciclo di quattro conferenze e varie attività di sensibilizzazione volte a riconoscere e tutelare il potenziale naturale ed economico dei castagneti nella regione, importante fonte reddituale per diverse famiglie.
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