Bosnia Erzegovina: curricula scolastici “personalizzati”
Gli scolari e gli studenti che appartengono alle minoranze potranno optare tra un curriculum standard ed uno particolare per il loro gruppo nazionale d’appartenenza. E’ previsto da un accordo raggiunto tra i ministri dell’educazione di RS e Federazione.
Il 5 marzo scorso il ministro per l’educazione della Republika Srpska Gojko Savanovic ed il suo collega della Federazione Mujo Demirovic hanno sottoscritto un accordo sui diritti e bisogni dei figli in età scolare appartenenti alle minoranze. Peter Sallivun, portavoce dell’OHR, ha dichiarato che questo accordo è un importante passo avanti nel risolvere alcune problematiche particolarmente sentite da molte famiglie della Bosnia Erzegovina.
Secondo l’accordo i parenti degli scolari potranno scegliere il curriculum di studi da far seguire ai propri figli. Le materie verranno suddivise in due categorie, la prima comune a tutta la Bosnia Erzegovina, la seconda il cui contenuto in parte varierà a seconda della "nazionalità" degli scolari. In quest’ultima categoria rientreranno materie quali letteratura, storia, geografia e religione. Le famiglie dei rientranti si troverebbero quindi a decidere se adottare il programma dell’Entità nella quale si trovano o un programma scolastico speciale a seconda dell’appartenenza etnica dichiarata.
L’accordo individua inoltre alcune priorità: due su tutte. La prima riguarda l’assunzione nelle scuole di tutta la Bosnia di insegnanti appartenenti alle minoranze. La seconda la riforma dei libri di testo in adozione. Un accordo in questa direzione già sottoscritto tra RS e Federazione nel 1999 non è stato in passato pienamente implementato. Nel dicembre del 2001 un successivo accordo è stato sottoscritto e la sua applicazione verrà monitorata sul campo da OHR, OSCE ed UNHCR (07.03.02, RTS, OHR).
Intanto la responsabile dell’OHR per quanto riguarda i diritti dell’uomo, Poll Pretitore, ha dichiarato, in un’intervista a "Jutarnje novine" che il livello di ritorno delle minoranze in Bosnia rimane basso e che questo non è certo dovuto a mancanze da parte del legislatore. "E’ un problema legato ai leader locali che hanno spesso praticato dell’ostruzionismo e non applicato nel modo dovuto le leggi. Per questo – a suo avviso – si deve aumentare il livello di responsabilizzazione da parte dei ministri competenti in materia in RS e Federazione" (05.03.02, Srna).
Continuano inoltre le proteste dell’associazione Ostanak (Rimanere) che rappresenta i rifugiati e sfollati serbi che intendono restare anche in futuro a risiedere in Republika Srpska. Il presidente dell’associazione Vojin Misilic, davanti a 50 rifugiati incontratisi di fronte al municipio di Banja Luka, ha ricordato al governo dell’Entità che sforzi devono essere fatti per risolvere i problemi dei rifugiati. Segnali positivi, ha riconosciuto Vojin Misilic, vengono dalla divisione di parcelle di terreno nell’area di Banja Luka ma questo non è sufficiente. Misilic ha inoltre ricordato che se il governo dimostrerà scarsa attenzione alle sorti dei rifugiati Ostanak non avrà paura di scendere in piazza (05.03.02, RTS).
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