Blogger in carcere
Emin Milli e Adnan Hajizada sono due giovani attivisti e blogger azeri arrestati a Baku. Contro l’arresto la reazione dei loro oltre 10.000 contatti in internet e delle organizzazioni internazionali
Negli ultimi tempi i movimenti giovanili e i giovani attivisti sono diventati una forza attiva per il cambiamento. Invece di organizzare proteste ed essere picchiati dalla polizia, come avviene nei regimi autoritari e non democratici, loro sono stati più intelligenti. Questa generazione sta utilizzando strumenti telematici come Facebook, Twitter e You Tube per raccontare al mondo le amare realtà che esistono nei loro paesi. Un lavoro simile è stato portato avanti dai giovani attivisti di Baku Emin Milli (Abdullayev) e Adnan Hajizada, che per questo stanno pagando un prezzo molto alto: entrambi sono stati arrestati la scorsa settimana e si trovano al centro di detenzione alle porte della capitale.
Emin Milli (1979), fondatore di AN Network, e Adnan Hajizada (1983), fondatore del movimento giovanile OL, sono stati arrestati la sera dello scorso 8 luglio mentre erano a cena in un ristorante libanese con l’accusa di teppismo, e sono in stato di fermo in qualità di sospettati. Dopo 48 ore di detenzione sono stati condannati a due mesi di detenzione in attesa di giudizio, da parte della corte del distretto di Sabayil, in una seduta che gli osservatori internazionali e locali dei diritti umani hanno definito "a porte chiuse".
La polizia dichiara che i due si sono resi colpevoli di un’ "aggressione aggravata con lesioni" nei confronti di due persone che, dal momento della suddetta aggressione sono introvabili. Secondo la stessa dichiarazione, le cosiddette vittime stavano "cercando di ristabilire l’ordine in un ristorante" in cui Emin e Adnan avevano iniziato una colluttazione. Un’accusa più grave è arrivata con una successiva dichiarazione del ministero dell’Interno lo scorso 11 luglio, che accusa Hajizada e Milli di comportamento inopportuno dovuto al loro stato di ubriachezza: "…informiamo che verso le ore 18.00 del giorno 8 luglio 2009 Adnan Hajizade, Emin Abdullayev e altre cinque persone hanno compiuto atti di teppismo e aggressioni in stato di ubriachezza ". Tuttavia, una visita all’ospedale locale dove le vittime dell’aggressione avrebbero dovuto essere ricoverate, non ha confermato questa tesi, dato che nessuno è stato ricoverato in conseguenza della rissa.
L’aggressione, com’è realmente avvenuta
Contrariamente alle dichiarazioni della polizia, secondo la versione di uno dei testimoni (che la polizia ha rifiutato), Adnan e Emin stavano cenando con cinque amici. Stavano parlando di politica quando uno dei due bellimbusti che sedevano al tavolo vicino si è rivolto verso di loro e ha colpito Emin. Cercando di venire in suo soccorso, anche Adnan è stato colpito. Come risultato Adnan ne è uscito con il naso rotto e Emin con diverse lesioni. Al loro arrivo alla stazione di polizia è stata negata qualsiasi medicazione e la scelta dei loro legali durante il primo interrogatorio ad entrambi gli attivisti, anche se il loro avvocato Isakhan Asurov stava in attesa appena fuori dalla stazione di polizia.
Conseguenze e reazioni
La reazione agli arresti è stata molto forte. Dato che sia Adam che Emin hanno oltre 10.000 contatti in internet fuori e dentro ai confini dell’Azerbaijan, questo non deve sorprendere. Entrambi sono conosciuti per i loro interventi di critica e protesta contro il governo per la restrizione della base delle libertà e dei diritti e per il recente referendum di ottobre. Milli è già stato fermato durante le proteste dello scorso 10 maggio contro la festa del Giorno dei Fiori, soltanto dieci giorni dopo il sanguinoso attacco alla State Oil Academy, ma comunque è stato rilasciato lo stesso giorno senza ulteriori accuse.
"Libertà ad Emin Milli e Adnan Hajizada" è solo uno dei sentiti slogan postati su Facebook e Twitter. Sono stati creati numerosi gruppi su Facebook per dare aggiornamenti dettagliati sugli eventi. Presto sono comparsi articoli riguardo agli arresti su importanti testate internazionali come – the New York Times, the Washington Post, France 24, Zenithonline- Hintergrunde, Der Standart, Le Monde, Le Figaro, Le JDD, Le Soir, e Challenges.
Si sono levate anche forti critiche a livello internazionale. L’intero processo è stato seguito dall’OSCE, dalle ambasciate straniere e dai rappresentanti delle istituzioni internazionali. Gunter Nooke, Mediatore tedesco, che in quei giorni era in visita a Baku, il cui traduttore, ironia della sorte, doveva essere proprio Emin, non ha potuto entrare nel tribunale il giorno in cui si è tenuta l’udienza. Nella sua dichiarazione alla stampa ha affermato che gli arresti potrebbero influenzare negativamente le relazioni Azerbaijan-Germania.
Il forte coinvolgimento internazionale è stato ritenuto "non necessario" dal governo azero. "Chiediamo alle ambasciate straniere di smetterla di abusare del loro potere interferendo negli affari interni del paese ospitante", afferma un comunicato stampa del ministero dell’Interno del 14 luglio 2009. A riguardo, un funzionario dell’ambasciata statunitense, Dmitri Tarachovski, ha affermato di "non vedere alcuna interferenza nel comportamento dell’ambasciata… Sì, siamo preoccupati per l’arresto di questi giovani…riceviamo informazioni che contraddicono la versione ufficiale dei fatti".
Lunedì 13 luglio Adnan ha compiuto 26 anni nella struttura di detenzione dove si trova in questo momento. Le vittime non possono ricevere visite, tranne il loro avvocato. Un loro amico, che lunedì si è recato alla prigione, ha dovuto corrompere i poliziotti che lavorano lì per far avere a Emin e Adnan del cibo e diverse lettere di supporto e incoraggiamento. "20 manat è troppo poco…perché non vai a chiamare il ragazzo che sta lì fuori e gli chiedi altri soldi" ha detto uno di loro rifiutando di prendere lettere e libri.
Parlando con altri amici a Baku, emergono molta frustrazione e altrettanta rabbia. C’è poca speranza che questi ragazzi vengano presto rimessi in libertà.
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