“Belgrado sull’acqua” a misura di investitore
Nonostante l’opposizione di cittadini ed esperti il governo va avanti col progetto urbano “Belgrado sull’acqua”. Una Lex specialis approvata coi due terzi della maggioranza consente infatti all’investitore designato di procedere, senza gara d’appalto
Il Parlamento serbo, lo scorso 9 aprile, dopo 13 ore di dibattito in aula, ha adottato una Lex specialis che rende possibile la realizzazione del tanto annunciato progetto denominato “Belgrado sull’acqua”. Il partito progressista serbo, alla guida del governo, non ha mancato di marcare l’occasione: per tutte le 13 ore di dibattito parlamentare erano presenti sia il leader del partito e premier Aleksandar Vučić che la maggior parte dei ministri, dimostrando così che il progetto in questione per loro è di primaria importanza.
Su una superficie di ben 177 ettari direttamente sul fiume Sava, ad un chilometro dal centro della città, si prevede di costruire oltre un milione di metri quadri di spazi abitativi, circa 750.000 metri quadri di spazi commerciali e uffici, oltre 62.000 metri quadri dedicati a asili, scuole, istituzioni culturali, sociali e sanitarie e circa 242.000 metri quadri di nuovi spazi verdi.
L’adozione di una Lex specialis ha risolto al governo due problemi: ha reso possibile un accordo diretto con l’investitore, la compagnia “Eagle Hills ” e ha creato le condizioni per velocizzare gli espropri degli edifici nello spazio su cui si dovrà costruire. Ciò significa che non ci sarà alcuna gara di appalto, che le soluzioni saranno concordate direttamente con l’investitore e che le procedure di esproprio saranno semplificate per permettere allo stato di evitare o rinviare eventuali cause giudiziarie coi proprietari degli immobili attualmente esistenti.
L’evitare la gara d’appalto e la semplificazione degli espropri sono stati resi possibili perché con la Lex specialis si è definito che vi è un interesse pubblico per la realizzazione di “Belgrado sull’acqua”. Gli esperti di diritto sostengono che alla base di tutto ciò c’è poca chiarezza, perché “Belgrado sull’acqua” si riferisce in particolare a spazi uso ufficio ed abitativo, centri commerciali, hotel e simili, che saranno tutti di proprietà dell’azienda costruttrice e di singoli proprietari, e non certo della città. Il governo ha ignorato queste obiezioni, offrendo solo una vaga e generica interpretazione legale secondo la quale il progetto è di interesse pubblico perché serve a favorire lo sviluppo della Serbia.
L’incessante presenza del premier e dei ministri durante il dibattito in aula ha avuto come obiettivo di azzittire le critiche attese dalle fila dell’opposizione, mentre la Lex specialis alla fine è stata votata con la maggioranza dei due terzi del parlamento, ossia con i voti di tutti i deputati della maggioranza. Mentre era in corso il dibattito, davanti alla sede del parlamento, a sostegno del governo, si è radunato un gruppo di cittadini che hanno ribadito di essere venuti spontaneamente. Ma sui portali web sono subito comparse fotografie a dimostrazione del fatto che alcuni dei presenti erano già stati fotografati ai raduni del Partito progressista serbo.
Uno degli striscioni più vistosi recitava: “Vučić arrestali tutti”, messaggio che l’opposizione ha letto come avvertimento a tutti quelli che si oppongono a “Belgrado sull’acqua”, compresi i deputati dell’opposizione. Questi ultimi poi hanno annunciato che continueranno a battersi, avvertendo inoltre i potenziali investitori che stanno per infilarsi in una questione complessa dal punto di vista legale, considerando che – nella realizzazione del progetto – viene violata sia la Costituzione sia tutta una serie di leggi ordinarie.
Tuttavia la posizione dell’opposizione non farà cambiare nulla, l’investitore avrà modo di difendere i propri interessi anche se negli anni a venire dovesse esserci un cambio di potere e la Serbia chiedesse la revisione dell’accordo relativo a “Belgrado sull’acqua”
Investimenti
La maggior parte dei dettagli del progetto continuano ad essere sconosciuti al pubblico. Il contratto con la Eagle Hills deve ancora essere firmato, e per ora si sa solo che il terreno sul quale si dovrà costruire verrà dato in affitto per 99 anni, senza gara d’appalto. Il governo sostiene che sono attesi investimenti per oltre tre miliardi e mezzo di euro, ma dati precisi al riguardo ancora non ce ne sono, anche perché non c’è ancora il contratto. All’opinione pubblica non è stato nemmeno comunicato quanto denaro riceverà la Serbia dall’affitto dello spazio in questione, se saranno dati in affitto tutti i 177 ettari subito oppure se vi saranno varie fasi in successione.
Ci si aspetta che vengano costruiti per primi i due edifici (le torri) di cui sono stati pubblicati i disegni. Ma quegli edifici non erano presenti sul plastico e sui cartelloni di “Belgrado sull’acqua” presentati al pubblico quasi due anni fa, quindi evidentemente nel frattempo ci sono stati cambiamenti. Gli architetti serbi contrari a “Belgrado sull’acqua” affermano che non esiste alcuna valida documentazione relativa al progetto, e tutto sarebbe basato su un plastico e su bozze soggette a modifiche.
Tutte queste questioni poco chiare alimentano i dubbi sull’esecutività dello stesso progetto, e persino anche i dubbi sulle buone intenzioni di quelli che lo promuovono. Alcuni analisti sono inclini a pensare che la Lex specialis abbia di fatto creato uno spazio di corruzione che consentirà margini di manipolazione, mentre il governo afferma che tutto sarà trasparente e che si tratta di un progetto che farà ripartire l’economia serba, impiegando le capacità dei costruttori edili serbi e creando le condizioni per garantire 13.000 nuovi posti di lavoro.
Il city manager, Goran Vesić, in un comunicato pubblicato dal sito dell’amministrazione di Belgrado afferma che nella nuova zona che sarà realizzata sulla sponda della Sava vivranno circa 17.000 persone e ogni giorno nei cantieri lavoreranno dai 3500 ai 5000 operai che annualmente riceveranno oltre 40 milioni di euro. Da ciò si dovrebbe evincere che si sa già quanto saranno pagati gli operai dei cantieri e che saranno impiegati esclusivamente operai serbi. Ma siccome mancano altri importanti dati, la posizione di Vesić sembra più una proiezione di volontà più che un’affermazione basata su dati concreti.
Resistenza
L’enorme spazio sul quale dovrebbe sorgere “Belgrado sull’acqua” gode di una posizione esclusiva, ma su di esso si trova la stazione ferroviaria principale della capitale, alcuni magazzini, baracche, relitti di navi, ecc. si tratta di uno spazio completamente abbandonato perché l’amministrazione locale per decenni non è riuscita a trovare i fondi necessari per trasferire la stazione ferroviaria ed espropriare e sistemare il terreno. Il governo in carica in difesa del progetto “Belgrado sull’acqua” insiste proprio sul fatto che vorrebbe sistemare uno spazio urbano finora rimasto trascurato, accusando l’opposizione e gli altri oppositori al progetto di essere contrari alla modernizzazione.
Gli architetti serbi da decenni ormai sono frustrati dal fatto che Belgrado si muove lentamente sulle sponde dei due fiumi (Sava e Danubio), e proprio a causa dello spazio trascurato su cui ora si dovrebbe costruire “Belgrado sull’acqua”. Ma loro stessi oggi sono i più strenui oppositori al progetto. L’Accademia di architettura della Serbia, con i suoi 17 professori universitari, ha invitato il governo a bloccare immediatamente il progetto, avvertendo che se dovesse essere realizzato potrebbe contribuire al caos architettonico.
Gli architetti sono furiosi perché non c’è stato alcun dibattito tra esperti sulla sistemazione di uno spazio esclusivo a Belgrado e per via del fatto che agli esperti non siano stati forniti i dettagli del progetto, oltre al plastico che quotidianamente compare sui media. “È un fatto sconcertante che un plastico, del quale per altro non si sa nemmeno chi sia l’autore e da dove provenga, sia diventata la base del futuro piano territoriale, relativo alla zona di più alto valore della città, al posto del piano urbanistico”, ha ribadito l’Accademia in un comunicato stampa.
Gli esperti, in sostanza, sono contrari alla realizzazione di grattacieli in cemento e vetro in questa parte della città, ritenendo appunto che questi edifici non dovrebbero trovare luogo a meno di un chilometro dal centro storico. Tuttavia, l’investitore con cui si stringerà un accordo diretto ha un’altra idea, vicina all’architettura contemporanea presente negli Emirati arabi uniti e in altri paesi di quell’area, e non presterà molta attenzione alle obiezioni degli esperti serbi.
Gli architetti possono vantare il sostegno di un grande numero di intellettuali, ma anche questo non ha impedito che si andasse avanti con il progetto. Il contratto con la “Eagle Hills” sembra che verrà firmato a breve. Per come stanno le cose attualmente è probabile che si inizi fin da subito a costruire le due torri. Resta da vedere invece cosa accadrà con il resto dell’enorme superficie di 177 ettari.
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