Belgrado: si spara un ex-ministro
Alcuni suicidi sconvolgono il mondo politico della Federazione Jugoslava. Una breve cronaca della nostra corrispondente.
Vlajko Stojiljkovic, deputato federale che durante il governo Milosevic ricopriva la carica di Ministro della Polizia, alle sette di sera dell’11 aprile scorso si è sparato un colpo alla testa sui gradini dell’ingresso dell’ Assemblea Federale. Stojiljkovic, morto oggi dopo pochi giorni di agonia, era indagato per crimini di guerra avvenuti in Kosovo nel 1999 ai tempi in cui ricopriva la funzione di ministro della polizia della Repubblica.
Pur essendo deputato non aveva partecipato alla seduta parlamentare tenutasi per il voto sulla legge di cooperazione con il Tribunale de L’Aja.
I media hanno riportato che Stoijljkovic si è presentato nel palazzo del Parlamento Federale quasi alla fine della seduta di voto, e prima di spararsi ha parlato con un deputato del Partito Radicale Serbo (SRS), al quale ha consegnato una lettera di addio, esprimendo il desiderio che tale lettera venisse consegnata ad Aleksandar Vucic, Presidente di quel paritito.
In quest’ultima emergerebbero pesanti accuse. Innanzitutto al governo attuale (cioè il DOS e la coalizione Montenegrina per la Jugoslavia) che viene definito un governo di marionette responsabile della dissoluzione della Jugoslavia, colpevole di aver collaborato con il maggior nemico del popolo serbo, Javier Solana, segretario generale della NATO dal ’95 al ’99.
Stojiljkovic scrive inoltre che direttamente responsabili della sua morte sarebbero Zoran Djndjic, Voijslav Kostunica, Dusan Mihajlovic, Vladan Batic, Miroljub Labusa, Dragoljub Micunovi, Predrag Bulatovic, Srdjan Bozovic e Dragisa Pesic.
In seguito al tragico evento si sono raccolti davanti alla sede dell’Assemblea Federale alcuni gruppi di cittadini per incontrarsi con i rappresentanti del Partito Socialista Serbo di cui Stojiljkovic faceva parte. L’incontro è durato fino alle 22.30.
Questo fatto ha rappresentato l’occasione ideale perché dalle fila di tutti i partiti di opposizione partissero istanze e denunce su come in Serbia si stiano prendendo decisioni ingiuste come quella sulla cooperazione con il TPI, che, a loro avviso, andrebbe contro le previsioni costituzionali.
Si deve sottolineare anche l’ "interessante" dichiarazione del Presidente Jugoslavo Kostunica, che ha commentato il fatto affermando come questo tragico suicidio rappresenti un avvertimento sia per la politica interna che per la comunità internazionale. Nella sua dichiarazione Kostunica ha tenuto a precisare come il caso di Stojiljkovic sia "un ammonimento rivolto alla comunità internazionale, almeno ad una parte di essa, la quale continua a porci condizioni, a fare pressioni e a dettare comportamenti".
Di tono più morbido il commento di Zoran Zivkovic, l’attuale Ministro Federale della Polizia, il quale si augura che fatti del genere non si ripetano, perché, ha spiegato, nessuna prigione è piacevole, ma esiste un modo migliore per dimostrare la propria innocenza o comunque per scontare la pena se le prove dimostrano l’effettiva colpevolezza.
Uno dei colleghi di partito di Stojiljkovic, Zoran Andjelkovic, ha dichiarato che quest’ultimo ricopriva il ruolo di capo della Polizia che ai tempi del governo Milosevic significava occuparsi di lotta al terrorismo. Quasi tutti i funzionari dei partiti d’opposizione, dal Partito Socialista Serbo (SPS) al Partito dell’Unità Serba (SSJ), tra i quali Mirko Marjanovic e Borislav Pelevic , hanno dichiarato di considerare il gesto di Stojiljkovic un atto eroico.
Nenad Canak, Presidente dell’Assemblea della Vojvodina, ha ribattuto che in un suicidio non vede alcun eroismo. "Mentre Stojiljkovic era Ministro degli interni, molte persone sono scomparse", ha inoltre spiegato Canak.
Il vicepresidente del Partito Democratico Serbo (DOS), Boris Tadic, attuale Ministro per le Telecomunicazioni, ha accusato i funzionari del Parito Socialista Serbo di non aver fatto nulle per evitare che Stojiljkovic portasse a termine un gesto del genere.
Il famoso psicologo Zarko Trebjesanin ha dichiarato, per Radio B92, che aveva preso molto sul serio le minacce di suicidio di Stojiljkovic il quale aveva dichiarato che non si sarebbe consegnato vivo al TPI. "Questo avrebbero potuto capirlo anche i suoi colleghi. Avrebbero dovuto capire che Stojiljkovic , con la sua personalità molto rigida, avrebbe fatto ciò che dihiarava voler fare", ha concluso Trebjesanin.
L’avvocato di Stojiljkovic ha inoltre dichiarato nella conferenza stampa avuta con i giornalisti lo scorso 12 aprile, che Stojiljkovic è "la prima vittima di una legge anticostituzionale. In quanto tale presenterò ricorso" aggiungendo che "Stojiljkovic aveva cominciato a scrivere la sua lettera di denuncia nel giugno del 2001 e l’aveva conclusa pochi giorni fa" (Danas, 12-13-14.04.2002; Radio B92, 11.04.2002; BKTV e Radio Televisione Serbia (RTS), 12.04.2002).
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