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Bagarre sul censimento in Montenegro

Nel mese di novembre dovrebbe tenersi il primo censimento montenegrino dopo il 1991, durante i preparativi non sono mancate polemiche e strumentalizzazioni, con l’attiva partecipazione della chiesa serba ortodossa

09/09/2003, Tanja Bošković - Podgorica

In Montenegro si sta avvicinando il censimento, più volte rimandato per ragioni sia finanziare che politiche. A questo riguardo, ci sono due questioni particolarmente interessanti e in questi giorni sono tra i temi più frequenti della stampa montenegrina. Si tratta della questione della determinazione nazionale e del nome ufficiale della lingua di questa repubblica. Ecco ad esempio uno dei titoli che trovo nel quotidiano "Vijesti" – "La determinazione nazionale, non è l’unico tema ardente alla vigilia del censimento di novembre nel Montenegro: la lingua montenegrina è stata inserita sotto la voce "altre lingue"".

Si spiega nell’articolo che la lingua montenegrina sul modulo che si userà per il censimento non è compresa nella lista delle lingue ufficiali, ma sarà nel gruppo "altre lingue", perché secondo la Costituzione della repubblica, la lingua ufficiale è il serbo. Nello stesso articolo si ricorda che all’ultimo censimento di 12 anni fa, 61,8% dei cittadini si erano dichiarati come montenegrini, 14,5% come musulmani, 9,3 % come serbi, 6,5% come albanesi e come jugoslavi 4,25%. In fondo all’articolo si cita il libro "Chi è chi in Montenegro" pubblicato nel 1993, dove a quel tempo i maggiori esponenti dell’allora unico Partito democratico dei socialisti (DPS), si erano dichiarati come montenegrini, mentre i rappresentanti del Partito popolare (NS) si erano dichiarati come serbi.

Questa volta i rappresentanti di quest’ultimo partito (NS) e del Partito serbo popolare (SNS) minacciano di condurre una campagna per garantire che i cittadini si dichiarino come serbi all’imminente censimento. Il leader dell’Alleanza liberale, Miodrag Zivkovic, ha dichiarato di essere rimasto sgradevolmente stupito da questa iniziativa dei partiti pro-serbi ed insiste che un minimo di democrazia vorrebbe che i cittadini si dichiarassero liberamente e senza pressione sulla loro appartenenza nazionale. La sua opinione è condivisa anche dai rappresentanti della maggioranza governativa, i rappresentanti del Partito democratico dei socialisti (DPS) e del Partito Socialdemocratico (SDP). Anche il Partito Socialista popolare (SNP) dice di pensarla allo stesso modo, spiegando di essere un partito civile. Tuttavia, il vice-presidente di questo partito (SNP), Zoran Zivkovic, è stato presente alla manifestazione "Il popolo serbo nel Montenegro", organizzata nel monastero "Maine" vicino a Budva.

Durante la seduta l’ex Ministro federale si è rivolto ai presenti dichiarando che al censimento chiunque non si dichiarerà come serbo, ma montenegrino, sarà un traditore. Questa seduta è stata ingrandita dalla presenza del vescovo Amfilohije, che con la liturgia del mattino ha dato l’inizio alla manifestazione, affermando in tal modo il protettorato della chiesa ortodossa serba.

Gli intellettuali serbi sono piuttosto critici sulle ultime dichiarazioni dei partiti pro-serbi del Montenegro e della Chiesa ortodossa Serba (SPC). Ma allo stesso tempo sono piuttosto indifferenti, perché questa volta Belgrado non offre il sopporto logistico. Come dicono gli intervistati di "Monitor", questa volta la locomotiva parte dal terreno domestico.

"Il leader della Chiesa ortodossa serba in Montenegro è il vescovo Amfilohije, che raccomanda se stesso come leader di un blocco politico", spiega Dusan Janjic, politologo di Belgrado. Janjic considera che dietro tutta questa storia c’è l’intenzione della SPC di imporsi in Kosovo e Metohija come la più importante istituzione politica. "Questo è un segno serio che le altre istituzioni sono deboli", conclude Janjic.

D’altra parte, il blocco montenegrino attacca il Governo per la mancanza di coraggio nell’ottenere la lingua montenegrina tra le lingue ufficiali. L’Accademia della scienza e dell’arte di Duklja ha esaminato che l’amministrazione montenegrina si è distanziata dal processo della creazione dello stato e dalla separazione dalla Serbia, che è insieme con la lingua montenegrina, una delle questioni principali. ("Monitor", 28 agosto, "Vijesti", 27, 29 agosto, 1 settembre)

vedi anche:
Censimento in Serbia (2002)

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