Azerbaijan: dietro le riforme tutto come al solito
In Azerbaijan un sito filogovernativo ha pubblicato un rapporto con valutazioni lusinghiere sulle riforme introdotte dal presidente Aliyev all’inizio dell’anno. Un’attenta analisi dimostra tuttavia che dietro le presunte novità restano corruzione e violazione dei diritti umani
Il 24 settembre 2019, il Center for Social Studies di Baku ha presentato il suo primo rapporto di valutazione sulla consapevolezza pubblica del pacchetto di riforme introdotto dal presidente dell’Azerbaijan all’inizio di quest’anno. Il centro è stato istituito a febbraio 2019 e, di fatto, è un istituto di sondaggi. Il suo sito web offre una visione più complessa delle intenzioni del centro, e afferma che la sua missione è quella di condurre un’analisi sistematica dell’opinione pubblica e presentare i risultati della ricerca agli enti governativi.
Parlando alla presentazione del rapporto, il capo del dipartimento di ricerca e pianificazione strategica dell’Amministrazione presidenziale azera Saadat Yusifova ha affermato che le riforme hanno rimodellato il punto di vista della società sullo stato, rafforzando il triangolo cittadino-società-stato che è un collegamento importante per la leadership del paese, in quanto è il collante alla base della statualità azera. Yusifova, inoltre, ha osservato quanto sia importante l’opinione pubblica nella definizione delle politiche del governo.
Tutti questi discorsi sull’importanza dell’opinione pubblica nella definizione delle politiche del governo fanno sorgere la domanda: se è sempre stato così, che cosa ha impedito alle autorità di considerare prima le relazioni cittadino-stato? Forse il triangolo non è così semplice come lo presenta Yusifova.
Al massimo un triangolo delle Bermuda
Le ricchezze della classe dirigente dell’Azerbaijan è letteralmente fiorita nel corso degli anni . Economicamente la famiglia dominante e i suoi vicini alleati si sono arricchiti , mentre la popolazione in generale ha subito gravi perdite economiche, sociali e politiche. Un rapporto quinquennale di valutazione della corruzione di Open Azerbaijan conclude che la portata della corruzione nel paese rimane preoccupante e che sono stati fatti pochissimi sforzi per affrontare il problema. Ancora meno sforzi sono stati spesi per sviluppare il benessere economico e sociale della popolazione. E, se questo non bastasse, la situazione continua a peggiorare.
Nel 2018, l’Azerbaijan ha perso trenta posizioni nell’indice mondiale di percezione della corruzione , classificandosi 152° su 180 paesi. "E’ paradossale che, in un paese che ha speso 100 miliardi di dollari dal 2001 al 2018, i cittadini continuino a soffrire di disoccupazione e povertà, che molti siano costretti all’emigrazione e a lasciare il paese in cerca di lavoro. La qualità generale dell’assistenza sanitaria pubblica e dell’istruzione è bassa, e per ricevere un buon servizio in queste sfere si deve pagare molto", ha scritto nella sua riflessione sull’indice Gubad Ibadoglu, un rinomato economista azero.
Una situazione che inizia a sollevare nterrogativi e alimentare malcontento su larga scala. Il 2019 è stato un anno di esplosioni di proteste in tutto il paese. Principalmente nelle regioni dove le difficoltà economiche e sociali sono più diffuse, i cittadini hanno preteso che le autorità affrontino e risolvano questioni come l’accesso ad acqua, elettricità e gas, la disoccupazione e varie altre.
Economia a parte
Da quando Ilham Aliyev ha ottenuto l’ennesima vittoria alle elezioni presidenziali del 2018, è stato impegnato a rimescolare le carte del suo governo. Poco dopo la rielezione, il parlamento ha designato Novruz Mammadov come nuovo Primo Ministro. Mammadov ha sostituito Artur Rasizade, che aveva occupato la carica negli ultimi ventidue anni. La nomina del nuovo Primo Ministro non è stata l’unico cambiamento, ma è stata seguita da un’altra ondata di cambiamenti nel Consiglio dei Ministri.
A giugno, il ministro degli Interni Ramil Usubov, in carica dal 1994, è stato nominato nuovo Segretario del Consiglio di Sicurezza, mentre Madat Guliyev, capo del Servizio di sicurezza dello Stato è stato nominato nuovo ministro dell’Industria della Difesa (ministero che era stato smantellato da un decreto presidenziale ma poi ripristinato a gennaio 2019). Sia Usubov che Guliyev sono noti per i loro stretti legami con Ramiz Mehdiyev, il capo dell’Amministrazione presidenziale: un uomo noto come il "cardinale grigio " e la mente dietro ad arresti e intimidazioni della società civile azera.
Il sostituto di Usubov, Vilayet Guliyev, è noto per la sua brutalità quando si tratta di misure per mettere a tacere i critici e il dissenso. Nel suo nuovo ruolo, uno dei suoi primi provvedimenti è stato quello di colpire le famiglie dei prigionieri politici che si erano radunate presso la sede del partito di opposizione Musavat a giugno. Secondo le testimonianze locali, la polizia ha preso d’assalto il quartier generale del partito, arrestato il leader di un altro partito dell’opposizione, Ali Karimli, e disperso i partecipanti all’evento .
Nel frattempo, Madat Guliyev è stato sostituito da Ali Nagiyev , ex vicecapo dell’anti-corruzione sotto la Procura della Repubblica. Anche il suo nome può sembrare familiare, dato che è apparso nello scandalo del riciclaggio che ha fatto notizia nel 2017.
In sostanza, tutti questi cambiamenti significano poco per le riforme del paese, in quanto le tattiche, l’etica e le pratiche rimangono le stesse. Inoltre, questa non è la prima volta che il presidente Ilham apporta alcune modifiche alle posizioni chiave del governo che hanno effetti minimi o nulli.
Prigionieri politici
Mentre le proteste regionali continuano a scuotere il governo, le autorità hanno fatto alcune concessioni, come il rilascio di circa 50 prigionieri politici a marzo 2019. A maggio sono stati tolti i divieti di spostamento a nove giornalisti. Ad agosto è stato rilasciato il giornalista Seymur Hezi, dopo che aveva scontato l’intera pena, cinque anni. Mentre alcuni critici del governo hanno affermato che il rilascio di prigionieri politici non è affatto un atto di umanesimo in quanto nessuno di questi prigionieri avrebbe dovuto essere in carcere, altri osservatori hanno avvertito che questi sviluppi non portano grandi novità. L’elenco dei prigionieri politici nel paese rimane all’ordine del giorno con 81 persone ancora dietro le sbarre.
Uno degli attivisti graziati, Bayram Mammadov, è stato nuovamente arrestato e condannato a 30 giorni di detenzione amministrativa per presunta disobbedienza alla polizia. Mammadov è uno dei writer condannati a dieci anni di carcere nel 2016 per accuse spurie di traffico di droga. E quando Giyas Ibrahimov, altro writer, ha condiviso un messaggio a sostegno di Mammadov su Facebook, è stato convocato dalla polizia per un interrogatorio e avvertito di stare attento alle parole, soprattutto perché non avrebbero potuto aiutarlo se i sostenitori del presidente “avessero deciso di ragionare” con Ibrahimov “per strada”, in una chiara intimidazione.
Tuttavia, nessuno di questi casi o rapporti internazionali riassume la situazione meglio della recente decisione emessa dal tribunale dei magistrati di Westminster in favore di Zamira Hajiyeva, salvata dall’estradizione in quanto non otterrebbe un processo equo se restituita all’Azerbaijan. Hajiyeva, 55 anni, è accusata di appropriazione indebita di milioni di sterline da una banca statale in Azerbaijan che suo marito, Jahangir Hajiyev, ha gestito per 14 anni (tra il 2001 e il 2015). Lo stesso Hajiyev sta scontando 15 anni per frode e appropriazione indebita.
Nel frattempo, il paese continua a ospitare eventi internazionali . Il più recente, la finale di Europa League tra Arsenal e Chelsea allo Stadio Olimpico di Baku, lo scorso 28 maggio. A quanto pare, tuttavia, ospitare eventi internazionali era più importante che celebrare la Festa della Repubblica: il compleanno della prima Repubblica Democratica dell’Azerbaijan, che ricorreva proprio quel giorno. L’opposizione non ha potuto celebrare il 101° compleanno a causa dell’evento sportivo. Commentando su Facebook, il leader del partito di opposizione ReAL ed ex prigioniero politico Ilgar Mammadov ha dichiarato: "Il diritto degli stranieri allo spettacolo non dovrebbe eccedere il diritto degli azeri a celebrare la Festa della Repubblica". L’anno scorso, ReAL ha organizzato una marcia per il centenario che ha portato a scontri con la polizia e decine di arresti.
Tutto ciò per dire che il presidente Ilham Aliyev è riuscito in due cose durante la sua presidenza. Primo, e più ovvio, assicurarsi il potere e, in secondo luogo garantire lo status quo mandato dopo mandato, facendo in modo che ogni speranza di sostanziali riforme legali, economiche, sociali o politiche rimanga esattamente questo: una speranza.
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