Azerbaijan: con l’arte per combattere l’inquinamento
Gli azerbaigiani, in particolare le generazioni più giovani, sono sempre più interessati alle questioni ambientali. Sempre più importante in questa direzione l’operato di alcuni attivisti
(Pubblicato originariamente da Chai Khana )
Laddove la maggior parte delle persone vedono immondizia, Nazrin Musayeva, 29 anni, artista, vede delle opportunità.
Con l’innalzarsi nel paese del livello di inquinamento, gli azerbaigiani, in particolare le generazioni più giovani, sono sempre più interessati alle questioni ambientali.
In particolare, preoccupa il volume sempre maggiore di rifiuti di plastica. Secondo le statistiche ufficiali, nel paese negli ultimi anni si produrrebbero 24 kg di rifiuti di plastica a testa. Lo scorso febbraio il presidente Ilham Aliyev ha firmato un ordinanza in cui di prevede un piano biennale per ridurre l’impatto in Azerbaijan dell’uso di imballaggi in plastica.
I rischi connessi all’uso della plastica, in particolare dei sacchetti, non sono niente di nuovo per Nazrin Musayeva.
"Al telegiornale vediamo cosa causano le borse in polietilene, in particolare i danni agli animali che vivono nei mari. Quelle immagini sono una vera e propria tragedia, non riesco a togliermele di mente. Gli animali non possono salvarsi da soli, non hanno libertà di scelta. Se il mare è inquinato, noi non vi facciamo il bagno, andiamo in piscina. Ma gli animali non possono fare lo stess. Inquiniamo casa loro e rendiamo buie le loro esistenze", afferma.
Nazrin abita a Baku, capitale dell’Azerbaijan, ed è da dieci anni che raccoglie rifiuti di plastica. Ma va oltre quello che fanno i normali attivisti ambientali. Diplomata presso l’Accademia d’arte dell’Azerbaijan, utilizza i rifiuti per creare opere d’arte che possano smuovere la passività della società rispetto al problema dell’inquinamento.
Dato che sono proprio gli abitanti del mare a dover affrontare le maggiori minacce che arrivano dalla plastica, il lavoro più rilevante di Nazrin Musayeva è un’enorme polpo ricreato con rifiuti di plastica. Le sono voluti otto mesi per realizzarlo, quattro per raccogliere i rifiuti, quattro per creare l’opera.
Nazrin ha anche creato opere d’arte con i mozziconi delle sigarette. Un’opera astratta, realizzata con sigarette usate da lei raccolte, è ora esposta al Qala Museum a Baku. Lei spera che queste opere attirino l’attenzione di chi vi si trova davanti.
"Anche gli animali vivono sul nostro pianeta assieme agli umani. Dobbiamo pensare gli uni agli altri e dobbiamo vivere assieme. E almeno, non dovremmo gettare spazzatura per terra".
Mentre alcuni la lodano per il suo lavoro, altri le chiedono perché tenti di creare qualcosa proprio con la spazzatura. Spesso Nazrin sente commenti come "Ma è questo quello che fai? Non hai qualcosa di serio da fare? Raccogli spazzatura per strada. Ma mettiti davanti ad un computer, hai grandi possibilità come designer!".
"Almeno faccio qualcosa. Quelli che non fanno nulla, e soprattutto quelli che inquinano la natura, dovrebbero vergognarsi… se ciascuno di noi collaborasse un po’ a proteggere la natura, il mondo sarebbe un bel posto dove abitare", afferma.
Nuray Ismayilova, membro del direttivo dell’associazione giovanile Amici della Natura, sottolinea che vi sono attivisti che si occupano di tutela ambientale sia a livello statale che tra le Ong. Ma che non ve ne sono molti e sono solo parzialmente efficaci e spesso si limitano solo a "piantare alberi e raccogliere spazzatura".
"E’ chiaro che tutto questo va fatto. Ma servono anche altre modalità per sollevare attenzione. Altrimenti si rischia di dare la percezione che amare e preservare la natura significhi solo creare aree verdi e tenerle pulite", sottolinea Nuray Ismayilova.
Una questione molto rilevante da lei sollevata è che la maggior parte delle persone sono troppo occupate a sopravvivere alla loro quotidianità per preoccuparsi per questioni ambientali. "Una persona che non riesce a soddisfare i suoi bisogni primari è preoccupata esclusivamente di questioni quotidiane. Non ci si può aspettare che pensi di problematiche quali il riscaldamento globale o il taglio delle foreste. Ma almeno occorre che le persone vengano educate sull’importanza di non gettare rifiuti per strada, nei boschi o nei fiumi, almeno che seguissero questa regola base per avere un ambiente pulito".
Farhad Aliyev, 42 anni, concorda. Aliyev ha imparato ad amare la natura dal padre, che ha piantato un albero il giorno in cui lui è nato. L’albero è cresciuto proprio al centro del loro villaggio, nei pressi del Nagorno-Karabakh ed è poi divenuto un punto di incontro per i vicini di casa della sua famiglia.
Aliyev prova ad aumentare la consapevolezza in merito all’inquinamento attraverso il proprio stile di vita. E’ insegnate di inglese, si riferisce a se stesso come “Green Person” e per andare al lavoro e per muoversi su distanze brevi usa sempre la bicicletta.
Sul suo zaino vi è la scritta “Buttiamo la spazzatura nel cestino”, per diffondere il verbo mentre gira in bicicletta. I giri in bicicletta non gli donano solo bei paesaggi: Aliyev sottolinea che lungo le strade trova molta immondizia, in particolare borse di plastica.
"Ricordo che quando ero bambine le persone andavano in negozio o al mercato con borse di stoffa. Vorrei fosse così anche oggi, che queste borse venissero riutilizzate. Sarebbe un grande contributo fatto all’ambiente", sottolinea.
Le reazioni al suo attivismo quotidiano sono varie. Alcuni lo fermano per ringraziarlo, alcuni lo fotografano, altri si lamentano che non vi sono abbastanza cassonetti per la spazzatura.
"La gente crede che vi dovrebbero essere cassonetti tutt’attorno a noi e che se non vi sono possono gettare la spazzatura dove vogliono. Ma se uno non ha un cestino a casa propria, butta la spazzatura per terra o troverebbe un’alternativa? Occorre pensare la stessa cosa in strada. Si può sempre mettere la spazzatura in un sacchetto e gettarla quando si trova un cassonetto, o tenersela ad esempio in auto", spiega Aliyev. "Indosso questo slogan sperando che la gente provi vergogna e smetta di gettare immondizia per strada. Sarebbe bello se colpisse l’immaginario almeno di due persone su 100. Fare qualcosa di utile mi rende felice".
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