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Azerbaijan, come si sopprime una repubblica

A maggio l’Azerbaijan ha celebrato i cent’anni dall’inizio della sua storia repubblicana. Ma dei principi democratici che ispiravano i padri fondatori è rimasto ben poco

08/06/2018, Arzu Geybullayeva -

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Il 28 maggio 1918, la Repubblica Democratica dell’Azerbaijan (ADR) dichiarò la propria indipendenza. I suoi fondatori, un gruppo di intellettuali una volta descritti da Woodrow Wilson come persone "dignitose e interessanti", speravano di costruire un paese liberale, democratico e libero, con eguali diritti per uomini e donne. Nella sua breve esistenza, 23 mesi, l’ADR sperò di ottenere un governo veramente pluralista.

Mentre in Azerbaijan si celebrava il centenario di quel 28 maggio 1918, il governo ha impiegato meno di 23 ore per dare il via ad una nuova ondata di arresti contro gli attuali intellettuali del paese, sostenitori dei valori che erano stati alla base della sua nascita cento anni fa.

Schiacciare lo spirito dell’ADR

Azer Gasimli è un membro di REAL, un partito politico il cui leader, Ilgar Mammadov, languisce dietro le sbarre dal 2013. Il 29 maggio, Gasimli è stato arrestato con l’accusa di resistenza alla polizia. Con un processo lampo, Gasimli è stato condannato a 30 giorni di detenzione amministrativa. Il giorno dopo, fuori dal centro di detenzione, la moglie di Gasimli, Samira, ha cercato disperatamente di negoziare con la guardia carceraria per vedere suo marito, ma l’agente si è rifiutato di farla entrare. La guardia ha affermato che tutte le sale riunioni della prigione erano in costruzione, ma che a Gasimli sarebbe stata concessa una chiamata alla famiglia il giorno successivo.

Lo stesso giorno, altri tre membri di REAL sono stati arrestati e condannati con accuse simili. Uno è stato accusato di abbandono di rifiuti e disobbedienza alla polizia. Una ventina di altri membri di REAL sono stati convocati per essere interrogati alla stazione di polizia.

Gli attivisti della società civile azera ritengono che detenzioni e interrogatori siano collegati al crescente timore del regime di perdere la presa sul popolo. In un’intervista con Azadliq Radio, servizio sull’Azerbaijan di Radio Free Europe, l’ex prigioniero politico e giornalista di lungo corso Rauf Mirkadirov ha dichiarato che questi arresti sono legati strettamete alla politica interna: "Le autorità vogliono creare una comunità facile da controllare. Questo spiegherebbe la nuova ondata di arresti".

Non sono stato io

La paura di perdere la presa sulla massa ha spinto le autorità locali a diffondere numeri molto sottostimati relativamente all’affluenza alle manifestazioni di protesta organizzate dall’opposizione e a fare in modo che i media locali sponsorizzati dallo stato ne dessero una copertura a dir poco mortificante. Questa volta, tuttavia, sono satti adottati anche nuovi strumenti di pressione. Invece di tentare di salvare la faccia in seguito alle rivelazioni che il governo dell’Azerbaijan ha pagato un certo numero di ex deputati all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE) per fare pressione a suo favore, le autorità hanno deciso di utilizzare accuse simili contro attivisti politici all’interno del paese, dove non devono rispondere a nessuno. Così, il 26 maggio scorso, l’Ufficio del Procuratore Generale dell’Azerbaijan e il ministero dell’Interno hanno accusato l’opposizione del Fronte Popolare di una frode finanziaria per 412.000 dollari.

Le autorità sostengono che queste transazioni illegali sarebbero state eseguite da un uomo di nome Saleh Rustamov. Rustamov è attualmente in detenzione per quattro mesi in attesa di giudizio, dopo essere stato arrestato l’8 maggio e accusato di traffico di droga. Anche il nipote di Rustamov, Vidadi, arrestato due giorni dopo, è accusato di traffico di droga. Secondo la dichiarazione rilasciata dalla procura e dal ministero, Rustamov avrebbe trasferito denaro a quattro uomini, i quali avrebbero poi trasferito i fondi a suo nipote, che a sua volta li avrebbe trasferiti ai tre membri del Fronte Popolare per finanziare le loro attività.

La giornalista investigativa Khadija Ismayil ha però scritto sulla sua pagina Facebook che Rustamov sarebbe stato torturato per costringerlo a firmare una confessione contro il Fronte Popolare e la sua leadership. Non sono tardati gli arresti di tre membri di alto profilo del Fronte Popolare, Agil Ali Maharram, Babek Hasanov e Ruslan Nasirli, tutti condannati alla detenzione con accuse di appropriazione di fondi attraverso affari illegali e riciclaggio di denaro acquisito tramite mezzi criminali.

Oltre ai grandi nomi di partito che hanno preso parte alla marcia del 28 maggio, sono stati convocati per essere interrogati anche membri del movimento civico NIDA. Il 30 maggio, Abulfaz Gurbanli è stato interrogato nella città di Sumgayit, ma è stato rilasciato dopo due ore.

Nessuna delle persone che hanno preso parte alla marcia per celebrare il centenario ha violato delle norme: la costituzione dell’Azerbaijan garantisce la libertà di riunirsi. Eppure la polizia ha impedito alla grande folla di marciare verso il Monumento dell’Indipendenza, situato a poche centinaia di metri dal punto di incontro.

L’unione fa la forza

In risposta agli arresti, un centinaio di rappresentanti della società civile azera, fra cui giornalisti, avvocati, medici e molti altri hanno firmato un appello al ministro degli Interni. "Se è un reato amministrativo celebrare il centenario della prima repubblica democratica, camminare con la bandiera nazionale a tre colori dell’Azerbaijan, e ricordare con rispetto i grandi uomini che hanno fondato la repubblica, allora le chiediamo di ritenere colpevoli anche noi", si legge nella dichiarazione .

I fondatori dell’Azerbaijan sarebbero stati certamente orgogliosi di vedere questo spirito di solidarietà; ahimè, non si può dire lo stesso della reazione del governo. L’avversione per l’eredità dell’ADR è visibile non solo nella persecuzione degli attivisti politici, ma anche nel budget assegnato per celebrare la giornata.

Per festeggiare il compleanno dell’ex presidente Heydar Aliyev, nella sontuosa celebrazione del "Flower Day", solo tra il 2004 e il 2014 le autorità locali avrebbero speso – secondo alcune stime – 114 milioni di dollari. Per celebrare l’eredità della repubblica, il governo ha originariamente annunciato che avrebbe speso 5 milioni di AZN [circa 2,5 mln di euro]. La parte più lussuosa della celebrazione sono stati i fuochi d’artificio.

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