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Arrivano ancora albanesi in Italia?

Nella narrativa corrente l’Albania sarebbe divenuta da paese di emigrazione paese addirittura di immigrazione. Ma, dati alla mano, non è così

25/06/2019, Rando Devole -

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Secondo la narrativa dominante, l’Albania si sarebbe trasformata definitivamente da un paese di emigranti in un paese di immigrati, che si permette di offrire aiuto in tema di accoglienza anche all’Europa. L’Italia, dal canto suo, fino a qualche anno fa veniva dipinta come il sogno degli albanesi, poi però sui media italiani sono cominciati ad apparire reportage e servizi di albanesi che ritornavano in patria e di italiani che facevano fortuna nel paese di fronte.

Che l’Italia non sia attualmente la meta preferita degli albanesi è fuori di dubbio. Basta fare un giro per i bar della capitale Tirana per capire che i giovani guardano oltre, verso altri paesi europei, e spesso oltre oceano. Ma un conto è affermare che l’Italia non sia una meta preferita e un altro conto dipingere l’Albania come un Eldorado dove si rilassano e si arricchiscono turisti e imprenditori stranieri.

La narrativa per cui i flussi migratori siano del tutto estinti o siano governati come da manuale è confortante per molti, e soprattutto funziona da ansiolitico per opinioni pubbliche preoccupate da ondate migratorie fuori controllo. L’altra retorica, quella della nuova terra promessa, secondo cui nel piccolo paese balcanico risiederebbero e lavorerebbero 20 mila italiani – dato falso, come ben spiegato in un articolo di OBCT – risponde ad esigenze diverse dei due paesi: l’Albania è alle prese con l’affanno di entrare nell’Ue, l’Italia è in preda all’ansia dell’immigrazione. Ma i numeri parlano diversamente e descrivono un’altra realtà1.

A sentire i media, dall’Albania non arriverebbe più nessuno, anzi il flusso ormai si sarebbe invertito da anni e le migrazioni di ritorno sarebbero diventate la regola. Ma è davvero così? Da un’occhiata superficiale ai numeri si direbbe proprio di sì. Il numero dei cittadini albanesi in Italia sta calando di anno in anno. Ma in realtà si tratta di un’illusione ottica. Il motivo principale del decremento è l’acquisizione della cittadinanza italiana, insieme all’emigrazione verso altri paesi e al mancato bilanciamento di nuovi flussi migratori in ingresso dall’Albania. Ciò non significa che dall’Albania non arrivi più nessun immigrato e tanto meno significa che in Italia non soggiornino irregolarmente cittadini albanesi. Per la rilevazione statistica gli albanesi che acquisiscono la cittadinanza italiana diventano invisibili. Quindi il numero complessivo dice alcune cose, ma ne nasconde altre.

Quanti albanesi sono arrivati in Italia ultimamente? Un indicatore interessante potrebbe essere quello dei nuovi ingressi, ossia i rilasci dei permessi di soggiorno avvenuti annualmente2. Se vengono consultati i dati dell’Istat si scopre che il flusso degli albanesi verso l’Italia non si è mai fermato.

Nel 2010 l’Albania occupava il quarto posto tra i paesi con più ingressi in Italia. Con 48.330 ingressi l’Albania era anticipata solo da Marocco, Cina Popolare e Ucraina. Tra il 2011 e 2012 il numero degli ingressi complessivi si è ridotto sensibilmente. Il calo ha riguardato anche gli albanesi, i cui ingressi sono diminuiti sino al 2014 quando hanno raggiunto il valore minimo negli ultimi anni, di 15.510 unità. Minimo per modo di dire, perché si è trattato comunque di un numero consistente di immigrati albanesi che ottenevano il permesso di soggiorno in Italia.

L’inversione di marcia è iniziata nel 2015 con 16.813 ingressi, fino al 2017 quando si è superata la quota dei ventimila ingressi. Quindi gli arrivi dall’Albania non si sono per nulla fermati. Anzi, vi è stata una recente ripresa. Una conferma si è avuta dalle statistiche albanesi: l’Instat – istituto demoscopico albanese – ha rilevato all’inizio del 2018 una riduzione della popolazione e un tasso netto di migrazione con il segno negativo3.

Sono stati i motivi familiari a costituire in questi anni la modalità d’ingresso prevalente. Nel 2010 il numero degli albanesi entrati in Italia per motivi familiari e quelli arrivati per motivi di lavoro non era molto differente. La forbice tra le due motivazioni si è allargata con il passare degli anni: aumento dei motivi familiari e calo degli ingressi per lavoro. Dal 2010 al 2017 si è passati da 49,6% a 69,8% degli ingressi per motivi familiari e da 44,3% al 6,3% degli ingressi per motivi di lavoro. L’aumento sensibile della prima categoria e il crollo della seconda hanno a che fare con l’andamento economico e la riduzione dei flussi regolari per motivi di lavoro, limitati ormai solo a quello stagionale.

Aumento vertiginoso si è invece verificata per la voce "altri motivi", in cui rientrano quelli per religione, residenza elettiva, salute, motivi di giustizia, integrazione minori, attività sportiva ecc. Mentre nel 2010 questa tipologia era al 6,1%, nel 2017 aveva già raggiunto il 20,5%.

Colpisce l’andamento degli ingressi per motivi di studio. Nel 2011 erano al 2,9% di tutti gli ingressi e dopo un anno di incremento hanno visto un calo ininterrotto, dimostrando che in Italia vengono sempre meno albanesi per studiare. Bassa la percentuale, e tra l’altro non costante, degli ingressi per motivi di asilo politico e umanitario.

In poche parole, l’emigrazione dall’Albania in Italia non si è mai fermata. Le motivazioni di ingresso regolare cambiano anche in funzione delle possibilità reali, quindi si sfruttano i canali disponibili, mentre è ancora sconosciuta l’entità dei cittadini albanesi sprovvisti di un permesso di soggiorno. Malgrado la rappresentazione mediatica – al netto degli ultimi confusi avvenimenti politici – di un’Albania prosperosa a tal punto da aiutare l’Italia nell’accoglienza dei profughi arrivati via mare e di un paese che ha archiviato definitivamente il problema dell’emigrazione, tanto da diventare meta degli italiani stessi, appare evidente che i cittadini albanesi continuano a cercare all’estero il proprio futuro.

 

Note:

1. Vedi Rando Devole, Gli italiani in Albania: tra rappresentazione mediatica e realtà, Rapporto Italiani nel mondo 2018, Fondazione Migrantes, Tau Editrice, Todi 2018, pp. 218-228.

2. L’Istat riporta regolarmente tutti i nuovi rilasci avvenuti durante l’anno, indipendentemente dal fatto che alla fine dell’anno il permesso sia ancora valido o scaduto. Bisogna aggiungere che vengono contabilizzati gli ingressi e non le persone, quindi una persona che ha ottenuto due diversi permessi in uno stesso anno viene contata due volte. Nel numero degli ingressi vengono conteggiati anche i visti per lavoro stagionale.

3. Secondo INSTAT albanese, nel 2017 la differenza tra il numero degli emigranti (39.905 persone) e quello degli immigrati (25.003 persone) ha prodotto un tasso negativo di migrazione di -14.902 persone. http://www.instat.gov.al/media/3765/popullsia-1-janar-2018-08-02-2018_.pdf pag. 3. La stessa tendenza si nota dagli ultimi dati riferiti al 2018 http://www.instat.gov.al/media/5153/popullsia-1-janar-2019_final.pdf

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