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Arriva il Giffoni albanese

Per volontà del suo direttore artistico, Claudio Gubitosi, il celebre Festival del cinema per ragazzi di Giffoni arriverà in Albania, con l’intento di riprendere le fila di un intenso incontro tra culture iniziato oltre venti anni fa

31/10/2005, Redazione -

Arriva-il-Giffoni-albanese

Pubblicato dal settimanale Klan, 10 ottobre 2005 (tit. orig. Mbrriti Giffoni)
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Marjola Rukaj

Anni fa, i film albanesi arrivavano al Festival del Cinema per Ragazzi in Italia, per sola iniziativa dei loro creatori, ora è il Giffoni che, viaggiando per il mondo, si fermerà anche in Albania. Dopo un distacco pluriennale il legame è stato recuperato dal direttore artistico del Giffoni Film Festival, Claudio Gubitosi che ha voluto ritrovare l’Albania e il cinema albanese.

La prima volta giunse in Albania come un ospite non invitato. Ma la sofra * non la trovò vuota. Perché egli non era un ospite qualsiasi, ma il direttore del Festival del cinema per ragazzi di Giffoni. Era partito oltremare con una grande missione: conoscere la grande azienda del film albanese, Kinostudio Shqiperia e Re da dove provenivano i film che aveva visto proiettati al Film Festival di Giffoni, non di rado anche vincitori di premi. Inoltre era venuto per selezionare i nuovi film da presentare all’edizione del 1985. E da scegliere ne aveva parecchi, tra titoli di film e celebri registi dell’epoca.

Molti anni dopo, nel 2003, l’ospite partì di nuovo. Ma questa volta fu invitato. La sofra, però, non era come un tempo. Non correvano più i tempi floridi del cinema albanese. Nel Kinostudio trovò solo i vecchi amici cineasti, che, purtroppo, non avevano alcun film in mente. L’ospite non si stupì conoscendo il recente degrado del cinema albanese. Era da tanto, infatti, che nessun film attraversava più il mare per arrivare a Salerno dove il festival continuava ad avere luogo regolarmente.

In questi anni di lunga assenza il direttore aveva intuito che oltremare niente era più come prima. Il primo contatto avuto solo nel 1997, quando gli albanesi vi mandarono un gruppo di ragazzi per partecipare alla giuria del Festival, senza però accompagnare nessun film, fu la conferma di ciò che egli aveva paventato.

Pochi giorni fa il direttore del Giffoni è venuto di nuovo a Tirana, convinto ormai che questo è il momento migliore per fare qualcosa in nome del cinema albanese per ragazzi, per far rinascere il bel ricordo degli anni d’oro di quando "Papaveri sui muri", "Beni cammina da solo" ed altri
tornavano a Tirana trionfanti portando con sé l’eco del festival.

E questa volta, l’ospite ha un progetto molto chiaro: portare Giffoni in Albania, non solo a Tirana ma anche a Durazzo e a Scutari. E’ una missione possibile visto che il padre del Giffoni ha le idee ben chiare. Ora gli è addirittura più facile far inquadrare l’Albania. Perché tutto è cambiato.
"Nell’85 quando decisi di venire in Albania, partii di mia iniziativa. Non avevo un invito ma sapevo che i miei vecchi amici, che avevo conosciuto nel ’78 mi avrebbero aperto la porta."

Accomodatosi nel bar "Sky Tower", da dove si può vedere tutta Tirana, che ormai conosce bene nonostante i suoi cambiamenti, tenendo tra le dita il suo tipico sigaro, Gubitosi ricorda la
sua prima visita. "Fu una bellissima esperienza perché vedevo per la prima volta il vostro Kinostudio. In quegli anni avevo programmato di viaggiare per introdurre al Giffoni molti paesi anche la lontana Cina, il Giappone e l’Iran e pensai perché non andare anche in questo paese così vicino e così sconosciuto?" "Prima di arrivare a Tirana e di vedere da vicino dove
venivano prodotti i film albanesi, avevo seguito molto attentamente la storia del cinema per ragazzi. Sapevo che il periodo d’oro erano gli anni ’70. Per cui decisi di raccogliere i migliori film e di presentarli al festival".

Conosceva anche Ismail Kadare ed era convinto che il suo tocco avrebbe arricchito d’arte tutto ciò che stava prendendo forma in un documentario televisivo. "Contattai Kadare e gli chiesi di fare una breve esposizione riassuntiva del cinema albanese". Una scelta intelligente che produsse subito ottimi risultati, poiché ciò che Kadare scrisse venne molto apprezzato dalla critica italiana dell’epoca. E intelligente era anche la selezione dei film che avrebbero intrigato non poco i media italiani.

"Ricordo che ‘Papaveri sui muri’ del regista Dhimiter Anagnosti ripropose agli italiani le reminiscenze dell’epoca fascista. Tuttora mi ricordo del momento in cui l’insegnante italiano entra nella classe dei ragazzi albanesi. E’ una sequenza che mi ha trasmesso molte emozioni. Le
riviste del festival dedicarono molti commenti al cinema albanese ed io ne ero molto contento". Ma la bella storia si concluse molto presto senza un happy end. Una perfida maledizione avrebbe tagliato la strada al film albanese proprio quando le vie erano più libere che mai. Dopo il 1990 Giffoni non avrebbe più avuto nessuna particella d’Albania. Finché il miracolo avrebbe ricominciato a funzionare nel ’95.

Venne creato un nuovo contatto. I punti di riferimento ormai non potevano più provenire dalla Kinostudio che non lavorava più. Questa volta tutto sarebbe iniziato da un’iniziativa privata. L’atmosfera del dimenticato Giffoni venne a Tirana inizialmente sotto forma di un tele-reportage che Namik Ajazi, noto produttore, realizzò con TeleNorba (trasmesso in seguito anche dalla Radiotelevisione Statale) facendo sì che l’equipe albanese che si ritrovò a Giffoni intessesse di nuovo in qualche modo i legami mancati degli ultimi anni.

"Nel 97, l’anno più difficile della storia albanese più recente, Ajazi propose una soluzione per ottenere la presenza dell’Albania al festival. Visto che di film non ce ne erano si pensò di
far partecipare almeno un gruppo di ragazzi nella giuria del festival. A me, però, dispiaceva di non vedere arrivare nessun film, per cui ritornai a Tirana, su invito di Ajazi. Effettuammo degli incontri con i cineasti per mettere un po’ di puntini sulle i". L’ultimo puntino già messo è la realizzazione del Giffoni anche in Albania.

"Giffoni sta girando il mondo e si fermerà anche in Albania, a fine ottobre. Avremo come partner la
televisione privata Media Vizion, ci serve ovviamente un punto d’appoggio per avviarlo." Mentre consuma la parte rimasta del sigaro l’ospite ha l’aria soddisfatta. "Sono contento della realizzazione perché un paese con una tale tradizione del cinema per ragazzi non merita di stagnare." Gubitosi è
convinto che l’Albania abbia molto da offrire nonostante la limitatezza di alcuni film di animazione di questi ultimi anni.

"Ma quando ho visto Ergys Faja, un giovane partecipante, in quali condizioni aveva realizzato il film dell’anno scorso, ‘La Principessa e la Luna’, sono rimasto stupito e mi sono convinto di nuovo del fatto che agli artisti albanesi basta un po’ di sostegno per poi fare dei veri miracoli". Così, prossimamente il Giffoni mira a portare un po’ di fortuna al cinema albanese in casa sua.

*Sofra è una tavola ovale, bassa attorno alla quale si mangia seduti per terra, di tradizione turca. In albanese c’è l’espressione "trovare la sofra apparecchiata" come simbolo di abbondanza nel ricevimento dell’ospite.

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