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Armenia: la mela rossa

In Armenia, la mela rossa, oltre ad essere un frutto, è un simbolo. Il simbolo della verginità delle ragazze. Nella tradizione armena le ragazze non devono avere relazioni sessuali con nessuno prima del matrimonio

05/06/2018, Armine Avetisyan - Yerevan

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Anna (il nome è inventato) e il suo fidanzato hanno studiato in una delle migliori università di Yerevan. Dopo un anno di fidanzamento, nel 2016, si sono sposati, ma il loro matrimonio è durato solo poche ore. "Allora avevo 22 anni. Avevamo organizzato un bellissimo banchetto nuziale e invitato circa 300 persone. Subito dopo la festa siamo andati a Tsakhkadzor, avevamo deciso di trascorrervi la nostra prima notte insieme lontani da casa, in un posto romantico, ma…", racconta Anna.

Subito dopo il primo rapporto sessuale, il marito di Anna si alzò per esaminare le lenzuola.

"Mio marito stava cercando delle tracce di sangue sulle lenzuola, sangue che doveva provenire dalla rottura dell’imene. Ma non c’era sangue. Ha iniziato ad urlare, a colpirmi e ad accusarmi di avergli mentito sul fatto che ero vergine. Mai avrei creduto che sarebbe potuto diventare una tal bestia. Io piangevo e giuravo che mai un uomo mi aveva toccato in vita mia, ma lui non voleva ascoltarmi”, continua Anna che aggiunge: "Ho passato tutta la notte a piangere sul pavimento. La mattina seguente siamo andati da un ginecologo perché controllasse se avevo ancora l’imene. Il dottore, dopo avermi visitata, disse che era ancora intatto, che ero ancora vergine, ma mio marito non gli credeva. Escludeva che ‘un uomo come lui’ potesse non essere riuscito a privarmi della mia verginità…".

Non riuscendo più a trovare vicinanza, Anna e suo marito divorziarono e lei tornò a Vanadzor, dalla sua famiglia.

"Essere una donna in Armenia è estremamente complicato. Sei obbligata a seguire la morale. Nonostante io non abbia avuto una normale vita familiare, adesso ho addosso il marchio di una donna sposata e divorziata, divorziata con disonore, dato che qualcuno nel quartiere ha creduto alle voci che non fossi più vergine. Nonostante io abbia solo 24 anni, non penso che mi sposerò di nuovo in futuro. In ogni caso, sono certa di non voler rimanere in Armenia”, dice Anna.

Le usanze forti

Nella tradizione armena, secondo la legge non scritta, la donna ha il diritto ad avere una vita sessuale solo dopo il matrimonio. Per la prima notte di nozze, deve ancora essere vergine. È obbligata a perdere la verginità solo con il marito legittimo.

"Quando avevo 18 anni, ero perdutamente innamorata di un ragazzo che non aveva una buona reputazione. Lo seguivo come fossi una matta e facevo qualunque cosa lui mi chiedesse. Mi ha chiesto di avere rapporti sessuali con lui e io ho ceduto. A 23 anni mi sono innamorata di un altro ragazzo. Stavamo organizzando il nostro matrimonio quando gli ho raccontato il mio passato. Il matrimonio è stato cancellato", racconta Lilit (il nome è di invenzione), di trent’anni.

Lilit si è trasferita a Yerevan da Gyumri. Lavora in un’azienda informatica ed è considerata una specialista. Si è sposata due anni fa e adesso sta aspettando il suo primo figlio.

“Mio marito si è trasferito da Gorismany a Yerevan un anno fa. Quando abbiamo iniziato ad uscire insieme, ho iniziato a raccontargli della mia pazza vita da diciottenne. Ero certa che avrebbe capito, ma in un angolo del mio cuore temevo che mi avrebbe lasciata dicendo ‘non mi servi senza l’imene’", racconta Lilit scherzando.

Il marito di Lilit non ha avuto problemi con il fatto che lei ha avuto un altro uomo oltre a lui. Non ha nemmeno voluto chiarimenti o sapere se si è trattato di uno o più uomini. Ha solamente detto di amare Lilit e che tutto il resto non era importante.

"Nonostante mio marito sia molto tranquillo da questo punto di vista, mia suocera è molto tradizionale. Se mio marito le desse il permesso, lei andrebbe sicuramente alla ricerca di tracce del mio imene sulle lenzuola. Fortunatamente mio marito glielo ha impedito dicendole che era tutto a posto. Mia suocera ha interpretato questo come un segno della mia verginità ed ha inviato ai miei genitori la mela rossa armena".

Anche negli anni successivi al crollo dell’Unione Sovietica, la madre dello sposo, dopo aver verificato che la sposa fosse vergine, mandava un vassoio di mele rosse alla famiglia della sposa. In questo modo, la suocera esprimeva la sua gratitudine alla famiglia della sposa che ha consegnato al marito una donna “pulita”, cioè vergine, e la moglie della sposa offriva a vicini e a conoscenti i frutti per dimostrare, a sua volta, la verginità della figlia.

"La vita è cambiata a Yerevan negli anni più recenti. Non tutti mandano davvero queste mele. Non è più strettamente necessario che la donna sia vergine, ma solo la moglie e il marito devono essere a conoscenza del ‘grande segreto’. Devono discutere di questo problema, ci sono infatti ancora parecchie suocere che continuano ad essere contrarie a lasciare che i figli sposino donne non più vergini”, dice Lilit, aggiungendo che nella sua città di origine, Gyumri, è decisamente diverso.

Secondo le parole di Lilit, pochi anni fa, il suo vicino ha addirittura mostrato ad alcuni ospiti le lenzuola degli sposi, fiero di poter dimostrare che la moglie di suo figlio era realmente vergine.

Il test della verginità al microscopio

"Talvolta capita anche che si verifichino casi di giovani donne che vengono portate in ospedale per verificare se sono vergini o meno", racconta l’ostetrica e ginecologa Naira Vardanyan. Secondo la dottoressa, le ragazze sono per lo più accompagnate dalle madri o dalle suocere e nella maggior parte dei casi arrivano da piccoli villaggi.

"Una volta ho anche assistito ad uno strano incidente quando una ragazza è stata portata in ospedale dai suoi fratelli. La sua famiglia voleva che si sposasse contro il suo volere, ma lei ha confessato di avere un fidanzato e di avere già avuto rapporti con lui. L’abbiamo visitata e abbiamo scoperto che ormai non era più vergine. Se ne sono andati, ma il giorno dopo sono tornati per scoprire come avremmo potuto ricostruire e rimettere a posto il suo imene", racconta Naira Vardanyan.

Le false vergini

Nonostante essere vergini sia diventato con il tempo meno importante, molte ragazze hanno preferito sposarsi come vergini a costo di fare carte false. Sebbene il ripristino dell’imene non sia un’operazione vietata in Armenia, in alcuni ospedali questo tipo operazione viene fatta in segreto. "Soprattutto le ventenni richiedono di essere sottoposte a questo tipo di operazione. Ragazze con livelli di istruzione piuttosto bassi che arrivano qui già al corrente di come funziona la procedura, sapendo come l’intervento viene svolto e quanto dovranno pagare", racconta una dottoressa che preferisce restare anonima.

Ci sono due modi per ripristinare l’imene: uno temporaneo e uno più a lungo termine. Quello temporaneo rimane solitamente per 7 giorni e costa da 50 a 100.000 dram (circa 176 euro). L’altro, non ha una scadenza precisa ma tende a rompersi nel momento in cui la donna decide di avere rapporti e costa circa 200.000 dram.

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