Ancora veleno radioattivo nel distretto di Pcinj
Fino a oggi solo in una località della Serbia sono stati rimossi i residui radioattivi dei proiettili NATO.
Di Ivan Arandjelovic – ("Danas", Belgrado 14 novembre 2003)
traduzione di Luka Zanoni – per Notizie Est, 18 novembre 2003
I proiettili all’uranio impoverito che durante i bombardamenti della NATO sono stati gettati sul territorio dell’allora Jugoslavia, fino a oggi sono stati rimossi solo in due località del nostro paese: una si trova in Montenegro e l’altra in Serbia, Kosovo e Metohija escluso. I residui contaminati di queste bombe, che rappresentano ancora un pericolo e un rischio per la salute della gente e per l’ambiente, si trovano nel distretto di Pcinj. Mentre il territorio del Kosovo e Metohija è una storia a sé, dal momento che su quella zona la NATO ha lanciato il maggior numero di proiettili all’uranio impoverito e fino ad ora nessuna quantità di quel veleno radioattivo è stata rimossa.
Secondo i rapporti ufficiali dell’Alleanza atlantica che sono stati consegnati nel 2001 all’Esercito jugoslavo, ma anche secondo gli esperti locali, durante i bombardamenti della NATO sono stati lanciati proiettili all’uranio impoverito in cinque luoghi del Sud della Serbia e precisamente nei villaggi che appartengono ai comuni di Vranje, Bujanovac e Presevo. Si tratta dei siti di Bratoselci, Borovec 1 e 2 che si trovano nei dintorni di Bujanovac, la località Reljan non lontano da Presevo, e Plackovica vicino a Vranje. A Nord del distretto di Pcinj, a dispetto delle frequenti speculazioni, non ci sono state attività con munizioni all’uranio impoverito.
Di tutte le ubicazioni nominate, lo smaltimento dei rifiuti radioattivi dei proiettili della NATO è iniziato lo scorso anno ed è stato portato a termine quest’anno solo nella località di Bratoselci, che si trova a 500 metri dal centro di un villaggio omonimo nei dintorni di Bujanovac. Su tutto il territorio dell’Unione della Serbia e Montenegro questo è solo il secondo luogo in cui è iniziata la decontaminazione, considerando che questo tipo di procedura è stata eseguita in precedenza a Punta Arza nelle Bocche di Cattaro. In questi giorni lo smaltimento dei residui radioattivi dei proiettili della NATO a Bratoselci volge al termine e gli ufficiali militari affermano che tutto il territorio di suddetto villaggio è stato dettagliatamente controllato ed ora è completamente sicuro.
I rappresentati del Ministero della Repubblica per la difesa ambientale e le risorse naturali con a capo il ministro Andjelka Mihajlov, così come gli alti comandanti dell’Esercito della SM guidati dal Capo di stato maggiore, gen. Branko Krga, di recente hanno fatto visita al sito di Bratosleci e in quella occasione hanno espresso la loro soddisfazione per il compimento di questo importante lavoro. Durante la visita, una squadra di esperti dell’Istituto di scienze nucleari Vinca e la Direzione ABHO dell’Esercito della Serbia-Montenegro, hanno dimostrato agli ospiti presenti il modo in cui sotto le zolle di terra si scoprono, si dissotterrano e smaltiscono i proiettili penetranti arricchiti con uranio. La maggior parte di questo lavoro si fa a mano, ossia con l’ausilio di piccole palette, mentre per il risanamento della terra contaminata è necessario utilizzare delle grandi ruspe dell’esercito e i muletti.
Un imprescindibile strumento di questo lavoro sono i sensibili detector, le cui sottili lancette reagiscono anche al minimo aumento della radioattività. Secondo le parole del direttore dell’intero progetto di smaltimento dell’uranio impoverito nella località di Bratoselci, il colonnello Predrag Manojlovic, la "pulizia" di questo terreno dura già da due mesi e l’intero lavoro è stato svolto in due fasi. In questa località, afferma il colonnello, stati smaltiti tutti i proiettili penetranti arricchiti con elementi radioattivi e ora rimangono da compiere solo verifiche dei dettagli dell’intero terreno e il risanamento di eventuali falle.
Con lo smaltimento dei residui contaminati dei proiettili della NATO nella zona del villaggio di Bratoselci è stato risolto un problema molto serio e una enorme preoccupazione della popolazione locale. I bombardieri dell’Alleanza atlantica nel 1999 hanno colpito tre volte questa zona. L’equipe di esperti dell’esercito della Serbia-Montenegro e l’Istituto Vinca hanno arato 5.800 metri quadri di questo terreno, hanno trovato e smaltito 311 proiettili penetranti con circa cento chili di uranio impoverito e hanno portato via poco meno di tre tonnellate di terreno contaminato – ha spiegato il colonnello Manojlovic. L’intera zona del villaggio Bratoselci è formata da colline dove crescono cespugli e rovi. Il motivo per cui i bombardieri della NATO hanno colpito queste colline con proiettili all’uranio impoverito è dato dal fatto che nel 1999 proprio qui erano dislocate le unità di difesa dell’Esercito jugoslavo, ossia cannoni, carri armati e altre macchine che, per la loro distruzione, richiedono molto di più delle semplici bombe. Secondo il rapporto ufficiale della NATO, sulla zona del villaggio di Bratoselci sono stati gettati 1.200 proiettili all’uranio impoverito, mentre gli esperti locali vi hanno trovato i residui contaminati di 311 bombe. Probabilmente non si saprà mai quale dei due team di esperti ha sbagliato nel fare le valutazioni, così come sotto copertura del segreto militare rimarrà per sempre il numero dei proiettili dell’Alleanza atlantica che non è caduto sul terreno, cioè che ha centrato l’obiettivo giusto.
Nel villaggio di Bratoselci in questi giorni i militari del corpo di Pristina dell’Esercito della SM inizieranno a spianare il terreno che è stato dissodato, mentre i recinti di protezione che impediscono l’accesso e il passaggio sul terreno contaminato verranno tolti fra circa due settimane, cioè appena arriveranno le analisi positive del territorio. Il capo di stato maggiore dell’esercito della Serbia-Montenegro, gen. Branko Krga, ha detto durante la soprannominata visita che a Bratoselci ancora una volta è stato dimostrato come i membri del nostro esercito siano pronti e capaci di compiere questi compiti e altri compiti analoghi. Il generale Krga ha ricordato che è di grande importanza iniziare adesso i preparativi necessari per la "pulizia" delle quattro località rimanenti del distretto di Pcinj, in modo tale che tutto sia pronto per l’inizio dei lavori concreti nella primavera prossima.
###### Riquadro ##########
Per una completa decontaminazione servono 100 milioni di dollari
Il ministro per la protezione dell’ambiente, Andjelka Mihajlov, ha detto durante la recente visita al comune di Bujanovac che per lo smaltimento dei proiettili penetranti radioattivi nei siti di Borovec 1 e 2, Reljan e Plackovica saranno necessari circa cento milioni di euro. Il ministro ha confermato inoltre che il denaro per questa "pulizia" è già stato previsto nella bozza della finanziaria per il 2004, che il governo della Serbia ha inviato al Parlamento. Commentando le eventuali conseguenze dannose che l’uranio impoverito potrebbe avere sulla salute degli abitanti del comune di Bujanovac, il ministro Mihajlov ha detto che solo le persone che nel momento dei bombardamenti si trovavano vicino al luogo in cui sono caduti i proiettili e che hanno inalato le polveri radioattive subiranno sicuramente delle conseguenze per la salute. Invece, il fatto che il veleno radioattivo delle bombe sia rimasto tre anni nel terreno del villaggio di Bratoselci, spiega il ministro, non rappresenta un pericolo per la popolazione locale.
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