Amministrative in Croazia, test per le politiche
Domenica 21 maggio si sono tenute le elezioni amministrative in Croazia. I principali risultati delle contee e dei comuni più importanti, in attesa del ballottaggio del prossimo 4 giugno
Erano state presentate come un test in vista di un eventuale voto anticipato su scala nazionale e, proprio per questo, i principali partiti politici croati, ieri sera, si sono detti tutti soddisfatti dei risultati emersi dalle elezioni amministrative tenutesi domenica in tutto il paese. È contento il Primo ministro Andrej Plenković, alla guida del fronte conservatore Hdz, malgrado la cocente sconfitta a Zagabria. Ed è appagato anche il Partito socialdemocratico (Sdp), all’opposizione in parlamento, così come nella maggior parte delle contee (o regioni) croate. In questo clima da vittoria diffusa, per trarre delle linee di tendenza (e magari dei pronostici) in vista delle future legislative, è dunque necessario procedere caso per caso, analizzando le principali sfide svoltesi domenica e dalle quali emergerà un vincitore definitivo soltanto dopo il ballottaggio del 4 giugno.
Contee
Innanzitutto, a livello regionale (o delle contee), si conferma la spaccatura politico-geografica tipica della Croazia: i conservatori si assicurano gran parte della Slavonia e praticamente tutte le unità territoriali della Dalmazia, dove l’avversario da battere era Most più che l’Sdp. Al secondo turno, l’Hdz dovrebbe insomma portare a casa 13 contee. Ai progressisti va invece la regione di Fiume, quella di Zagabria e alcune amministrazioni nel Nord del paese: sei in totale, salvo sorprese il 4 giugno. Fa storia a parte, infine, l’Istria, dove vince ancora una volta (e direttamente al primo turno) la Dieta democratica istriana. Valter Flego, presidente (župan) in carica dal 2013 è rieletto con quasi il 66% dei voti. Per concludere, a livello regionale l’Hdz di Plenković resiste e mantiene il suo controllo sulla maggior parte delle venti contee croate.
Zagabria
Più complicata, invece, la situazione a livello comunale, a cominciare dalla città di Zagabria, considerata la ventunesima contea del paese. Qui, l’Hdz incassa una pesante sconfitta, che annuncia nuove grane per il Primo ministro. Il suo candidato sindaco, Drago Prgomet, si è fermato al 5,6%, arrivando in quinta posizione e facendosi superare persino da Bruna Esih (11%), candidata dell’estrema destra e sostenuta da Zlatko Hasanbegović, ex falco dell’Hdz recentemente espulso dal partito. Se è vero che nella capitale croata l’Hdz non ha mai realizzato buoni risultati a partire dal 2000 (ma prima ha avuto anche dei sindaci), questa volta il flop di Prgomet è sinonimo di una spaccatura nell’elettorato conservatore. “Qualcuno nel partito ha detto di votare per Esih”, ha infatti lamentato ieri sera il candidato sconfitto. E Hasanbegović, l’ex ministro della Cultura che Plenković ha voluto allontanare dal partito, ha intanto annunciato che estenderà a livello nazionale il suo esperimento zagabrese.
La capitale croata andrà dunque al ballottaggio senza esponenti dell’Hdz e a contendersi il posto di sindaco saranno il primo cittadino uscente Milan Bandić – in carica quasi ininterrottamente dal 2000 e noto per i diversi scandali di corruzione che lo coinvolgono regolarmente (nel 2014 fu arrestato e liberato in cambio di una cauzione da 2 milioni di euro) – e Anka Mrak Taritaš, esponente del Partito popolare croato (Hns) ed ex ministra del governo di Zoran Milanović (Sdp). Da registrare anche il buon risultato del movimento cittadino ed ecologista “Zagreb je naš!” (Zagabria è nostra!) che ottiene quasi l’8% dei voti ed entra in consiglio comunale (ma il candidato sindaco si ferma sotto il 4%). I complimenti a “Zagreb je naš!” sono arrivati in serata anche da Belgrado, da parte dagli attivisti di “Ne Da(vi)mo Beograd”, impegnati su posizioni simili.
Spalato
A Spalato, seconda città del paese, si assiste al ritorno dell’imprenditore locale Željko Kerum, proprietario della catena di supermercati “Kerum” e già sindaco del capoluogo dalmata tra il 2009 e il 2013. Con il 30% dei suffragi, quest’imprenditore locale si qualifica per il secondo turno, assieme al candidato dell’Hdz Andro Krstulović Opara (26%). Difficile immaginare a chi andranno i voti della terza classificata Marijana Puljak (20%), leader del movimento progressista “Pametno” (Intelligente). Nato come un’iniziativa di quartiere proprio a Spalato, Pametno dovrà accontentarsi del maggior numero di consiglieri comunali ottenuti e del fatto di avere per la prima volta dei rappresentati al consiglio regionale.
Fiume
Roccaforte dei socialdemocratici, Fiume conferma il primo cittadino Vojko Obersnel (Sdp) con oltre il 40% dei voti. In carica dal 2000, Obersnel dovrà comunque sottoporsi al ballottaggio contro Hrvoje Burić (ex Hdz) che ha realizzato un magro 17%, ma l’esito pare scontato. Ieri sera, oltre alla festa al quartier generale del sindaco che i sondaggi della vigilia davano attorno al 30%, a Fiume celebravano anche i sostenitori del Rijeka, la squadra di calcio locale che per la prima volta nella sua storia ha vinto uno scudetto. Una serata che ha messo dunque fine agli 11 anni di monopolio della Dinamo Zagreb, ma non al regno quasi ventennale di Obersnel.
Osijek
Al ballottaggio, andranno poi anche Osijek, dove il sindaco uscente Ivan Vrkić (indipendente, ma sostenuto anche dall’Sdp) ha ottenuto il 37% dei voti contro il 17% di Ivan Šojat (Hdz), Zara, dove Branko Dukić (Hdz) ha sfiorato la vittoria secca fermandosi al 46% contro Sabina Glasovac (22%), e Dubrovnik, dove Mato Franković (Hdz), fermo al 32%, sfiderà Valentin Dujmović (16%).
Isole
Sempre in Dalmazia, il “movimento delle isole” (“Pokret Otoka”), nato con l’obiettivo di proporre uno sviluppo sostenibile per le isole croate, è riuscito ad entrare in diversi consigli regionali, e nella città di Starigrad (Cittavecchia) e Hvar (Lesina), sull’omonima isola, due candidati sindaci sostenuti da Pokret Otoka sono riusciti a qualificarsi per il secondo turno. “Un piccolo miracolo che speriamo si concretizzi il 4 giugno”, commenta Maja Jurišić, economista di formazione ed una delle fondatrici del movimento.
Vukovar
Tra le città simboliche, infine, Vukovar resta saldamente nelle mani dell’Hdz, con l’attuale primo cittadino, Ivan Penava, che incassa il 61% delle preferenze già al primo turno, mentre il partito potrebbe perdere Knin, al centro in questi ultimi due anni di celebrazioni e polemiche attorno all’anniversario dell’operazione Oluja (Tempesta). L’ex sindaca Josipa Rimac (Hdz) si è fermata al 39% contro un sorprendente Marko Jelić (indipendente) che ha incassato oltre il 48% dei voti. “Se facciamo ripartire l’economia, non parleremo più di partigiani, ustascia e cetnici”, aveva dichiarato Jelić alla vigilia del voto. Il ballottaggio del 4 giugno dirà se Knin volterà davvero pagina.
Sulla base dei risultati del secondo turno, inoltre, il Primo ministro Andrej Plenković deciderà come risolvere la crisi politica iniziata con la rottura tra l’Hdz e Most. Si procederà ad un rimpasto di governo o saranno indette nuove elezioni? Secondo la stampa croata, il secondo scenario è per il momento più probabile.
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