Alla Romania la Palma d’Oro
A Cannes vince il regista Cristian Mungiu con il film ”4 mesi, 3 settimane e 2 giorni”. E la vivacità del periodo attraversato dal cinema rumeno è confermata da Cristian Nemescu che si è aggiudicato la sezione parallela ”Un certain regard”
La Romania vince il Festival del cinema di Cannes. Il crudo "4 mesi, 3 settimane e 2 giorni" di Cristian Mungiu ha meritatamente vinto la Palma d’Oro del sessantesimo. "California Dreamin’ (Senza fine)" di Cristian Nemescu si è aggiudicato la sezione parallela "Un certain regard". Un en plein solo in parte previsto per uno dei Paesi attualmente più vivaci non solo d’Europa.
La giuria presieduta dal regista inglese Stephen Frears ha premiato storie piccole produttivamente, senza grandi star e che toccano temi delicati come la morte, il lutto e la colpa.
Fuori dai giochi cineasti onusti di premi come i Coen e Kusturica ("Promise Me This" è divertente ma sotto i suoi standard) o il grande dimenticato dalle giurie Alexander Sokurov ("Alexandra", con una nonna russa che va in Cecenia a trovare il nipote soldato in guerra, era l’altro titolo che spiccava sugli altri nella competizione), la Palma d’oro è andata a un film che mette in scena con realismo e crudezza l’aborto di una giovane studentessa confortata da un’amica.
"Vivo una favola – ha detto il regista sul palco – Un anno fa non avevo ancora l’idea per il film, sei mesi fa non avevo i soldi per farlo. Mi sarebbe bastato essere qui in qualsiasi modo, invece sono stato premiato per una storia in cui credo molto. Il premio è la prova che non servono grandi budget o grandi star per fare dei film che la gente vuole vedere".
Il riconoscimento gli è stato consegnato da un’entusiasta Jane Fonda, che sabato sera aveva ritirato una Palma speciale alla carriera. Mungiu è stata la sola vera sorpresa di un concorso al di sotto delle attese della vigilia.
Il premio per la migliore sceneggiatura, in delicato equilibrio fra dramma e ironia, è andato al turco tedesco Fatih Akin per "Auf der anderen seite", un melodramma a sei personaggi sospeso tra due culture. Un invito all’apertura all’altro e al dialogo. Akin, già autore de "La sposa turca", ha ricevuto anche il premio della giuria ecumenica.
L’altra sorpresa da Bucarest è l’esordio "postumo" di Cristian Nemescu, "California Dreamin’ (Senza fine)" dal titolo della celebre canzone. Il regista, segnalatosi già con alcuni corti molto belli, è morto a soli 26 anni in un incidente stradale nello scorso agosto, poco dopo aver terminato le riprese del film che è stato montato secondo i suoi desideri.
Il risultato è una pellicola corale di due ore e mezzo molto intensa. Cinque giorni in un paesino della Romania nel maggio 1999, durante i bombardamenti Nato sulla Serbia. Un treno con attrezzature dell’esercito americano deve transitare, ma il sindaco del villaggio non gli concede il permesso in assenza di un’autorizzazione scritta. I marines si fermano in paese, tra feste e ragazze con il sogno di andare a vivere negli Usa. Per la giovane Monica è l’occasione per crescere e capire che desidera nella vita smontando le false illusioni. Per suo padre, che dominava il villaggio con la sua arroganza, è il momento della resa dei conti. Nemescu aveva senso della leggerezza e del tragico, della fantapolitica e dei piccoli dettagli. Il film lascia un senso di fiducia che la morte prematura dell’autore un po’ leva.
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