Albania: ritardo su rotaia
A Durazzo e Tirana vive la maggior parte della popolazione albanese, 1,5 milioni di abitanti. Ma il collegamento ferroviario tra le due città è disastroso. Nonostante gli investimenti fatti. Una nostra traduzione
Di Arben Keci, Koha Jone, 30 aprile 2006 (tit. orig.
Aksi Durres Tirane ne optiken e hekurudhave shqiptare)
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Marjola Rukaj
Sono passati ormai 10 anni da quando è stato intrapreso il primo passo per l’ammodernamento dell’asse ferroviario Durazzo-Tirana. Si trattava inizialmente di un prestito del governo italiano, di 7 miliardi di lire, e dopo di 1miliardo di dollari della Banca Mondiale, per rendere possibile la ristrutturazione del tratto ferroviario da Shkozet (Durazzo) a Tirana. Sembrava che le cose cominciassero ad andare per il meglio.
Però stranamente, a dare un’occhiata al presente, si nota che siamo allo stesso punto di 10 anni fa e forse siamo anche peggiorati. Recentemente si è cominciato di nuovo a parlare con insistenza dell’ammodernamento del servizio ferroviario sull’asse Durrazzo-Tirana. Se ne è discusso in tutti gli ambiti, ma pochissimo in quello ferroviario. Cercando di adoperare un linguaggio professionale semplificato, vorrei brevemente fare un commento dal punto di vista di uno specialista delle ferrovie albanesi.
Lo stato albanese ha effettivamente disposto degli investimenti per le ferrovie e non si è trattato affatto di somme esigue. Questo però è stato dimenticato e gli investimenti appaiono come uno spreco inutile che non pare produca frutti adeguati. Tale fenomeno non è nell’interesse di nessuno. Citerei il detto popolare, pietra su pietra per costruire il muro. E’ così che avrebbe dovuto continuare la costruzione. Gradualmente ogni anno, grazie a fondi annuali e ad altri provvedimenti, il quadro avrebbe dovuto completarsi. Solo così avremmo potuto ultimare le nostre opere, forse lentamente, ma in modo sicuro.
I treni leggeri costituiscono l’unica soluzione dell’asse Durazzo-Tirana. Nell’area delle nostre due città principali oggi vive quasi la metà della popolazione del paese, quindi circa 1.5 milioni di abitanti. In quest’area dallo sviluppo metropolitano, l’unica cosa a non aver subito alcun cambiamento, penso sia il servizio dei trasporti ferroviari. Di giorno in giorno il problema diventa sempre più acuto e la soluzione richiede maggiore attenzione.
Rimasto identico a trenta anni fa, il sistema non può offrire più niente. Invece di migliorare pare che si stia deteriorando ulteriormente, rendendo palese il bisogno di un intervento da parte delle autorità. Praticamente a fianco alla ferrovia si trova la superstrada costruita solo pochi anni fa. L’afflusso dei mezzi di trasporto in questo tratto di strada è cresciuto a ritmi inverosimili giorno dopo giorno, però non vi è alcun segno di compenso di questo flusso con il trasporto su rotaie.
Parzialmente anche la superstrada dà segni di deterioramento e la questione della sua manutenzione sta diventando preoccupante. Grazie alla comodità che essa assicurava, all’inizio abbiamo creduto che la distanza tra le due città si sarebbe dimezzata. Ma non è stato così. A poco a poco ci stiamo rendendo conto che neanche questa era una soluzione, poiché ogni giorno la coda del traffico si allunga sempre più, tanto che potrebbe anche avvicinarsi alla situazione della vecchia strada. Ma meglio tardi che mai anche per rimediare le delusioni. L’esperienza dimostra che in casi del genere è assolutamente necessario l’intervento dei trasporti ferroviari. Ma naturalmente non aiutano le condizioni attuali. Infatti ci siamo trovati impreparati ad affrontare questa situazione, e tanto meno a trarne un eventuale profitto.
L’inserimento dei treni leggeri su questo asse è già troppo in ritardo. Le esperienze di altri paesi dimostrano che tale inserimento nel nostro sistema ferroviario generale, e particolarmente nell’asse Durazzo-Tirana, è la soluzione ideale. La composizione di un movimento di andata e ritorno ad alta frequenza tra le due città con questi treni, farebbe sì che una parte cospicua del traffico della superstrada si trasferisse su rotaia.
Il tempo impiegato nel viaggio si ridurrebbe al punto da unire le due città. Andando oltre vorrei rendere pubblico che i treni nelle condizioni attuali con i loro incassi riescono a coprire solo il 25 % delle spese operative e a volte non coprono neanche le spese del carburante. Secondo i calcoli, con l’assunzione di treni a tecnologia leggera al posto di quelli attuali, l’azienda Ferrovie albanesi riuscirebbe a ridurre le spese operative variabili di 0.75 milioni di euro l’anno. Dall’inserimento di questi treni nell’asse Durazzo Tirana gli introiti si pensa di poterli come minimo raddoppiare.
Si tratta solo di migliorare il servizio ferroviario dell’asse Durazzo-Tirana, non di ammodernarlo. Le ferrovie si sviluppano pari passo con le società in cui si trovano essendo parte integrante del sistema unico dei trasporti. Riferendosi alla realtà sarebbe troppo ottimistico, per non dire incredibile, che in una società come la nostra si possa giustificare dal punto di vista economico un investimento di ammodernamento dell’asse Durazzo-Tirana. Tornando coi piedi per terra c’è da ammettere che anche per molti anni da noi sarà necessario osservare il forte carattere sociale nei confronti dei clienti delle nostre ferrovie. Di conseguenza l’azienda Ferrovie albanesi offrirà anche per molto tempo prezzi bassi e sottocosto. Non c’è bisogno di dire che la questione dell’ammodernamento da noi merita di essere trattata con cautela.
D’altra parte abbiamo una rete ferroviaria che offre generalmente velocità basse e molti problemi da risolvere. In queste circostanze l’ammodernamento di solo una parte del sistema comporterebbe il suo isolamento dal resto dell’insieme e una complicazione ulteriore del suo funzionamento come unità isolata. Sarebbe quindi ragionevole e necessario un miglioramento del servizio nell’asse Durazzo-Tirana e non esattamente un suo ammodernamento. Quest’ultimo implicherebbe la costruzione di una parte della Durazzo-Shkozet, gli 8 km all’entrata di Tirana, la ricostruzione degli edifici delle stazioni, e l’inserimento di tre coppie di treni a tecnologia leggera. In altre parole in questo modo si potrebbero raggiungere a basso costo i parametri che pretendiamo siano raggiungibili solo dall’ammodernamento dell’intero sistema.
Il tutto per un investimento di 20-25 milioni di euro. Le Ferrovie albanesi tutto sommato possono rendere possibile l’approvvigionamento per poter avviare il progetto nell’arco di pochi anni. Si dovrebbe procedere gradualmente sfruttando i fondi annuali degli investimenti, i vantaggi che comportano miglioramenti e adeguamenti della legislazione, gli accordi potenziali con altre aziende di ferrovie, per fare in modo di farlo pesare il meno possibile sul budget statale.
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