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Albania: Nano e Meta nuovamente ai ferri corti

Si riapre il contrasto tra Fatos Nano ed Ilir Meta, i due leader principali del partito socialista nonché premier e vice premier. Sullo sfondo le elezioni amministrative previste per l’autunno prossimo.

15/07/2003, Artan Puto - Tirana

I media albanesi nei giorni scorsi si sono concentrati sull’ultimo conflitto intestino al partito socialista al governo, in particolare tra l’attuale primo ministro Fatos Nano ed il suo vice Ilir Meta. In un certo senso si tratta della seconda puntata di una diatriba iniziata l’anno scorso quando Fatos Nano fu nominato primo ministro dopo aver ottenuto le dimissioni del primo. Allora, in segno di riconciliazione, Nano aveva invitato Meta a prendere parte al nuovo governo occupando il posto di vice premier e di ministro degli esteri.
I rapporti tra i due big del Partito Socialista albanese sono nuovamente tornati difficili dopo che Meta ha inviato una lettera alla direzione del partito criticando la gestione del paese nell’anno di governo Nano. Da un lato Meta appoggia la lotta del governo contro il traffico illecito di persone e contro il terrorismo, dall’altra il vice premier accusa il primo ministro di rallentare le riforme nel paese rallentando il processo di integrazione dell’Albania nell’UE. Definendo Nano "arrogante" e "demagogo", Meta lo accusa di nepotismo, di aver usurpato il governo e di svuotare di senso la direzione del partito togliendole spazio decisionale.

Il ministro degli esteri ha denunciato la corruzione galoppante dell’amministrazione e criticato pesantemente le ultime nomine di cinque vice ministri considerati persone della cricca di Nano. Nella sua lettera, discussa durante due lunghissime sedute del direttivo del partito socialista sabato 28 ed lunedì 30 giugno, Meta ha evidenziato i tentativi di Nano violare l’indipendenza dei mezzi di informazione e mettendoli sotto il suo controllo personale. Prima del comitato direttivo il primo ministro Fatos Nano aveva cercato un compromesso con Meta ma il loro breve incontro non aveva portato nulla di concreto.

Secondo il quotidiano Korrieri (2.07.2003) nella riunione che si svolta a porte chiuse, Nano ha messo Meta davanti a due alternative: dare le dimissioni oppure ritirare le accuse. Al comitato direttivo poi Nano ha ricambiato le critiche al suo vice affermando: "I risultati ottenuti dal ministro degli esteri sono stati minimi. Durante i negoziati con l’UE ha mostrato scarsissimo impegno. Durante gli 11 mesi da ministro degli esteri a parte gli incontri multilaterali a cui era costretto a partecipare, Meta è riuscito ad organizzarsi solo 3 visite ufficiali a Mosca, Belgrado e Kiev" (Korrieri: 2.07.2003).

Meta ha replicato che non darà le dimissioni perché così facendo otterrebbe solo il rafforzamento del potere personale di Nano dentro il partito. Alla fine della riunione del direttivo del partito socialista è stata approvata una risoluzione considerata dalla stampa come "un ritiro temporaneo dei due gruppi rivali e un compromesso in vista delle elezioni locali dell’ottobre 2003 e un periodo di preparazione alla resa dei conti finale al congresso del partito che si terrà nel dicembre 2003, durante il quale verrà eletto il capo del partito" (Panorama: 2.07.2003). La risoluzione dà la fiducia al governo Nano, ma non esclude la possibilità di cambiamenti nelle strutture: "Si prevedono cambiamenti alle Finanze, Energia, Infrastrutture e Turismo" scrive Panorama (2.07.2003).

Nel gennaio del 2002, Meta aveva dato le dimissioni da primo ministro perché era stato messo sotto pressione dalla direzione del partito socialista. Meta era accusato a sua volta di avere rapporti fraudolenti con imprenditori albanesi e di aver fatto abuso di potere. Il conflitto allora era stato aperto da Nano che diceva di voler "eliminare dal partito le pratiche diffuse come l’abuso di potere e di voler lottare contro la corruzione dell’amministrazione pubblica". Molti allora videro in questa mossa di Nano un modo per riaffermare la propria leadership dentro il partito che rischiava di perdere con Meta libero di agire in mondo autonomo. Il dialogo con l’opposizione per eleggere consensualmente il Presidente della Repubblica nel giugno di 2002 spingeva Nano e Meta ad un accordo. La tregua tra i due creava le condizioni per formare nel settembre 2002 un governo di compromesso tra i due gruppi rivali dentro il partito socialista secondo il quale Nano diventava primo ministro e Meta vice premier e ministro degli esteri.
In tutta questa vicenda, secondo Panorama, il leader dell’opposizione del Partito Democratico Sali Berisha è rimasto "spettatore" affermando di essere interessato solo ai problemi del suo partito. Secondo Korrieri (2.07.2003) Berisha, che circa un anno e mezzo fa aveva appoggiato Nano per far cadere il governo Meta, segue con calma l’ultimo conflitto dentro il Partito Socialista per capire meglio la portata degli ultimi avvenimenti e per calcolare quali sarebbero le possibilità di vittoria del PD, da lui guidato, nelle elezioni dell’ottobre 2003. Dopo l’elezione del Presidente della Repubblica Moisiu nel giugno dell’anno scorso, il leader dell’opposizione di destra ha accettato, d’accordo con il premier Nano, di seguire la strada della stabilità politica del paese. Cosi facendo Berisha vuole dare agli osservatori internazionali l’impressione che l’opposizione sia interessata alla stabilità e all’integrazione del paese nell’Unione Europea. Tuttavia, Berisha ha dimostrato in varie occasioni di essere un politico che cambia velocemente strategie e che combina momenti di calma con quelli di furore politico. Con l’inizio del 2003, l’avvicinarsi delle elezioni municipali ha spinto il capo del PD ad abbandonare la strategia della moderazione per lanciarsi all’attacco del governo socialista accusandolo di essere "un governo corrotto, con legami con il crimine organizzato e i traffici illeciti". Quindi a febbraio Berisha ha chiesto che il parlamento costituisse una commissione di indagine per verificare la gestione finanziaria del sindaco di Tirana Edi Rama ritenuto da tutti un candidato difficile da battere. Il rapporto della commissione parlamentare, guidata da un rappresentante dell’opposizione, è stata respinta coi voti della maggioranza socialista in parlamento.

Ci si aspetta che il clima politico alla vigilia delle elezioni amministrative previste per l’ottobre 2003 si infuocherà e oltre al permanente conflitto Nano-Berisha forse si aggiungerà anche un secondo polo di attrito quello tra Nano e Meta. "Fino alle elezioni amministrative e al congresso del partito socialista – scrive korrieri (2.03.2003) – ci aspettano altre battaglie tra i due rivali e tutti noi pagheremo il conto".

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