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Albania: mio figlio lo mando alla privata

E’ un fenomeno degli ultimi 10 anni: disordinato e prorompente. In Albania sono sempre più numerose le scuole private, di ogni ordine e grado. In questo nostro reportage un sistema pubblico allo sfascio, insegnanti che seguono le leggi di mercato e famiglie che mettono mano al portafogli

02/10/2012, Marjola Rukaj -

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Alma è madre di tre figli. Quest’autunno tutti e tre si troveranno sui banchi di una delle tante scuole private di Tirana. Alma è preoccupata. "Avremo grandi difficoltà a sbarcare il lunario" spiega "ma non abbiamo scelta". I costi mensili per ogni alunno si aggirano intorno ai 200 euro. Più della metà dello stipendio di Alma e di suo marito sarà speso per coprire i costi delle scuole private dei figli. Ciò che resta basterà appena per affrontare le spese quotidiane nel carovita della capitale albanese.

Orari confortevoli, meno studenti per insegnante, trasporto organizzato, le scuole private sono sempre più un’opzione preferibile per i bambini della classe media albanese. I giornali e le televisioni sono pieni di pubblicità di scuole dai nomi fantasiosi che invitano i genitori a iscrivervi i propri figli. Secondo i dati resi pubblici dal ministero dell’Istruzione albanese, sono circa 547 le scuole private nel paese balcanico, dal livello dell’asilo alle scuole superiori. Nonostante non vi siano dati accurati sulla frequentazione e quanto sia la percentuale delle scuole private sul totale, il fenomeno è tutt’altro che marginale da almeno 10 anni a questa parte.

La svolta capitalistica degli insegnanti

I bambini della classe media albanese iniziano la loro formazione scolastica sin dai primi anni di vita negli asili nido privati. I costi vanno dai 70 euro al mese per gli asili fino a una media mensile di 200 euro per le scuole medie e superiori. Stupisce che gli albanesi siano disposti a pagare cifre così alte e a prima vista poco abbordabili dato che lo stipendio medio nel paese, secondo i dati ufficiali, non supera i 300 euro. Ma a costringere molti genitori a spendere buona parte dei propri introiti per l’istruzione dei figli, oltre alla grande importanza che gli albanesi danno alla scuola, è il totale collasso che ha caratterizzato l’istruzione pubblica albanese dopo il crollo del regime.

"Mio figlio nella scuola pubblica non si è trovato bene. Erano in 40 in classe. E le insegnanti erano poco ricettive nei confronti delle esigenze dei bambini. Quindi abbiamo optato per la scuola privata" spiega Alma.

Nelle scuole private vi sono non più di 20 alunni per classe, le infrastrutture sono buone, e gli alunni sono seguiti anche dopo l’orario delle lezioni per poi essere riportati a casa dal trasporto privato delle scuole. "Noi lavoriamo a orario continuato, se non ci fossero le scuole private non saprei come avremmo fatto a seguire i nostri figli", spiega.

In realtà anche nella scuola pubblica vi è la possibilità di far seguire i propri figli meglio da parte degli insegnanti. Ma questo è faticoso e sempre costoso, dato che implica la frequentazione di numerosi corsi di integrazione che gli insegnanti della scuola pubblica offrono spesso illegalmente. “Nella scuola pubblica si paga lo stesso, se per ogni corso di integrazione uno deve pagare un minimo di 20 euro moltiplicato per tre o quattro materie e in più accompagnare i figli su e giù per la città, è più facile ottenere tutto direttamente in una scuola privata”, commenta Alma.

Gli insegnanti che prima degli anni ‘90 erano una rispettata parte della società socialista, con il crollo del regime si sono trovati a essere i più poveri tra i laureati, senza avere altri sbocchi, nell’Albania dell’inflazione e del consumismo.

Per tenere il passo, gli insegnanti hanno creato un sistema parallelo, fatto di corsi di integrazione, offerti privatamente, e illegalmente dopo la lezione, a volte arrivando a costringere i propri studenti delle scuole pubbliche a parteciparvi. Pressioni psicologiche, violenza verbale e qualità delle lezioni in caduta libera le conseguenze dirette del fenomeno.

Gli alunni delle scuole pubbliche si sono trovati a dover frequentare la scuola di mattina pro forma e di pomeriggio i corsi integrativi di tutte le materie principali a pagamento. Da tale sistema si sono attivate da circa una decina di anni le scuole private, che si prefiggevano l’obbiettivo di far contenti tutti, gli insegnanti, dando loro degli stipendi più dignitosi rispetto ai 12mila lek (circa 100 degli attuali euro) dell’istruzione pubblica, e gli alunni.

Disincanto e pagelle gonfiate

Ma il sistema privato non sembra essere la manna dal cielo per il sistema scolastico albanese. Ne parlo con due insegnanti che dopo aver lavorato per alcuni anni in diverse scuole private sono rientrati nel sistema pubblico.

“Insegnare in una scuola privata in Albania è come lavorare nel settore privato in qualsiasi altra professione in questo paese. Si è assolutamente in balia degli imprenditori. Quasi nessuno paga i contributi della pensione, e non si hanno diritti sindacali“, spiega Natasha un’insegnante di Scutari di mezza età.

Di norma gli insegnanti delle scuole private non aderiscono ad alcuna unione sindacale. Per loro come per altre categorie professionali nel settore privato, vige la regola: “Se ti piace resta sennò avanti il prossimo”.

L’Unione sindacale degli insegnanti è uno dei pochi sindacati di categoria in Albania che si sono visti riconoscere alcuni diritti negli ultimi anni. In seguito a vari scioperi gli insegnanti sono riusciti a far approvare lo stipendio minimo di 250 euro netti e di circa 500 euro netti per gli insegnati con più esperienza. “I privati non si sono adeguati, nessuno li può obbligare a rispettare la soglia minima“, spiega un insegnante di matematica di Tirana, anche egli rientrato a lavorare nel sistema pubblico scontento delle scuole private.

Inoltre un motivo di conflitto tra gli insegnanti e i proprietari delle scuole private sono i voti degli alunni. “Tutti noi sappiamo che chi è bravo nelle scuole pubbliche è bravo veramente. Le scuole pubbliche hanno più prestigio“, ripetono più volte gli insegnanti intervistati. “Nel privato si crea un meccanismo strano, i genitori e gli alunni pensano che avendo pagato per frequentare la scuola, siano legittimati anche a ottenere dei voti alti. Quindi non puoi mettere un 4, non puoi neanche mettere un 5. Posso dire di esser stata costretta a mettere dei 7 a studenti che nella scuola pubblica avrei bocciato di gran lunga. Questo è a dir poco frustrante”, spiega l’insegnante di Scutari.

Scuole di libero mercato

Negli ultimi giorni un comunicato stampa del ministero dell’Istruzione metteva all’erta tutti i genitori albanesi sulla scuola privata da scegliere per i propri figli. “Si prega di scegliere delle scuole private riconosciute“, detta il comunicato stampa. A piè di pagina si rimanda a dei criteri di ammissione e monitoraggio dell’istruzione pubblica emanati da un ente che però risulta essersi occupato finora solo di università private e mai di scuole private pre-universitarie.

Il solo fatto che il ministero dell’Istruzione albanese pubblichi un comunicato stampa mettendo all’erta i genitori sull’esistenza di scuole non in regola e non riconosciute dal ministero stesso la dice lunga sulla mancanza di efficienza con cui quest’ultimo sta gestendo il fenomeno.

Non vi sono neppure studi o ricerche che analizzino il fenomeno, niente dati statistici al riguardo, tranne quelli molto generici pubblicati da Open Data Albania.

Solo di recente nell’ambito del ministero dell’Istruzione e della Scienza è stato creato l’Ufficio dello sviluppo dell’istruzione privata (DZHAP) che monitora e approva l’istituzione e le attività delle scuole private. Ma da tali controlli e monitoraggi non risultano ad oggi provvedimenti presi contro scuole non a norma e non vi sono dati o relazioni sulle attività e sui risultati raggiunti dall’Ufficio.

Ciononostante le scuole private aumentano di anno in anno, pubblicizzano la loro attività come qualsiasi altra compagnia privata, e si comportano secondo le regole del libero mercato. E da ormai 10 anni costituiscono un fenomeno ben collaudato nel sistema scolastico albanese.

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