Albania: AIDS, questo sconosciuto
Non molti i casi di malati di AIDS in Albania. Ma secondo alcuni recenti studi si rischia una rapida propagazione del virus: scarse informazioni, bassa età media della popolazione, società discriminante i dati che preoccupano.
La settimana scorsa in Albania si è festeggiata la giornata internazionale della lotta contro l’AIDS. Per l’occasione presso il Ministero della sanità è stato presentato uno studio titolato "Le sfide dell’AIDS per i gruppi a rischio in Albania". Ricerca realizzata dall’Istituto per lo studio dell’opinione pubblica (Isop).
Ottanta pagine nelle quali – sulla base di interviste a gruppi ritenuti "a rischio" tra i quali ad esempio tossicodipendenti, omosessuali e prostitute – si presenta come la malattia venga percepita e quanto si rischi si estenda nel Paese.
Dalla ricerca emerge chiaramente come vi sia pochissima informazione in merito all’AIDS: sulle sue modalità di trasmissione, sui rischi che comporta. Molti la confondono addirittura con l’epatite. Si individuano anche alcuni elementi che, secondo i redattori della ricerca, favoriscono la sua diffusione. L’alta densità della popolazione, i forti movimenti interni al Paese, l’informazione limitata in merito all’AIDS, la giovane età media della popolazione albanese.
Lo studio inoltre sottolinea che tra i gruppi più a rischio vi è quello della popolazione appartenente alla comunità Rom, in particolare per il livello di vita molto basso al quale sono costretti e per il loro basso livello di scolarizzazione che influisce sull’ avere o meno informazioni utili sulla malattia.
"Sono 116 attualmente i cittadini albanesi che hanno contratto il virus" afferma Arjan Harxhi, medico presso la Clinica malattie infettive di Tirana " e finora sono 40 le morti accertate per AIDS". Harxhi nota inoltre che sino ad ora la maggior parte dei pazienti erano uomini ma negli ultimi due anni "vi sono stati anche alcuni casi di donne che hanno contratto la malattia".
"I nostri ospedali non sono pronti ad ospitare persone che hanno contratto il virus" spiega Harxhi. Tra i problemi maggiori la mancanza di antiretrovirali e l’assenza di qualsiasi sostengo psicologico ai malati. E se ci si procura i medicinali privatamente si può arrivare a spendere sino a 1000 dollari al mese.
Il dottor Hraxhi ha da poco pubblicato una ricerca sulla qualità della vita ed i diritti dei malati di AIDS. Da quest’ultima emerge come i malati si sentano fortemente discriminati e questo spesso li spinge a non rendere pubblica la loro malattia temendo le reazioni delle persone con cui vivono e di rischiare un vero e proprio isolamento sociale.
"La famiglia tradizionale albanese rappresenta in questi casi però una sicurezza" ricorda Hraxhi "la sua compattezza raramente viene incrinata nel caso in cui un suo membro sia ammalato di AIDS. In pochissimi casi, tra quelli analizzati, il malato è stato abbandonato. Sempre più spesso si assiste però a casi di autoisolamento".
Dalle attività promosse durante la giornata dedicata alla lotta all’AIDS è emerso un dato positivo: non solo nella capitale Tirana ma anche in altre zone dell’Albania inizia ad esservi più sensibilità in merito a questa del tutto particolare malattia. Ad esempio sono stati centinaia i giovani delle scuole di Kukes, nord del Paese, che hanno collaborato in attività promosse dalla croce rossa albanese.
Il primo caso di AIDS in Albania è stato riscontrato nel 1993. Tra il 2001 ed il 2003 sono stati annualmente una ventina i casi nuovi diagnosticati. Il gruppo d’età più colpito è quello tra i venti ed i quarant’anni. L’83% dei pazienti sono ora disoccupati, il 65,7% è rappresentato da cittadini albanesi che lavoravano all’estero, il 65% hanno un basso livello di istruzione.
Secondo lo studio dell’Isop, i prossimi cinque anni saranno decisivi per prevenire la diffusione della malattia. "Se non si fa subito qualcosa si rischiano problemi gravi proprio a causa delle caratteristiche della società albanese: 3 milioni di abitanti, popolazione molto mobile, modalità di vita ancora tradizionali caratterizzate da un forte conservatorismo e dove il malato rischia di subire la stigmatizzazione sociale, età media della popolazione molto bassa", si riporta nella ricerca.
Secondo il Ministro alla sanità albanese Mustafa Xhani il governo albanese avrebbe già intrapreso nelle politiche di prevenzione. Tra le misure adottate il trattamento medico gratuito a favore dei malati di AIDS, una campagna informativa che ha come target i gruppi più a rischio, maggiori controlli sulle trasfusioni. Molte di queste misure sono previste da una legge recentemente approvata dal Parlamento albanese che sancisce tra le altre cose anche il test gratuito. Il Ministro Xhano ha inoltre ricordato come il governo abbia già creato un fondo di 150.000 dollari a favore dell’acquisto di medicinali per i malati di AIDS.
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