Al via il 26° Trieste Film Festival
Si ripresenta con una 26° edizione molto ricca di titoli, spunti e ospiti il Trieste Film Festival. Il primo festival italiano dell’anno, che si definisce “il principale appuntamento italiano con il cinema dell’Europa centro-orientale”
Una manifestazione che ha sempre meno una caratterizzazione regionale, pur tenendo sull’est Europa la sua attenzione primaria, ma che è diventato uno dei luoghi da non mancare per gli appassionati di cinema tout court e per chi opera nel settore, una delle iniziative più vivaci e internazionali del panorama festivaliero italiano. Da oggi fino a giovedì 22 il TsFF presenterà, tra Teatro Miela e Sala Tripcovich, oltre al Caffè San Marco che ospiterà gli incontri con gli autori ed altri luoghi, un programma fitto e molto vario.
Apre venerdì sera “Dve ženščiny – Due donne” della russa Vera Glagoleva con Ralph Fiennes (il Voldemort di Harry Potter e M negli ultimi 007, protagonista anche di “Strange Days” o “Grand Budapest Hotel”) e Sylvie Testud. Dalla pièce teatrale di Turgenev “Un mese in campagna”, una produzione in costume nella Russia di metà Ottocento,.
Il cuore del programma sono i tre tradizionali concorsi internazionali (lungometraggi, cortometraggi, documentari), i cui premi saranno assegnati dal pubblico in sala.
Lungometraggi
Nel concorso lungometraggi, con nove titoli tutti in anteprima italiana, spicca il georgiano “Simindis kundzuli – Corn Island” di George Ovashvili, ambientato durante la guerra del ’92-’93, nella short list del miglior film straniero all’Oscar, ma rimasto fuori dalle nomination.
Due sono bulgari: “Urok – La lezione” di Kristina Grozeva e Petar Valchanov racconta di Nadežda, giovane insegnante che cerca di trasmettere ai suoi studenti valori cui nella vita privata fatica a tenere fede; “Viktoria” di Maya Vitkova, già presentato al Sundance Festival, è la storia simbolica di una bambina “nata senza cordone ombelicale”. Gli altri sono: l’atteso serbo “Varvari – Barbari” di Ivan Ikić “Cesta ven – La via d’uscita” di Petr Václav, è sul futuro impossibile di una giovane donna rom e il divario fra ricchi e poveri nella Repubblica Ceca; “Risttuules – Dove s’incrociano i venti” dell’estone Martti Helde; “Drevo – L’albero” della slovena Sonja Prosenc, è la storia di un rifugio che si trasforma in prigione Una storia forte ambientata in Albania, con madre e due ragazzi coinvolti in una questione di vendette per una caduta accidentale da un albero.; “Kosac – Il mietitore” di Zvonimir Jurić, una coproduzione Croazia – Slovenia, intreccia tre storie che si svolgono in una notte e danno un quadro cupo della Croazia, paese ancora bloccato e condizionato dalla guerra; il greco “Sto spiti – A casa” di Athanasios Karanikounalas, infine, è una vicenda individuale che si staglia sullo sfondo della crisi economica.
Il grande regista polacco Krzysztof Zanussi terrà una masterclass domenica e presenterà il suo nuovo “Obce ciało – Corpo estraneo”, girato in parte in Italia: un dramma psicologico che è anche sguardo sulla Polonia contemporanea.
Documentari
Il concorso documentari propone nove opere, tra le quali “Internat” del siciliano trapiantato in Georgia Maurilio Mangano: famiglie di profughi georgiani scampate alla guerra d’Abkhazia che risiedono in un’ex scuola occupata. Molto bello, vincitore già del festival di Sarajevo, è “Goli – Isola nuda” della croata Tiha K. Gudac è un’indagine costruita sulle rovine del passato, un mosaico di indizi, foto di famiglia e testimonianze intime di un gruppo di persone deportate nello stesso luogo, una prigione politica nella ex Jugoslavia conosciuta come “l’isola delle anime disperate” e sulle conseguenze che questo luogo ha lasciato su tre generazioni.
Molto particolare è “Al doilea joc – La seconda partita” del romeno Corneliu Porumboiu. Padre e figlio riguardano una partita di calcio di 25 anni prima. Uno è l’arbitro di quell’incontro, l’altro il regista, il match il derby tra le due squadre di Bucarest, Steaua e Dinamo, disputato il 3 dicembre 1988 sotto una nevicata. Il bulgaro “Chicho Toni, Trimata glupaci i Ds – Zio Tony, i Tre scemi e i servizi segreti” di Mina Mileva e Vesela Kazakova è una storia su un’epoca di spionaggio e sull’eccezionale regista di animazione Antoni Trayanov, mentre l’estone-finlandese “Kullaketrajad – Le filatrici d’oro” di Kiur Aarma e Hardi Volmer racconta dello studio cinematografico Eesti Reklaamfilm, l’unica azienda a produrre pubblicità in Urss. Una vicenda di spionaggio originata da un quadro (La foresta senza foglie) donato a Tito dal regime comunista romeno nel 1947 è ripercorsa in “Padurea – La foresta”, del serbo-romeno Siniša Dragin.
Tre i documentari fuori concorso. “Den’ pobedy – Il giorno della vittoria” di Alina Rudnickaja è il primo film, indipendente e clandestino, girato in Russia sulla questione gay. Il collettivo “EvroMaidan. Chornovy montazh – Euromaidan. Rough Cut” è un dettagliato reportage sulla rivolta ucraina filmata da un folto gruppo di giovani filmmaker ucraini e montata dal regista Roman Bondarchuk. Lo sloveno “Živeti kamen – Pietra viva” di Jurij Gruden approfondisce il legame tra gli uomini che vivono sul Carso e la pietra.
Corti
Tra i 19 corti in gara c’è l’italiano “La Bi Ci” di Giorgio Borgazzi, poi i serbi “Marijina Epizoda – L’episodio di Maria” di Sanja Živković con Milena Dravić e “Divan dan za bananaribe – Un giorno ideale per i pescibanana” di Stefan Malešević su un reduce della guerra del Kosovo e ispirato al racconto di J.D. Salinger e l’ungherese “A kivegzes – L’esecuzione” di Petra Szőcs, dove tre bambini mettono in scena l’esecuzione del dittatore romeno Ceaușescu. Fuori concorso “Lost In Bosnia”, il primo film prodotto dalla film factory creata a Sarajevo dal regista ungherese Béla Tarr (tra l’altro sarà anche preentato il libro “Armonie contro il giorno. Il cinema di Bela Tarr” di Marco Grosoli).
C’è poi una selezione non competitiva di 11 corti di animazione tra i quali il polacco “Hipopotamy – Ippopotami” di Piotr Dumała, “La valigia” di Pier Paolo Paganelli con la voce di Roberto Herlitzka, e “Trii melodii – Tre melodie” del grande regista russo Garri Bardin noto per il lungometraggio “Gadkij Utenok – Il brutto anatroccolo”.
Altri film in programma
Film di chiusura del festival sarà “Miasto 44 – Varsavia 44” di Jan Komasa, imponente produzione polacca per raccontare una storia di amore, amicizia e avventura durante la rivolta di Varsavia del 1944.
La sezione Art&Sound comprende diversi titoli che trattano la musica, tra questi “Živan pravi pank festival – Živan fa un festival punk” di Ognjen Glavonić, un ritratto di Živan, che organizza un festival di punk nel suo villaggio in Serbia: ci rimette sempre soldi, ma non demorde e “Perekrestok – Incroci” di Anastasija Mirošničenko è sulla vita di un artista senzatetto che vive in una stazione ferroviaria e per oltre 20 anni ha dipinto immagini nelle strade di Gomel, in Bielorussia.
Ancora “Piero Ciampi – Poeta, anarchico, musicista” alla presenza di Bobo Rondelli e “Prog Revolution” sull’epoca d’oro del progressive italiano: la Pfm sarà ospite del festival.
Tra le “Sorprese di genere”, i successi di pubblico dell’est europeo: il groitesco “Szabadeses – Caduta libera” dell’ungherese György Pálfi; la commedia serba “SpomenikMajklu Džeksonu – Il monumento a Michael Jackson” di Darko Lungulov; la coproduzione Austria – Slovenia “Die Wälder Sind Noch Grün – I boschi sono ancora verdi” di Marko Naberšnik ambientata ai tempi e nei luoghi della Prima guerra mondiale vista con lo sguardo dei nemici dell’Italia.
Saranno presentati otto dei dieci film che hanno concorso al Lux Prize del Parlamento Europeo, cominciando dal vincitore, il polacco “Ida” di Paweł Pawlikowski che ha fatto incetta di premi e ha anche due nomination all’Oscar. Il premio Corso Salani cambia formula e coincide così con gli Italian Screenings: cinque titoli in attesa di distribuzione, realizzati in modo indipendente e non inquadrabili in generi o tendenze. Tra questi “The Perfect Circle” di Claudia Tosi, “Perì anarchias – Sull’Anarchia” di Bruno Bigoni e “Seconda primavera” di Francesco Calogero con Claudio Botosso, Desirée Noferini, Anita Kravos e Nino Frassica. Saranno anche proiettati “Il mondo di Nermina” di Vittoria Fiumi e “Let’s Go” di Antonietta De Lillo.
When East Meets West
Torna When East Meets West con tre giorni dedicati a produttori, broadcaster, distributori e fondi regionali provenienti da Italia, Europa dell’Est e dai Paesi anglofoni: UK, Irlanda, Canada e USA. Altre iniziative di richiamo che riguardano produttori e registi sono First Cut Lab, Last Stop Trieste e Born in Trieste, una sezione dedicata ai film che negli scorsi anni avevano iniziato il loro percorso produttivo a Trieste, tra questi l’ottimo “Storie di cavalli e di uomini – Of Horses and Men” dell’islandeseBenedikt Erlingsson.
Evento speciale “Tigers – Tigri” del premio Oscar Danis Tanović, storia vera di un giovane venditore che scopre gli effetti collaterali del latte in polvere che sta commerciando. Ancora il premiatissimo e sconvolgente ucraino “Plemya – La tribù” di Myroslav Slaboshpytskiy, il film a episodi “Les ponts de Sarajevo – I ponti di Sarajevo”, “Margheritine” omaggio alla grande regista ceca Věra Chytilová e “Kaj pa Mojca? – Che ne pensi di Mojca?” di Urša Menart è un film sulle eroine, sul ruolo e la rappresentazione delle donne nel cinema sloveno.
Alcuni film saranno anche in programmazione streaming in partnership con MYmovies.it .
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