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Al mare e in montagna, in Georgia

Il turismo in Georgia è in costante espansione. La montagna, d’inverno e d’estate, il mare e la capitale Tbilisi attraggono sempre più visitatori da diversi Paesi del mondo. Flussi, destinazioni e curiosità di un settore che impiega decine di migliaia di georgiani

30/08/2011, Tengiz Ablotia - Tbilisi

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Nel corso degli ultimi anni il turismo è diventato una delle maggiori risorse economiche della Georgia. L’importanza di questo settore si fa ancora più evidente se si considera che oltre il 10% della popolazione risiede in zone di villeggiatura. Oltre 400.000 persone vivono sulla costa del Mar Nero e in aree montuose, che attraggono una grande quantità di turisti stranieri, e la maggior parte di loro è impiegata nel turismo.

Secondo i dati ufficiali, il settore turistico impiega oltre 60.000 persone in tutta la Georgia, ma queste statistiche non prendono in considerazione l’indotto: i trasporti, l’agricoltura, la ristorazione, l’intrattenimento e così via. Approssimativi sono anche i dati sul numero di turisti: in questo caso le statistiche considerano solo i “visitatori”, fra cui rientrano non pochi espatriati dalla Georgia che hanno ottenuto una cittadinanza straniera e tornano per rivedere i parenti. Secondo le autorità la linea di confine fra turisti e visitatori è molto sottile, e lo Stato non può stabilire chi arriva per fare cosa, tanto più che i cittadini di Stati Uniti, Unione Europea, CSI e Russia non sono soggetti al regime dei visti.

Le statistiche ufficiali

Secondo i dati ufficiali, dal primo gennaio al primo agosto 2011, la Georgia ha ricevuto un milione e 400.000 visitatori provenienti da Unione europea (481.501), CSI (897.616), Asia (42.917) e Stati uniti (15.360). Secondo il dipartimento per le statistiche i dati mostrano un incremento del 40% rispetto al 2010, e per la fine dell’anno si raggiungeranno i due milioni di visitatori. Come già accennato, questi dati sono approssimativi, ma l’aumento dei turisti è visibile a occhio nudo: a Tbilisi, ad esempio, sono dappertutto, compresi i quartieri residenziali lontani dal centro e privi di attrazioni.

Al momento, i flussi turistici rimangono distinti per nazionalità. Sul Mar Nero arrivano turisti da Turchia, Armenia, Azerbaijan, Ucraina, Bielorussia, Israele e Iran. Le destinazioni marittime non sono particolarmente interessanti per chi viene da Unione europea e Stati uniti e ha a disposizione le coste italiane, francesi, spagnole, portoghesi e turche. I turisti europei e statunitensi prediligono quindi le zone montane: d’inverno per sciare, d’estate per l’aria fresca, la natura incontaminata, la buona cucina e le torri medievali, biglietto da visita non solo della Georgia, ma di tutto il Caucaso.

In montagna

Il monte Ushba, nella regione georgiana di Svaneti (Foto John Town, Flickr)

Il monte Ushba, nella regione georgiana di Svaneti (Foto John Town, Flickr)

Le strutture turistiche montane hanno già una clientela costituita e si trovano principalmente nella Georgia occidentale. La località di Gudauri attraeva turisti stranieri già negli anni novanta, quando nel Paese regnava l’anarchia. Da allora, con il miglioramento di infrastrutture e condizioni di sicurezza, i turisti si sono spinti anche nelle regioni montane orientali. La ridotta popolazione locale ha convertito le proprie case in alberghi e bed&breakfast che ogni estate e inverno si riempiono di turisti.

E’ però solo dal 2010 che il governo georgiano ha cominciato a investire milioni di dollari nello sviluppo turistico della regione di Svaneti. Questo ritardo si spiega con il fatto che per decenni, anche in tempi sovietici, questa regione è stata fuori dal controllo del governo. Dopo l’indipendenza, Svaneti era terra di nessuno. È stato l’attuale Presidente Saakashvili, nella primavera del 2004, a cominciare a riportare l’ordine nella regione con una serie di operazioni di carattere quasi militare. Questi eventi hanno fatto molto scalpore, e ancora oggi l’opposizione denuncia l’eccesso di forza del governo. Fatto sta che la regione, dove in passato nemmeno i membri del governo potevano avventurarsi se non con scorte armate, è diventata così sicura che comitive di giovani stranieri ci vanno tranquillamente in taxi.

Attualmente, tutte le regioni montane sono interessate da un boom immobiliare e largamente pubblicizzate nei Paesi occidentali. Le autorità prevedono quindi che nel 2012 i visitatori raggiungano i tre milioni.

Al mare e al casinò

Batumi, sulla spiaggia (Foto kvitlauk, Flickr)

Batumi, sulla spiaggia (Foto kvitlauk, Flickr)

Come accennato, il Mar Nero non attrae molti turisti occidentali, che preferiscono orientarsi sulle coste più vicine. Al 27 luglio, la repubblica autonoma dell’Agiaria ha accolto 178.000 visitatori stranieri. Se si considera che ci sono piccole zone marittime anche nelle regioni vicine, e che la stagione ha il suo tradizionale picco da agosto a metà settembre, si può prevedere che il bilancio di fine anno vedrà il numero di turisti sensibilmente aumentato.

Naturalmente, la maggioranza dei turisti stranieri sul Mar Nero proviene da Armenia e Azerbaijan, dove mancano località di villeggiatura facilmente raggiungibili e a buon mercato. Più curiose le motivazioni dei turisti turchi, che avrebbero altre destinazioni di buon livello a disposizione, ma a quanto pare sono attratti dal gioco d’azzardo, proibito in patria, e in particolare dai casinò di Batumi.

Oggi Batumi è la pupilla di Saakashvili. La massiccia ricostruzione della città e della zona marittima è iniziativa personale del presidente georgiano, che ne va molto fiero, e che in Agiaria organizza visite ufficiali e costosi concerti di Josè Carreras, Placido Domingo, Sting, Enrique Iglesias, Macy Gray e così via. Secondo diverse dichiarazioni di Saakashvili, non si tratta di denaro sprecato, ma di investimenti nel futuro turistico della regione.

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