Addio a Ivica Račan
Benché attesa la morte del leader del Partito socialdemocratico ed ex premier, Ivica Racan, scuote la Croazia. Le reazioni dei politici e degli analisti nella cronaca del nostro corrispondente
Nonostante la morte di Racan fosse attesa – era malato di carcinoma al rene con metastasi al cervello – essa ha colpito la Croazia. L’ex premier croato (2000 – 2003) e presidente del più forte partito d’opposizione, il Partito socialdemocratico (SDP), è morto presso il Centro clinico dell’ospedale di Zagabria nella notte fra sabato e domenica 29 aprile.
Nelle prime dichiarazioni in occasione della sua morte si sottolineano i punti di rottura della sua carriera politica: l’abbandono del Comitato centrale del Partito comunista della Jugoslavia, al congresso di questo partito nel gennaio del 1990; l’indizione delle prime elezioni pluripartitiche in Croazia; la pacifica consegna del potere che perdette, e la riconquista del potere nel 2000, quando insieme ad una coalizione di partiti ideologicamente affini pose fine al decennale governo dell’Unione democratica croata (HDZ) di Franjo Tudjman.
Mentre era in vita, molti avversari politici rimproverarono a Racan il suo passato comunista, e si trattava prima di tutto di quelli provenienti dalle fila del HDZ di Franjo Tudjman. Nonostante anche Franjo Tudjman fosse stato membro del Partito comunista, e anche un generale comunista, a quest’ultimo – a differenza di Racan – tutto ciò veniva perdonato. Però Racan fu colui che, capendo i cambiamenti, ma anche i pericoli che si erano accumulati sulla Jugoslavia in dissoluzione, nel gennaio del 1990, insieme alla delegazione slovena, abbandonò il più grande incontro dei comunisti jugoslavi, tenutosi a Belgrado. Era cosciente del fatto che Slobodan Milosevic stesse già manipolando alla grande una parte della direzione del Partito comunista jugoslavo (SKJ), sicché decise di allontanare la Croazia da tutto ciò.
Tornò a Zagabria e indisse le prime elezioni pluripartitiche anticipate, da quando, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, i comunisti in Jugoslavia e in Croazia presero il potere. Si trattava di una mossa saggia e coraggiosa. Le tensioni nella società croata erano al limite del sopportabile e rimandare le elezioni o adottare tentativi di manipolazione avrebbero potuto condurre ad uno scenario sanguinoso quale si vedeva nei paesi socialisti, dalla Bulgaria, alla Cecoslovacchia di allora e alla DDR, fino alla Romania. Le elezioni erano l’unica soluzione, anche se Racan forse era consapevole che le avrebbe perse.
Quando perdette le elezioni, in modo tranquillo e senza riserve lasciò il potere. Ma ben presto giunge il periodo difficile per il suo partito, e durante le elezioni parlamentari del 1992 supera di poco la soglia elettorale. Fa passi decisivi nel trasformare il partito da comunista in socialdemocratico e gradualmente inizia ad ottenere la fiducia degli elettori. Tre settimane dopo la morte di Tudjman, il 3 gennaio del 2000 vince le elezioni e diventa così l’unico ex leader comunista che è riuscito a ritornare di nuovo al potere.
A quei tempi, a causa della politica di Franjo Tudjman, la Croazia era isolata e Racan, insieme al neo presidente della Repubblica, Stjepan Mesic, face molto per il suo avvicinamento all’Europa. Fra l’altro, Racan fu colui che, in qualità di premier croato, presentò la candidatura di Zagabria per l’ingresso nell’Unione. Su questa strada oggi la Croazia è andata lontano ed è reale aspettarsi che diventi membro dell’UE entro la fine di questo decennio. Sia i suoi simpatizzanti sia gli avversari politici sottolineano parimenti questi meriti di Racan.
"Racan ha segnato la nuova storia croata. Insieme ai numerosi obblighi politici e statali che ha svolto, sarà ricordato come l’uomo che ha permesso i cambiamenti democratici in Croazia, e come il premier che ha indirizzato la Croazia verso la strada europea", ha detto in occasione della sua morte il presidente della Repubblica Stjepan Mesic.
Anche il premier Ivo Sanader, il più forte rivale politico di Racan, sottolinea il suo ruolo nel tracciare la strada verso l’Unione europea: "Nella nostra rivalità e competizione politica sapevamo trovare momenti di comprensione e superare le differenze di partito, sempre quando erano in gioco gli interessi nazionali. Così insieme abbiamo creato l’Unione per l’Europa, perché sapevamo che il futuro della Croazia sarebbe stato nell’Unione Europea e nelle integrazioni transnazionali", ha detto Sanader.
L’uscita di scena di Racan dalla politica, a poco più di sei mesi dalle elezioni parlamentari, sicuramente avrà implicazioni anche sui risultati delle elezioni. L’analista politico Davor Gjenero avverte che la malattia di Racan e la compassione per lui, hanno alzato il rating del SDP e che questo partito, secondo la maggior parte dei sondaggi sull’opinione pubblica, ha raggiunto o superato il rating del HDZ attualmente al governo. "Racan ha creato un partito che sicuramente avrà la forza di trovargli un sostituto adeguato e non faccio parte di quelli che credono che dopo la sua uscita di scena il partito entrerà in crisi", dice Genero.
Le speculazioni sulla possibile crisi all’interno del più forte partito dell’opposizione sono sorte fra la gente dopo che – solo due settimane dopo le dimissioni di Racan dalla guida del SDP – alcuni dei suoi più stretti collaboratori hanno annunciato la loro candidatura alla presidenza del partito. Ma gli analisti credono che questo sia normale e il fatto che ci siano più candidati per il successore di Racan non creerà scismi nel partito, tali da portarlo alla spaccatura. Gli analisti affermano che, nella breve storia del pluripartitismo in Croazia, ci sono stati tentativi di divisione dei partiti e di creazione di nuovi, ma essi sparivano velocemente dalla scena politica o nel migliore dei casi rimanevano marginali.
L’uscita di scena di Racan dalla politica in ogni caso rappresenta una perdita per la politica croata. Era uno dei rari politici dietro cui non c’erano code di scandali e affaire. L’autore del libro biografico "Racan", pubblicato nel 2005, il giornalista Zdenko Duka, lo ha definito il più importante politico croato moderno e aggiunge: "Era un uomo fermo e onesto ed sul suo conto non ci sono stati scandali. Sapeva unire la gente attorno a sé, non governava come un autocrate, ma con la forza della sua autorità. Le sue dimissioni d’addio, date tre settimane fa, hanno mostrato questo suo coraggio e la sua grandezza umana".
Racan ha dato le dimissioni dalla carica di presidente del SDP l’11 aprile, scrivendo ai suoi colleghi del partito che dovranno proseguire senza di lui.
Secondo le sue volontà sarà sepolto alla presenza della famiglia e degli amici più intimi, pertanto la data e il luogo del funerale non sono stati resi pubblici.
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