Addio a Dejan Anastasijević, maestro di giornalismo
Boro Kontić, direttore del Media Centar di Sarajevo, ricorda Dejan Anastasijević, giornalista da poco venuto a mancare: "Un uomo che era un professionista nel vero senso della parola, onesto e determinato, sempre ben informato e spiritoso, un uomo che ha reso migliore il giornalismo serbo"
(Originariamente pubblicato dal portale del Media Centar di Sarajevo , il 25 aprile 2019)
Un anno fa me ne stavo seduto con Dejan Anastasijević in un piccolo caffè in via Palmotićeva a Belgrado. Nel corso della nostra conversazione, in cui abbiamo discusso di una decina di argomenti che si susseguivano l’uno dopo l’altro, mi sono ricordato che in quella via abitavano Danilo Kiš e Milovan Đilas. Indicando diversi edifici e descrivendo la loro importanza nella storia letteraria e politica della città, Dejan ha brevemente aggiunto, tagliando l’aria con un gesto circolare della mano: “Qui sono nato e ho trascorso la mia giovinezza”.
In quell’occasione ci siamo messi d’accordo che Dejan avrebbe scritto un testo per il nostro portale sulla sua esperienza da giornalista. Ho incontrato Dejan molte volte negli ultimi due decenni. L’ultima volta a Sarajevo, nel dicembre dell’anno scorso. Abbiamo partecipato – insieme a Drago Hedl, Vlasta Mijović, Aida Čerkez e un gruppo di giornalisti russi – a un incontro dedicato al giornalismo in tempo di guerra e in situazioni di conflitto armato. Appena ci siamo visti Dejan mi ha spiegato, senza troppa emotività, il motivo per cui il suo aspetto fisico era cambiato: “Ho un tumore. Sto lottando”.
Nulla lasciava però presagire la fine imminente. La sigaretta, un bicchiere di vino, le solite conversazioni sul giornalismo, sulla situazione in Serbia, Bosnia, Croazia…
La notizia della morte di Dejan, avvenuta lo scorso 24 aprile, si è diffusa rapidamente sui social network, accompagnata da alcuni cenni sulla sua biografia professionale. Ha iniziato la sua carriera di giornalista a Radio B92, passando poi al settimanale Vreme. Successivamente ha collaborato con la rivista statunitense Time, per poi tornare alla redazione di Vreme. È stato corrispondente da Bruxelles dell’agenzia di stampa Tanjug. Eravamo entrambi presenti a una riunione con i funzionari dell’UE a Bruxelles quando è arrivata la notizia che il governo serbo aveva deciso di sospendere il finanziamento pubblico all’agenzia Tanjug. Questo ha significato la fine del suo incarico di corrispondente. Abbiamo scherzato sul fatto che avrebbe dovuto scrivere un pezzo intitolato “L’ultimo corrispondente della Tanjug”. Perseguitato e attaccato, è sopravvissuto a un attentato dinamitardo. Ha rischiato spesso di perdere la vita, ma non si è mai lamentato. Ha concluso la sua carriera giornalistica nella redazione della BBC News Serbia.
Ha testimoniato due volte davanti al Tribunale dell’Aja, nel processo contro Slobodan Milošević e in quello a carico di Jovica Stanišić e Franko Simatović. È stato il primo giornalista serbo a testimoniare contro Milošević.
Al di là di un’impressionante carriera giornalistica resta una grande storia umana, la storia di un uomo che era un professionista nel vero senso della parola, onesto e determinato, sempre ben informato e spiritoso, un uomo che ha reso migliore il giornalismo serbo.
Negli ultimi mesi ha lavorato alla stesura di un testo per la nostra Accademia dei media, concepito come un racconto di una sua esperienza professionale destinato ai giovani colleghi. Pubblicheremo questo testo nei prossimi giorni, purtroppo come una sorta di testamento professionale di Dejan Anastasijević.
Qui ricordiamo due testi scritti da Dejan per il nostro portale.
In un articolo intitolato "Rekvijem za jednu tranziciju" [Requiem per una transizione], Dejan ha scritto: “’Noi’ – media, attivisti per i diritti umani, procuratori per i crimini di guerra o semplicemente persone comuni che cercano di fare la cosa giusta – non solo non siamo riusciti a fermare la guerra e gli orrori, ma non siamo riusciti nemmeno a creare un’atmosfera postbellica che avrebbe permesso di interrompere la maledizione che grava sui Balcani e che si ripete nei cicli periodici di sangue e vendetta”.
In un altro articolo dal titolo "Kako postati strani novinar u sopstvenoj zemlji" [Come diventare un giornalista straniero nel proprio paese], Dejan ha cercato di spiegare come diventare giornalista corrispondente per media stranieri, dando consigli ai colleghi su come presentarsi alle redazioni dei media internazionali e come scrivere articoli che intendono proporre. Attingendo alla sua ricca esperienza professionale, Dejan ha fornito ai colleghi alcuni consigli sull’importanza della conoscenza delle lingue straniere, su come proporre un articolo a un giornale e come instaurare un rapporto di collaborazione con testate internazionali.
In un’intervista rilasciata al portale NetNovinar (il primo portale del Mediacentar Sarajevo), Dejan ha parlato della sua esperienza come testimone al processo contro Slobodan Milošević davanti al Tribunale dell’Aja, dell’esperienza come reporter di guerra in Croazia e in Bosnia Erzegovina, dei crimini contro la popolazione civile albanese in Kosovo, ma anche dell’attacco dinamitardo compiuto nei suoi confronti.
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