A Venezia si parla turco
Tanta Turchia nella 72° Mostra del cinema di Venezia che si avvia oggi fino a sabato 12 settembre. Una rassegna
La cinematografia turca porta a Venezia un film per sezione, compreso uno in gara per il Leone d’oro, e un giurato per una presenza consistente che fa seguito al premio dell’anno scorso a “Sivas” di Kaan Mujdeci. Si parlerà inoltre molto, anche per i continui sviluppi della situazione, di Ucraina con due documentari e ci sarà la novità Montenegro.
Nella giuria presieduta dal premio Oscar Alfonso Cuaron è presente anche il regista turco Nuri Bilge Ceylan, Palma d’oro a Cannes nel 2014 con “Kiş uykusu – Il regno d’inverno”.
In concorso il più atteso è però il grandissimo Aleksandr Sokurov, il vincitore del 2011 con “Faust” che è di nuovo andato ad ambientare una pellicola in un grande museo dopo il prodigioso “Arca russa”. In “Francofonia” siamo a Parigi a inizio anni ’40, al Louvre al tempo dell’occupazione tedesca, con due uomini molto particolari: faccia a faccia si trovano Jacques Jaujard, direttore del museo dal 1940, e il gerarca nazista conte Wolff-Metternich, responsabile dei beni artistici nella Francia occupata. E Jaujard riuscì a salvare numerose opere d’arte dalla razzia nazista.
Il film esplora la relazione tra arte e potere, il Louvre quale esempio vivido di civiltà e ciò che l’arte ci racconta su noi stessi, sul genere umano, pur nel corso di una guerra mondiale. A interpretare i due protagonisti, Sokurov ha chiamato Louis Do de Lencquesaing (“Madame Bovary” di Claude Chabrol), nel ruolo di Jaujard, e l’attore teatrale tedesco Benjamin Utzerath in quello del conte.
Poco noto e alla sua prima volta in un concorso importante è il turco Emin Alper, che porta “Abluka – Frenzy”, una co-produzione Turchia, Francia e Qatar, con Mehmet Özgür e Berkay Ates. Il regista si era segnalato per il suo “Beyond the Hill”, passato qualche anno fa al Forum Festival di Berlino e anche a Trento.
Tra i fuori concorso ci sono due documentari ucraini che affrontano la delicata situazione del Paese: “Winter on Fire” di Evgeny Afineevsky e soprattutto “Sobytie – the Event” di Sergei Loznitsa (produzione Olanda – Belgio), altro grande cineasta dei nostri giorni, autore dei lungometraggi “My Joy” (2010) e “Anime nella nebbia” (2012) e del documentario “Majdan” (2014) sulle proteste nella piazza di Kiev.
Una vera novità è, in Orizzonti nel concorso cortometraggi, il montenegrino “Dvorišta – Backyards” di Ivan Salatić con Marko Stibohar, Luka Petrone e Sara Kosovac. Per il Montenegro si tratta di un vero e proprio debutto alla Mostra. Tra i corti in gara anche “Belladonna” della coata Dubravka Turić, con Aleksandra Naumov, Nada Ðurevska, Lana Barić e Anita Matković.
Proiezione speciale alle Giornate degli autori per “Innocence of Memories – Orhan Pamuk’s Museum and Istanbul” di Grant Gee. Un film molto particolare, senza eguali nella sua concezione, con lo scrittore premio Nobel narratore e guida dentro la città. Pamuk conduce dentro il museo aperto nel 2012 e che contiene tutti gli oggetti collegati al suo romanzo “Il museo dell’innocenza” pubblicato nel 2008: i personaggi del libro prendono vita, ma non si tratta di un adattamento del romanzo, bensì un lasciarsi condurre dai ricordi dello scrittore e dagli intrecci delle storie attraverso una megalopoli con gli occhi di chi ci ha vissuto per oltre 60 anni e l’ha vista trasformarsi.
Infine la Settimana della critica presenta il turco "Motherland" di Senem Tuzen, con una scrittrice in crisi che torna al villaggio natale, e la coproduzione Italia–Romania–Macedonia “Banat” di Adriano Valerio con Edoardo Gabbriellini, Elena Radonicich e Piera Degli Esposti, storia di emigrazione al contrario con un agronomo che lascia l’Italia e va verso la Romania.
editor's pick
latest video
news via inbox
Nulla turp dis cursus. Integer liberos euismod pretium faucibua